KULT Underground

una della più "antiche" e-zine italiane – attiva dal 1994

Diamant

4 min read

gioco per 3-8 persone
Autori: Alan R. Moon & Bruno Faidutti
Editore: Schmidt Spiele (www.schmidtspiele.de)

Chi non si ricorda il memorabile inizio de “I Predatori dell’Arca Perduta”? Indiana Jones che fugge a perdifiato cercando di evitare pericoli di tutti i tipi, dopo essere riuscito ad impadronirsi dell’idolo d’oro. In questo Diamant l’ambientazione ricorda quella scena, infatti in questo gioco abbiamo i giocatori che vestono i panni di esploratori che si addentrano in una serie di miniere abbandonate cercando di recuperarne i diamanti e rischiando che una mossa avventata vanifichi tutti i loro sforzi.
La scatola (un po’ sovradimensionata) contiene:
– le regole (in tedesco, francese e italiano),
– otto casse in cartoncino spesso,
– otto pedine di legno (con la silhouette di Indiana Jones),
– diamanti di plastica di due colori (rosso e bianco, dal valore di uno e cinque punti, rispettivamente),
– un mazzo di carte che rappresentano sezioni della miniera,
– cinque tessere numerate, di cartoncino,
– una plancia per l’accampamento (non è realmente necessaria, si trova solo nella prima edizione del gioco).
Ad ogni giocatore si dà una cassa e una pedina (nei colori corrispondenti), si mischia il mazzo di carte e si è pronti a iniziare. La partita si articola in cinque manche giocate in più turni (si utilizzano le tessere numerate per evidenziare quale manche si sta giocando): ad ogni turno si scopre una carta, il più delle volte vi sarà indicato un numero di diamanti che i giocatori si dovranno spartire in parti uguali (quelli che avanzano vanno lasciati sulla carta), altre volte la carta indicherà un pericolo (tra i cinque possibili). A questo punto i giocatori dovranno decidere se uscire dalla miniera o continuare, la decisione va presa utilizzando la propria pedina: ogni giocatore stende il pugno chiuso e lo apre simultaneamente, se contiene la pedina allora si esce dalla miniera, se la mano è vuota il giocatore continuerà; il problema è che, se si scopre una carta pericolo uguale ad una già presente, allora tutti i giocatori rimasti escono correndo dalla miniera a mani vuote (i diamanti raccolti fin’ora ritornano nella riserva comune), mentre chi è uscito volontariamente in precedenza può versare i diamanti nella propria cassa (consolidando il proprio punteggio); in più chi esce volontariamente può raccogliere i diamanti lasciati precedentemente sulle carte.
Quando una miniera viene abbandonata di corsa (per il secondo pericolo uguale scoperto) allora si passa alla miniera successiva, raccogliendo e mischiando le carte; ne verrà scartata solo una rappresentante il pericolo che ha fatto terminare la manche, invece se tutti gli esploratori decidono di uscire si continua a usare le stesse carte. Alla quinta miniera la partita termina e verrà dichiarato vincitore chi ha accumulato nella propria cassa il maggior numero di diamanti.
Diamant è sorprendentemente facile da spiegare ed altrettanto semplice da giocare; una manche dura pochi minuti e tutta la partita si può giocare con calma in mezz’ora. La semplicità del gioco sta nel fatto che la decisione da prendere è soltanto una: quando uscire dalla miniera; Diamant ricorda in questo il gioco “Can’t Stop” di Sid Sackson (pubblicato anche dalla Editrice Giochi), in entrambi i giochi è la fortuna a determinare se la decisione è stata giusta o sbagliata ma sta nel giocatore decidere fino a che punto rischiare. A differenza di Can’t Stop, dove chi si ferma non avrà la riprova di aver fatto la mossa giusta, in Diamant la sfida viene portata avanti contemporaneamente da tutti: chi si ferma può osservare cosa succede a chi invece ha continuato e capire se la scelta è stata vantaggiosa (ed è sicuramente divertente ascoltare i commenti dei giocatori nelle varie situazioni). E non sono assolutamente da sottovalutare i diamanti raccolti lungo il cammino di ritorno: se si è scelto il momento giusto e si è l’unico a tornare indietro, allora il bottino potrà essere notevole, e determinante per la vittoria. Un’altra differenza riguarda le cinque manche separate, per cui chi si avvantaggia a inizio partita potrà rischiare di meno in seguito, mentre i giocatori che sono rimasti indietro dovranno rischiare maggiormente per tentare di recuperare.
Una variante di questo gioco uscita sul mercato americano (dal nome “Incan Gold”) introduce una regola che si può applicare anche a Diamant: quando si pescano le tessere col numero “1” al posto di mettere un diamante si piazzerà un idolo (potete utilizzare una pedina presa da un altro gioco), l’idolo non è divisibile e potrà essere assegnato solo quando c’è un singolo giocatore a reclamarlo; ogni idolo nella cassa alla fine della partita varrà ben dieci diamanti.
In conclusione con Diamant abbiamo un gioco semplice da imparare, rapido, divertente, realizzato con ottimi materiali e che può essere giocato anche da nonni e nipotini, un classico gioco per famiglie (e con un massimo di otto giocatori può giocarci anche una famiglia numerosa) che può accontentare anche un assiduo giocatore, come spuntino finale dopo una faticosa partita ad un giocone (o come spuntino iniziale, aspettando che arrivi il classico ritardatario).

Altri articoli correlati

Commenta