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La Solitudine Dei Numeri Primi – Paolo Giordano

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Alice e Mattia,  due ragazzi con alle spalle esperienze laceranti, si incontrano, si perdono, si ritrovano per poi rincontrasi.  Lei è anoressica, ha una gamba spezzata in seguito ad un incidente, lui ha perduto la gemella disabile Michela. Sono come due gemelli, “soli e perduti, vicini ma non abbastanza per separarsi davvero”, sono numeri speciali che i matematici chiamano primi gemelli: Due numeri primi  separati da un solo numero pari”. L’esordiente Paolo Giordano ci descrive e ci fa amare due personaggi in un arco di tempo che va dal 1983 al 2007. L’infanzia, l’adolescenza, la maturità sia di Alice che di Mattia si intersecano magistralmente fino a formate un tutt’uno, perché  le esperienze vissute li accomunano. Sono ragazzi diversi dagli altri, con un triste vissuto che li accomuna, con una tristezza infinita dentro e con una voglia di autolesionismo non comune. Alice non mangia, Mattia si fa male alla  mano destra  con il vetro, il coltello, si punisce perché si crede responsabile della sorte della sorella. Sullo sfondo, lo scrittore tratteggia due famiglie inesistenti: Alice non comunica con il padre, che considera responsabile del suo incidente,  Mattia non ha nessun tipo di rapporto con la madre e i rapporti con il padre sono freddi. Sono due ragazzi intelligenti, che cerano di trovare una via d’uscita alle loro vite solitarie  ed infelici. Alice lascerà l’Università e frequenterà uno studio fotografico, si sposerà con Fabio ma divorzierà,  Mattia prenderà la laurea in matematica  e andrà lontano a fare il ricercatore, cercando di fare tutto il possibile per “tenersi fuori all’ingranaggio della vita”. Lo scrittore torinese ci regala una storia, con un finale sorprendente, che è un  capolavoro perché riesce benissimo a tratteggiare personaggi e situazioni, a renderci partecipi delle vicende dei due,  la cui lettura affascina, ad orchestrare una narrazione che procede fluida senza mai stentare il passo narrativo. Questo libro è tante cose insieme: un atto di accusa contro la famiglia, i sensi di colpa che attanagliano i protagonisti, l‘idiozia  di molti ragazzi, l’emarginazione che debbono subire i diversi, nel senso più ampio del termine, ma è soprattutto un libro sulla solitudine: solo è Mattia quando si laurea, una delle scene più tristi, sola è Alice quando si rompe una gamba e sola è crescendo, incapace di aver relazioni sociali e amiche. Lo scrittore torinese, oltre a descrivere una storia  intensa, ha il pregio di avvalersi di una scrittura altamente poetica e  sublime, raffinata, chiara, diretta, colta, infarcita di nozioni matematiche che non stancano il lettore. Giordano è al primo libro: ha messo d’accordo pubblico e critica (ha vinto lo Strega e il Campiello opera prima) e il suo libro procede nella vendita dei libri più venduti.Ha soli 26 anni. Speriamo che continui a regalarci storie, anche se, spero di sbagliarmi, dare vita ad un libro come questo, è un’operazione letteraria non certamente semplice.

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