Uno strillone incita i clienti a entrare in un night, decantando quel che di meglio offre la casa: “Belle donne, musica e i migliori cocktail della città! Venite signori! (…) Rilassatevi con le nostre belle cameriere! Venite ad assaggiare le nostre specialità!”. La sua identità è presto spiegata: Andrea, un ragazzo di venticinque anni costretto a lavorare per mantenersi gli studi, che guadagna trecento euro al mese come imbonitore perché, semplicemente, è l’unico lavoro che ha trovato.
L’incipit di Aziza, il nuovo libro di Alessandro Del Gaudio, senza dubbio uno dei più efficaci presentati dallo scrittore torinese, ci mette immediatamente di fronte al protagonista del romanzo, che si presenta al termine di una giornata frenetica, piena di imprevisti e caratterizzata da una pioggia, copiosa, torrenziale, autunnale. Il ragazzo chiede asilo in un negozio di antiquariato specializzato in oggettistica araba e orientale, e in quel momento incontra Rubina, un personaggio caratterizzato da mille sfaccettature (il mistero, il segreto, l’avventura, la seduzione), ma il tratto più marcato sembra essere quello dell’identificazione della donna con il viaggio, che si estende sia nel tempo, in particolare con il passato che ritorna, che nello spazio[1].
Il negozio di Rubina calamita Andrea nei giorni successivi, soprattutto quando il ragazzo si ritrova davanti a una scritta con cui un teppista ne ha imbrattato la serranda. Per riparare al danno Andrea ritocca lo sfregio trasformandolo in “Aziza”, che corrisponde alla pronuncia della parola araba H.zjza, preziosa, cara, amata.
Il triangolo amoroso su cui si regge il romanzo è completato da Silvia, l’amica di Andrea, che divide con lui il ruolo del narratore. Bella, dai lunghi capelli neri lisci e dalla pelle pulita e chiara, alla ragazza è affidato il compito di coscienza esterna di Andrea, che svela ciò che Andrea non vuol dire di sé, come il motivo per cui a volte si ferma senza ragione apparente a guardare il cielo.
Il cambio di voce, che può in un primo momento disorientare il lettore, ha indubbiamente un apporto positivo nel presentare un punto di vista squisitamente femminile, ben distante dalle logiche che muovono il pensiero e le azioni di Andrea. Un esempio di questo meccanismo è riscontrabile nei pensieri che Silvia rivolge a Rubina e nella sua valutazione del rapporto tra Andrea e quella che identifica come la sua antagonista[2].
Nella lettura del romanzo ci si imbatte negli elementi ormai caratterizzanti dello stile narrativo dell’autore torinese: le intersezioni di poesia all’interno del testo, la costante presenza dell’amicizia tra uomo e donna, ben distinta e differenziata dall’amore, il tema della precarietà del lavoro e della lontananza dall’impiego “della vita”, la presenza di una società multietnica che qui ha il colore variegato di un porto di mare, il viaggio che in Aziza parte dal mare per spostarsi, attraverso la pianura, sulle montagne della Val d’Aosta.
Nonostante questi spostamenti, tuttavia, la protagonista resta Genova, una città dai motivi arabeggianti, “la metropoli più meridionale del Nord Europa”, un “posto in riva al mare che si arrampica sulle colline. Una città di passaggio, dove ogni giorno arriva gente da tutto il mondo, in nave, ed entra nel mio paese”. La città ligure non è però grande abbastanza per contenere i protagonisti e soprattutto “il mondo di Rubina, in continua mutazione, pieno di camere segrete, più complicato di una scatola cinese”.
Credo che in conclusione un commento debba essere speso sul mezzo scelto per la pubblicazione del volume. Può infatti apparire strano che uno scrittore come Del Gaudio, con diversi romanzi e saggi alle spalle, si affidi a un servizio come quello di Lulu.com per dare alle stampe un testo denso di sentimento e introspezione. Strano perché Aziza meriterebbe l’attenzione di un editore nel senso più classico del termine. Tuttavia, questo elemento non deve essere d’intralcio per il lettore, che rischia di trarre da questa scelta conclusioni affrettate sulla validità e valenza del romanzo. Purtroppo la qualità editoriale non va sempre di pari passo con la forma della pubblicazione, soprattutto quando la forma, in alcuni casi, può restare solo ed esclusivamente tale, senza garantire una sostanza di solidità e supporto all’opera stessa.
“Aziza” – Alessandro Del Gaudio
Pag. 116 – € 10,00
ISBN 978-1-4477-8645-0
[1] “Non riuscivo ad essere coraggioso come lei. Le sue gambe, certo, avevano camminato a lungo, l’avevano portata ovunque. Solo perché era una viaggiatrice esperta riusciva a parlare così. Non sembrava appartenere più a nessun posto, era un’apolide, una viandante”
[2] “Sì, a pensarci bene a tempo perso potrebbe fare tranquillamente la ballerina in un locale arabo, uno di quelli che stanno nascendo anche a Genova. Anzi, sicuramente è la prima ad essersi presentata all’appello per esercitare il suo lavoro preferito, magari in un posto ben più immorale dell’Ostrica. Non c’è dubbio, lei è peggiore di me!
E adesso sta pericolosamente insidiando il mio migliore amico, un ragazzo già abbastanza provato dalla vita senza bisogno di altri traumi. Sono certa che lei non saprebbe renderlo felice, non gli vorrebbe bene.