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Intervista con Artemisia

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Tornano gli ArtemisiA con il quarto album della loro carriera dopo Stati Alterati Di Coscienza, uscito tre anni fa. La band della cantante Anna Ballarin e del chitarrista Vito Flebus, del bassista Ivano Bello e del batterista Gabriele “Gus” Gustin ha raggiunto i dieci anni di vita nella scena metal e psichedelica nazionale.  Rito Apotropaico  esce nel 2017 per Onde Roar Records.
www.artemsiaband.it
 
TRACKLIST
1.Apotropaico
2.Il giardino violato
3.Tavola antica
4.Iside
5.La guida
6.La preda
7.Regina guerriera
8.Senza scampo
 
Tavola antica (Videoclip)
 
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Intervista
 
Davide
Cosa è successo in questi tre anni dall’ultimo album “Stati alterati di coscienza” e come sono nate le nuove canzoni in continuità o meno con i tre precedenti lavori?
 
ArtemisiA
Ciao Davide, cosa è successo? È successo che abbiamo cambiato label, siamo passati dalla Videoradio  alla Onde Roar Records nuova etichetta indipendente. Questa scelta è stata motivata dall’esigenza di essere più supportati e se ci passi il termine “coccolati”. A riguardo del nuovo album possiamo dire che è senza dubbio il migliore della nostra carriera. Già in preproduzione avevamo questo sentore che l’album fosse una bomba ed è per questo che cercavamo una label che credesse profondamente in noi. Riguardo i nuovi brani, sono in pieno stile ArtemisiA, con un sound decisamente più massiccio e scuro rispetto ai lavori precedenti ma affrontando sempre le tematiche a noi care come occultismo, misticismo, leggende ecc..
 
Davide
Nel Medioevo il quattro è considerato un numero perno e risolutore: quattro sono i punti cardinali, i venti principali, le stagioni, le fasi lunari, le arti liberali del quadrivio, i lati del quadrato a cui veniva paragonata la Terra ecc. Cosa rappresenta per voi questo quarto album?
 
ArtemisiA
Bè sicuramente possiamo considerarlo come una sorta di primavera ovvero un ponte di transito tra le due stagioni più importanti come l’inverno e l’estate. Questo quarto album lo consideriamo come un tassello basilare e sprono per la nostra continua crescita a livello artistico. Dopo la bella accoglienza  riservata a “Stati alterati di coscienza” da parte della stampa specializzata, si pensava  fosse difficile riuscire a creare un lavoro alla sua altezza ma invece la sfida a ricercare la parte artistica migliore e più profonda che è sita in noi,  ha fatto sì che “Rito Apotropaico” risultasse all’altezza del suo predecessore.
 
Davide
Perché “Rito apotropaico”? Qual è il tema generale dei testi?
 
ArtemisiA
Apotropaico:termine riferito a oggetto, atto, animale, o formula che allontana o annulla un’influenza maligna. Leggendo i bellissimi testi di Anna, ci si accorge che in questo lavoro vengono affrontati anche temi molto “pesanti” come l’aberrante tema della pedofilia e l’immane tragedia che fu l’olocausto, quindi l’idea di esorcizzare il tutto, avere la possibilità di allontanare la negatività tramite un rito apotropaico ci è sembrata una soluzione più che convincente!
 
Davide
Cosa “esorcizza” la musica, quali influssi maligni?
 
ArtemisiA
La musica in sé è una forma fantastica di terapia, riesce ad esorcizzare stati d’animo in completo marasma, l’angoscia, la depressione. Secondo una leggenda, nella chiesa di Lucedio, in Piemonte,  c’è un affesco sul muro di fronte all’organo con raffigurato uno spartito di poche battute. Si narra che questa melodia suonata  al contrario, ovvero da destra verso sinistra, evochi il Signore delle Tenebre…. risuonandola in senso corretto, il diavolo viene nuovamente intrappolato nelle segrete dell’abbazia. Be’ mica poco il potere della musica!
 
