Andrea Vitali è uno degli scrittori più interessanti nel panorama letterario italiano. Nato a Bellano, sulla riva orientale del lago di Como, dove vive e dove esercita la professione di medico, ha esordito nel 1992 con “Il meccanico Landru”, ma ha raggiunto un enorme successo di pubblico e di critica con “Una finestra vistalago” che ha ottenuto nel 2004, il premio Grinzane Cavour per la narrativa. “La figlia del podestà”, pubblicato nel 2005 ha vinto l’anno successivo il premio “Bancarella” e recentemente ha pubblicato “Olive comprese”. Esce, in questi giorni, ripubblicato come sempre da Garzanti, “Il segreto di Ortelia” dal quale è stato tratto l’omonimo film diretto da Alberto Rondalli. Libri che si leggono d’un fiato, che si bevono come l’acqua, libri che qualcuno definisce “imperdibili”.
D. Dottor Vitali, quando ha scoperto di amare la scrittura?
R. Ho scoperto di amare la scrittura molto giovane, Mi ha subito affascinato come uno dei migliori mezzi di comunicazione. In gioventù, e anche adesso quando posso, ho scritto molte lettere per raccontare di ogni cosa abituandomi così a usare la parola scritta su carta.
D. Ambienta i suoi romanzi sempre a Bellano, sua città natale, dove continua a vivere. Vi è un motivo particolare o il suo paese rappresenta un microcosmo, specchio fedele del Paese in senso lato?
R. Non so se il mio paese sia realmente specchio fedele del Paerse ma so che è il teatro ideale delle mie storie. Mi pare di credere che in esso tutto sia rappresentato, seppure in versione ridotta ma il fatto stesso di trovarmici bene mi fa credere di essere nato nel posto giusto e forse anche nel momento giusto. Lungi da me però ogni vanità di primato o di idea di superiorità.
D. I suoi romanzi sono sempre ambientati nel passato ed in particolare modo nel periodo fascista. Vi è un motivo particolare?
R. Più di un motivo. A volte la storia che mi capita di raccogliere è legata a quel periodo, basti pensare per esempio alla Figlia del Podestà. A volte invece, benché le dinamiche siano ” moderne “, l’allontanarle nel tempo mi sembra che ne accresca il fascino romanzesco, di storia verosimile che avrebbe potuto accadere, forse che sì forse che no.
D. La critica letteraria la paragona, sovente, a Piero Chiara. Concorda con questo giudizio o pensa che fra le sue storie e quelle di Chiara vi siano delle differenze?
R. Ci sono delle similitudini, il lago, il piccolo paese, la curiosità per un certo genere di storie, caratteri, intrighi. Ci sono però anche delle differenze. Nella scrittura ad esempio laddove quella di Chiara a mio giudizio è molto più rigorosa mentre io sono portato, sempre di più, all’uso di un certo slang, a scrivere il parlato.
D. Dove trae spunto per imbastire delle storie complesse come quelle descritte e per tratteggiare i numerosi personaggi presenti nei suoi libri?
R. Mi guardo in giro. Ascolto. Annuso. Non perdo d’occhio il fatto che, dietro ciascuno di noi, c’è una storia bella o brutta che sia. Poi scarto le brutte e mi appassiono solo alle storie felici.
D. Che effetto le fa essere diventato uno scrittore di successo riuscendo a mettere d’accordo la critica letteraria e il pubblico?
R. L’effetto di aver raggiunto un obbiettivo sognato sin dalla gioventù. Che, devo ammettere, non è privo di una certa malinconia
D. Lei si avvale di una scrittura ironica, divertente, ma l’ironia è fine a se stessa ?
R. No, l’ironia è medicina. Io l’ho praticata molto, e la pratico tuttora, per superare certi momenti difficili che prima o poi capitano a tutti
D. Lei è uno scrittore molto prolifico, ha dato alle stampe molti romanzi. Vi è uno al quale è particolarmente affezionato?
R. Se lei mi deportasse sulla classica isola deserta imponendomi di portare con me uno solo dei miei libri mi accompagnerei a Un amore di zitella
D. Ha dei modelli di riferimento letterari?
R. Molti e italiani soprattutto. Non è per piaggeria ma la sua Sicilia ha fornito e fornisce grandi penne, da Sciascia a Camilleri
D. Quali sono i suoi progetti per il futuro?
R. Continuare a raccontare storie. La prossima è in uscita per primavera 2008, si intitola La modista ed è una storia anni cinquanta.