Mursia – Pag. 300 – Euro 15,00
Mursia ha calato l’asso dell’autore di culto e dopo due romanzi più volte ristampati come L’ultimo Cuba (2006) e All’inferno ci vado in Porsche (2007), credo che si debba cominciare a parlare di fenomeno Grasselli. L’autore emiliano (adesso vive a Roma) parla di discoteche, ecstasy, ragazze da tampinare, nullafacenti che si fingono universitari, night, aperitivi, puttane, donne facili e relazioni che durano lo spazio di pochi mesi. Racconta il vero mondo dei giovani, senza le finzioni furbette di Moccia, ma calandosi in una realtà che conosce molto bene.
Ho scaricato Miss Italia è un romanzo di formazione, la storia di un giovane scrittore incompreso dagli editori che legge Hemingway e Bukowski, ma dedica gran parte del tempo al cazzeggio, vero scopo di vita, insieme ad amici spacconi che frequentano discoteche, night e puttane da strada. Leo è un ragazzo di buona famiglia, ma non si sente figlio di papà, non è stronzo abbastanza, cova tanta rabbia repressa e disperazione sotto la patina del benessere e dell’agiatezza. Non vede niente di positivo nell’essere un bravo ragazzo, peggio ancora un buon ragazzo e per rimediare si toglie la riga dai capelli e li pettina all’indietro con il gel. Non solo. Fa una cazzata dietro l’altra proprio per non essere giudicato un bravo ragazzo figlio di un notaio che possiede un sacco di soldi. Non crede nell’amore a prima vista, ma nel sesso a prima vista e forse la sua vocazione sarebbe fare il gigolò. Non vuol mettere su famiglia per nessuna ragione al mondo, a meno che per un caso fortuito non diventi miliardario. Leo viene cacciato di casa dal padre perché dice di studiare mentre da un anno non frequenta l’università, si ubriaca, va a caccia di puttane con un amico più pazzo di lui, si droga e finisce pure in galera. Il padre lo perdona, parla di obiettivi, studio, lavoro, dice che ha un potenziale da sfruttare e non può sprecarlo. Lui non ascolta neppure. Sa soltanto che vuole fare lo scrittore e per il momento la cosa che gli interessa di più sono le donne. Leo è innamorato di Marika, ma lei lo molla per un tipo assurdo, impresentabile, il classico bravo ragazzo. Leo ci sta male parecchio, però si consola quando viene a sapere che la ragazza è rimasta incinta. Un figlio è l’ultima cosa che desidera dalla vita. Leo si mette con Anita, una strafica che va in finale a Miss Italia, ma si stanca presto e la molla perché è troppo perfettina per il suo stile di vita. Anita diventa Miss Italia, ma ormai Leo l’ha scaricata e nessuno crede che sia stato lui a mollarla. Il finale presenta una serie di colpi di scena che non anticipo per non togliere il gusto della sorpresa, ma l’ho apprezzato parecchio per via di una serie di equivoci che ricordano la pochade teatrale e la commedia sexy, anche se il tutto converge in un dramma erotico.
Pierfrancesco Grasselli ha talento da vendere, ma non si prende per niente sul serio e questa è la sua arma vincente. Trova il modo di mettere in ridicolo il mondo editoriale inserendo la figura dell’editore Fringuelli che lo diffida dal presentare altri manoscritti, ma alla fine lo prega di pubblicare perché la sua storia potrebbe diventare un caso editoriale. A quel punto è lui che lo manda a spigare! Il romanzo si legge in due ore, perché è scritto con uno stile secco e sobrio che cattura e avvince, tutto dialoghi, azione e sequenze cinematografiche. Una sceneggiatura perfetta per un film generazionale. Chissà che qualcuno non ci abbia già pensato.