Davide
Sì, conosco le note di Lucedio, le ho suonate talvolta. In copertina sembra una manifestazione di Kālī, la “Nera” battagliera e feroce adorata come “Realtà Ultima”e sposa di Śiva, deità beatifica e al contempo terrifica. Perché avete scelto questo soggetto?
 
ArtemisiA
Grazie per questa lettura alternativa della cover.  Assieme a Michele Nolli  (l’artista che ha realizzato anche la cover di “ Stati alterati di coscienza”), abbiamo voluto creare una specie di vetrina dove il potenziale acquirente potesse farsi un’idea di cosa si trovasse all’interno dell’album. Siamo partiti dalla raffigurazione della dea Iside, visto che un brano dell’album porta il suo nome, per poi sviluppare il tutto. Abbiamo sempre creduto che la copertina sia un po’ l’anima dell’album, e anche questa volta Michele ci ha donato un capolavoro grafico.
 
Davide
Com’è nata la collaborazione con Andrea Cerovac per il videoclip di “Tavola antica”. Avete altri video in programma? Qual è il vostro approccio al filmato musicale, all’illustrazione cine-musicale di un vostro brano?
 
ArtemisiA
Eravamo alla ricerca di un regista che riuscisse ad interpretare la nostra idea: un video quasi cult. Volevamo sperimentare il “fare l’attore” e non solo il musicista ed è stato bello anche lavorare con Giada Cecconi che ne è la protagonista. Diciamo che l’ambientazione ha creato quell’aurea di mistero giusta per una buona interpretazione e buone riprese! Stiamo valutando l’idea di un altro video..diciamo che le canzoni di questo Rito Apotropaico si prestano un po’ tutte… ogni pezzo è  una storia o una leggenda facilmente fruibile in questo senso.
 
Davide
A proposito di misteri e magie… L’ispirazione artistica si riferisce a una irrazionale e ancora incomprensibile o non ancora compresa esplosione di creatività. Secondo il pensiero greco, un poeta era ispirato quando cadeva in estasi e veniva trasportato al di fuori della sua mente, a contatto con i pensieri di Dio. Per John Locke l’ispirazione come un’eco mentale di idee che si richiamano a vicenda. Cos’è per voi l’ispirazione, come avviene di solito prima e durante la scrittura musicale o di un testo da cantare?
 
ArtemisiA
Diciamo che non c’è una formula vera e propria per creare l’ispirazione (per fortuna), avviene sotto varie forme, può nascere dallo stress, dall’esigenza fisica e mentale di esternare un bisogno morboso di comunicare uno stato d’animo che ti attanaglia in quel determinato momento. Oppure alle volte è come un flash, booom… eccola li!!
 
Davide
Se foste nati in un’altra epoca, diciamo dal 1950 in giù fino agli antichi sumeri, a quale avreste voluto appartenere per suonare quale altra musica, in quale altro contesto storico e in quale altro angolo del mondo?
 
ArtemisiA
Ci sarebbe piaciuto far parte in generale della cultura musicale di mamma Africa, dove è nato un po’ il tutto, quindi quale loco migliore per assimilare ritmi e quant’altro. E poi chissà, magari avremmo potuto creare un nuovo stile musicale l’ ArtemisiA sub-sahariana, 
 
Davide
Cosa seguirà?
 
ArtemisiA
Da buoni stacanovisti musicali, stiamo già lavorando a del materiale nuovo che si presenta alquanto  interessante. Ci piacerebbe anche pubblicare un live e avendo delle registrazioni di qualità; la cosa ci solletica parecchio, anche perché il palco è il luogo piu consono per il nostro tipo di sound decisamente massiccio. In studio è difficile ricreare quel wall of sound a noi cosi caro quindi un live saprebbe dare la giusta dimensione del nostro suono.
Davide grazie mille per la bella intervista, a presto!!
 
Davide
Grazie e à suivre…

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