Nottetempo Editore
“Vivere bene e vivere felici sono due cose diverse. E la seconda, senza qualche magia, non mi capiterà di certo”. E’ una frase di Mozart che la scrittrice sarda ha scelto come esergo per questo nuovo libro e che ne riassume il contenuto. In una zona della Sardegna, vive Madame che, pur essendo povera, si ostina a non vendere il proprio terreno a degli speculatori che intendono realizzare un villaggio turistico, costringendo, di fatto, i vicini di casa a fare altrettanto, bloccando il loro tentativo di vendere e di diventare ricchi. A narrare la vicenda è una ragazza quattordicenne, figlia di un uomo che è scappato via da casa dopo aver dilapidato una fortuna al gioco, con un nonno amico di Madame, “l’unico uomo possibile del futuro”, con una madre costantemente a letto per i dolori, ma in realtà si tratta di una malattia psicosomatica, con una zia che gira il mondo tenendo conferenze su Leibniz, ma che non riesce a trovare un posto di lavoro stabile. La scrittrice inserisce, nel contesto della trama narrativa, i numerosi vicini di casa che hanno un nipote trombettista jazz che suona a Parigi. Al centro dell’impianto narrativo vi è Madame che studia il francese perché ,forse, un giorno andrà in Francia. Una donna anticonformista, atipica, passionale, generosa, che non è amata, né apprezzata, considerata “strana”, che ha due amanti dai quali non riceve amore, ma solo sesso, così come fa sesso con il “ferito”, l’ospite della sua casa-albergo che, dopo essere guarito, abbandona la donna e la Sardegna. Sesso visto come forma di liberazione, come tentativo di combattere la solitudine e le scene degli incontri con gli amanti descritte dalla scrittrice sono molto poetiche ed intense. Tutto resta immutato ? no è la risposta della Agus che riserva, ai diversi personaggi del suo libro, un destino diverso da come lo avevamo immaginato. Ogni personaggio cambierà a sottolineare l’evoluzione delle idee, i mutamenti degli essere umani. A Madame e agli altri personaggi, la scrittrice riserva un futuro diverso dall’esistenza che hanno vissuto, totalmente nuovo, a testimonianza dell’idea della Agus che, nella vita, non vi sono delle certezze assolute e che le nostre esistenze possono subire improvvise svolte. Trama narrativa ben caratterizzata, personaggi consistenti, dialoghi alternati efficacemente a descrizioni del paesaggio sardo, sono le caratteristiche di questo romanzo, ma leggendo “Ali di babbo” quello che colpisce è la scrittura. Sospesa fra realtà e magia, chiara, semplice, lineare, priva di ricercatezze linguistiche, incanta il lettore perché si differenzia dai registri linguistici in voga nei giorni nostri. Una scrittura originale che riesce a descrivere,in maniera efficace, fatti e situazioni che affascinano il lettore: basti pensare alla scena che dà il titolo al volume, una delle pagine più belle di questo piccolo, grande romanzo.