Intervista con Claudio Fasoli
8 min readHASARD
Claudio Fasoli NeXt 4et
Abeat Recors, 2024
Claudio Fasoli, saxofono tenore & soprano
Simone Massaron, chitarra elettrica
Tito Mangialajo Rantzer, contrabbasso
Stefano Grasso, percussioni
HASARD è il nuovo cd di Claudio Fasoli con NeXt Quartet, pubblicato da Abeat.
“Hasard” in francese è una parola con molte sfumature semantiche: caso, azzardo, rischio, pericolo, incertezza, fortuna, imprevisto, destino, coincidenza… Il concetto di hasard objectif, esplorato da André Breton e dai surrealisti, costituisce una nozione allo stesso tempo affascinante ed enigmatica nel campo della creatività, evoca coincidenze inquietanti e incontri sorprendenti.
“Lo stile di Fasoli rimane fedele alla lucidità e alla rigorosità della forma, derivate dal dono di una sapienza compositiva che sa stare all’essenza, e così raggiungere un risultato compiuto. Ma quel risultato non è mai statico, mai del tutto esaurito come discorso, perciò è sempre suscettibile di aperture e sviluppi e anzi incessantemente sottoposto ad essi, come parte di una necessaria verifica, quasi di tono scientifico, che ricerca il rischio e l’inatteso”, scrive Sandro Cerini nel booklet dell’album.
Nelle composizioni presentate in Hasard, ritroviamo le peculiarità della ricerca di Fasoli, a cui si aggiunge l’elettronica, che trova ampio spazio sul piano evocativo e ritmico: massa sonora e nuvole rumoristiche si amalgamo alla rigorosa cognizione compositiva di Fasoli. “Dunque non può stupire che anche in Hasard la regola fasoliana produca un ulteriore scatto in avanti e che il gruppo, poste certe sue caratteristiche (la miscela elettroacustica sempre altamente infiammabile, fatta di scorribande virate el rock, di un sapiente ancoraggio, robusto e terragno, ma insieme duttile e propulsivo e di angolosità tonanti, che aprono spazi), risponda in modo efficace, assecondando la lucidità del leader con una prestazione aggressiva e maiuscola”, continua Cerini.
Con il NeXt Quartet, Fasoli presenta lo sviluppo di un gruppo in cui la chitarra elettrica di Simone Massaron caratterizza il proprio linguaggio mediante un impegno timbrico ampio e vario, imprevedibile. Il supporto acustico del contrabbasso di Tito Mangialajo Rantzer propone viceversa un clima scuro e materico che paradossalmente ben si affianca alla apoteosi coloristica della chitarra, mentre Stefano Grasso crea connessioni ritmiche razionali, ma anche nervose e dialettiche.
“Massaron, Mangialajo Rantzer e Grasso meritano di essere grandemente lodati, come gruppo ideale per questa forma espressiva”. Su questi orizzonti vola il suono straordinario del saxofono di Fasoli che riesce a portare il suono inconfondibile ed espressivo come una lama di luce. La voglia di percorrere sempre strade che deviassero dall’ovvietà del già conosciuto non è mai venuta meno a questo musicista libero e di grande cultura. Una ricerca continua e una creatività inesausta, segnano la musica di Claudio Fasoli e lo situano ai vertici del jazz e della musica di ricerca.
“Fasoli è uno dei più lungimiranti e perspicaci compositori in circolazione, oltre che solista dallo stile personalissimo e riconoscibile”, scrivono Philippe Carles, André Clergeat e Jean-Louis Comolli nel “Dizionario del Jazz”.
Hasard – un disco visionario – lo conferma.
Abeat records
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Precedente intervista
https://kultunderground.org/art/41897/
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Intervista
Davide
Buongiorno Claudio. Un anno fa parlammo di “Ambush”. Secondo te ogni album dovrebbe consolidare una qualche novità, grande o piccola, nel proprio ambito musicale. Quali dunque le novità che hai esplorate e consolidate in questo nuovo lavoro con il Next 4et?
Claudio
Penso al mio pensiero musicale come alla ricerca continua di una musica che è quasi forma “pura”, che si compie sublimando, nella costante apparenza di una lineare “semplicità”, la capacità di gestire la ricchezza di idee, emozioni, colori.
Davide
“Hasard”, una parola sfaccettata. Qual è dunque l’azzardo di questo lavoro? Interessante anche la connessione con l’hasard objectif surrealista o “caso oggettivo” di André Breton, quella coincidenza tra uno stato, un evento o un desiderio interni alla persona e la vita, la realtà, qualcosa che sembra orchestrata dal destino. In “Hasard” è presente o si è presentato anche un “hasard objectif”?
Claudio
È molto bello il riferimento al surrealismo, ma nel mio caso l’”azzardo” è il jazz, le architetture tra l’improvvisazione e la cognizione della musica. Non a caso il mio prossimo libro – che uscirà con le edizioni Il Saggiatore a marzo 2025 – avrà per titolo “Jazz, architetture di un azzardo”.
Davide
“Hasard”, come si divide tra composizione esatta e composizione estemporanea, improvvisata?
