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Abarat

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Abarat
Clive Barker
Sonzogno Editore


Può uno dei più rinomati autori di racconti Horror scrivere storie per bambini? Se vogliamo cercare la risposta a questa domanda in Abarat, primo libro di una quadrilogia che sembra essere già stata adocchiata dalla Walt Disney, potremmo forse rispondere di sì. E il mio titubare con un "forse" è probabilmente solo un modo per sollevare una leggerissima protesta per l’aver
definito2 questo testo un nuovo "Alice nel paese delle meraviglie" o un moderno "mago di Oz".

Ma partiamo con ordine. Candy Quackenbush abita a Pollipoli in Minnesota. Ha una famiglia difficile alle spalle e la sua vita non le piace per niente. Non le piace la scuola, non le piacciono i limitati orizzonti entro cui è costretta a stare.
Durante una ricerca scolastica – che le procurerà come sempre pubbliche umiliazioni – viene a conoscenza della storia del signor Murkitt, morto suicida nella stanza 19 di un albergo, disperato per la fuga della moglie, che aveva lasciato come ricordo di sé solo un sestante e macchie a forma di onda.
Il ricordo ossessivo di queste onde e il rimprovero per la ricerca scolastica fuori dalle righe spingeranno Candy a scappare da scuola e a camminare fino a fuori città, fino ad un prato immenso con una strana costruzione, presso la quale incontrerà Johnny Dispetto e i suoi sette fratelli (tutti nella stessa persona) e poi Sagoma, servitore del Sire della Mezzanotte, intento a cercare di catturare e uccidere l’altra strana creatura.
E il punto di non ritorno è questo: Candy aiuta Johnny a evocare il Mar d’Izabella (scoprendo che la costruzione in mezzo al prato è in realtà un faro, unica costruzione di un
molo1 che è stato bruciato) e decide di gettarsi in acqua con lui, per raggiungere l’arcipelago di Abarat.
Da quel momento in poi la ragazzina (che per gli abitanti di Abarat viene dall’Altromondo) inizia un viaggio-fuga tra le 24 isole (più una) che rappresentano le ore del giorno. Le creature che incontrerà variano dagli animali parlanti, agli insetti robot, passando per umanoidi di tutti i tipi. E la scienza di Abarat spazia dalla magia (in grado di evocare animali volanti) all’elettricità e ai medicinali che curano qualunque cosa.

Un mondo estremamente articolato in cui il male (che nello specifico si identifica nel Sire di Mezzanotte e in sua nonna, intenta a cucire fango dentro pelle di cadavere per creare guerrieri) sta cercando di far tornare i terrificanti Requiax dal profondo del mare perché distruggano tutto, l’architetto Rojo Pixler sta cercando di cancellare la magia sostituendola con la tecnologia, le Fantomaya stanno (forse) tramando perché nessuna delle due cose accada, e molte altre forze minori si prodigano ognuna per il proprio obiettivo.
Un mondo assolutamente
vasto e disomogeneo3 in cui vivono in simbiosi centinaia di razze e di mostri diversi: il bestiario di Barker è infatti come al solito ampio e stranissimo, dimostrando ancora una volta, nel caso che ce ne fosse bisogno, l’enorme immaginazione e l’assoluta potenza evocativa di questo scrittore inglese.

Ed è anche per questo che, se anche i pellegrinaggi di Candy in questa terra sconosciuta, piena di nemici ma anche di creatura disposte ad aiutarla, in effetti possono ricordare le opere Lewis o Baum, l’accostamento esplicito pare – a mio parere – un po’ forzato. In Abarat molte creature sono di complessa immaginazione, il senso onirico di fiaba cede spesso il passo a situazioni frenetiche all’interno di macchinazioni di cui non si distinguono bene i contorni, e l’angoscia, la malvagità, arrivando fino alla morte sono presenze saltuarie ma certe. E anche solo il fatto che il singolo libro non è autoconclusivo (la storia finisce con Candy che veleggia verso l’ignoto, scappata dall’isola della venticinquesima ora) fa forse propendere più verso un’etichetta "fantasy" che "per bambini".

Comunque queste considerazioni sono solo elucubrazioni formali. Il libro in sé (una volta superata la necessità di "etichettarlo" in un modo o nell’altro) è maturo, avvincente, intrigante e ben scritto, i
personaggi4 sono ottimamente caratterizzati e hanno un dettagliatissimo background, e il mondo di Abarat in sé un costante (e piacevole) imprevisto.

Ultime due considerazioni: uno, mi auguro che il seguito sia pronto presto e due, prima dell’acquisto date una occhiata ad entrambe le versioni in questo momento in
commercio5, perché la seconda6 delle due, pur essendo più costosa ha al suo interno le illustrazioni a colori che lo stesso Barker ha disegnato per la storia. Sta poi a voi, nel caso, stabilire se questo sia un’interessante "aggiunta" o meno.

Marco Giorgini

1
…molo che in un lontano passato serviva per i commerci tra il nostro mondo e Abarat…

2
…in copertina…

3
come si può intuire dall’appendice ("estratta" dall’almanacco di Klepp) in coda a questo primo pezzo dell’avventura

4
almeno quelli che "sopravvivono" per più di qualche capitolo

5
oltre a quella di Sonzogno c’è l’edizione Fabbri…

6
…quella che ha una copertina diversa da quella in sottofondo a quest’articolo…

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