Claudio
Il processo creativo significa avere un’idea che uno ritiene sia interessante da sviluppare. Naturalmente questo può avvenire in qualsiasi circostanza propria o mediata da altri strumenti. Intendo dire: mi metto al pianoforte a pensare un brano da un’idea oppure non ce l’ho, ma metto le mani sul pianoforte e magari, farfugliando qualche cosa sui tasti, qualche cosa che mi intriga viene fuori. Se viene sarà un po’ perfezionata e se ho la pazienza di segnarla sulla carta nel tempo ha possibilità di sviluppo. La suggestione del suono del pianoforte per me è molto importante per creare qualche idea, qualche possibilità. Io non sono un pianista, come è noto suono il sassofono, è lì che mi esprimo maggiormente, però sul piano compositivo è il pianoforte lo strumento al quale dedico la responsabilità del suono, di un’idea, che poi può diventare un brano. Lo spazio per la composizione estemporanea è riservato al dialogo con i miei musicisti, in questo caso il NeXt 4et.
Davide
Come avete lavorato in gruppo e come si è ulteriormente evoluto e consolidato con “Hasard” il rapporto creativo tra te e Simone Massaron, Tito Mangialajo Rantzer e Stefano Grasso? Cos’è oggi per te il NeXt 4et?
Claudio
La scelta dei musicisti con cui collaborare è una scelta intuitiva quasi istintiva, cioè quando ascoltando si sente che arriva quello che si cercava, il suono che si cercava, la collaborazione che si cercava. I musicisti coi quali collaboro hanno questa caratteristica e non mi è stato difficile riconoscerli quando ho sentito il loro suono e la loro intenzione espressiva. L’evoluzione è connaturata ai brani che si suonano, alle caratteristiche che hanno strutturalmente, alla evoluzione armonica, alla libertà dell’approccio. La freschezza di un brano è legata all’ascolto reciproco e ai condizionamenti espressivi che propone un considerevole interplay. La maturità nell’ interplay è di per sé stesso sempre un passo avanti.
Davide
La copertina di “Hasard” rappresenta una porta che si apre e una lama di luce e di sole che illumina un vecchio pavimento di antiche cementine esagonali a mosaico, per altro le stesse che avevamo nella mia casa di famiglia e… quanti ricordi! Perché questa particolare immagine dunque nel presentare visivamente il disco?
Claudio
La fotografia è una mia passione, a cui mi sono dedicato con impegno soprattutto in passato. Anche quello di copertina è un mio scatto. Mi è sembrata significativa l’idea dell’”uscio”, del passaggio che comunica, del transito. Non si sa mai cosa si trova dietro a una porta, c’è sempre qualcosa di misterioso, la porta separa ma mette anche in comunicazione. Aprire una porta a volte può essere anche un azzardo.
Davide
Come avviene la titolazione dei tuoi brani strumentali? Qual è il rapporto cioè tra un’idea musicale pura e le parole che, titolando e portando con sé l’immagine di una nozione o di un’azione o altro di accessorio, crea un rapporto tra musica e qualcosa di extramusicale o di metamusicale?
Claudio
Proprio in questo periodo sto pensando ai titoli che come vedi sono sempre molto brevi e poco comunicativi. Lo faccio per comodità. Recentemente ho pensato di calibrare i titoli in conformità alla sostanza della musica, andando al di là e affidando a loro un qualche possibile significato anche se ho molti dubbi in proposito. Per ora non ho deciso nulla, vedremo cosa succede in futuro, cosa mi consiglierà qualche nuovo brano.
Davide
Negli ultimi anni l’industria musicale e l’avvento dei social media e delle piattaforme di streaming hanno cambiato le abitudini di ascolto, il tutto a braccetto con un calo generale e sostanziale della soglia dell’attenzione anche nell’ascolto della musica, al punto che oggi una canzone o un brano musicale non devono durare più di due minuti e mezzo (così si consiglia), oltre al fatto che “deve” presentare contenuti rapidi e facilmente “digeribili”. Una bella differenza rispetto al passato, specialmente agli anni ’70, quando si ascoltava diffusamente ben altra musica, come il progressive. Come vivi questa situazione, anche come docente, e cosa ne pensi?
Claudio
Vivo nel presente e non mi riconosco in molte cose: cerco di convivere con questo mondo arduo e
difficile. Agli allievi dico di ascoltare i cd o gli lp per sentire il “suono” che il taglio delle frequenze che avviene ascoltando musica in certe piattaforme non consente di cogliere, maturare e apprezzare. Non ci sono neppure i nomi delle formazioni, non esiste il “quando” un certo brano è stato registrato. In queste situazioni come si fa a capire la maturazione di alcuni musicisti, il loro pensiero, il loro cammino?! È impossibile … bisogna ascoltare la realtà del suono dal vivo, “live” o almeno su supporti degni di questa missione.
Davide
Ci siamo lasciati l’estate scorsa con molti progetti in mente da realizzare. Quali altri progetti dunque sei riuscito a realizzare o a portare avanti in quest’ultimo anno, oltre ovviamente ad “Hasard”?
Claudio
Ho dedicato molto tempo all’insegnamento, in Italia e in Finlandia, alla stesura del libro e alla preparazione di questo nuovo album. Ho anche ripreso una collaborazione con Antonio Faraò dopo 40 anni da quando fece parte del mio quartetto di allora: mi ha telefonato lui proponendomi di vederci, un amico e grandissimo pianista, abbiamo fatto alcuni concerti in Italia.
Davide
E cosa seguirà ora?
Claudio
Sono in programma la pubblicazione del libro, di cui ho già detto, e almeno due cd, con formazioni diverse, uno registrato qualche anno fa e uno da registrare nel 2025 … e spero molti concerti!
Davide
Grazie e à suivre…