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I Giorni Innocenti della Guerra – Mario Fortunato

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I giorni innocenti della guerra

Siamo alla vigilia del secondo conflitto mondiale, in una piccolo centro dell’Italia centrale, ai piedi del monte Soratte. Un gruppo di giovani  è coinvolto nella guerra  e, come afferma una delle protagoniste, “mi fa rabbia pensare che la nostra giovinezza debba andarsene così assurdamente fra morti e disastri dappertutto”. Lo scrittore dà vita ad un romanzo corale, con una serie di personaggi: Stefano Portelli, sposato con Eleonora, avvocato socialista che non esercita la professione, ma appassionato cultore di libri di diritto “libri che sono una grande consolazione :al loro interno, è come rinvenire quell’ordine equo e giusto che il mondo abbia smarrito chissà dove e chissà come”, la cognata adolescente Nina che Stefano  sposerà, dopo la morte di Eleonora, dietro le pressioni della famiglia di lei, innamorata di Sergio, capo partigiano, “si abbandonarono  al silenzio concitato e ignaro del sesso”, ma altri consistenti  personaggi vengono inseriti dallo scrittore nel contesto narrativo come quella del  pilota inglese Alastair Ormiston, gay,  amante dei libri di Virginia Wolf, che sogna il compagno ideale così come quella dell’amica Edna che, in una Londra bombardata dai nazisti, scopre la felicità. Ad integrare il contesto politico dell’epoca le lettere di Giuseppe ed Ernesto, fratelli di  Eleonora e Nina, il primo comunista, tratto prigioniero in Russia ed  secondo, fervente fascista, partito volontario in Africa. Lo scrittore pone l’accento non  soltanto sull’aspetto storiografico, ma su quello dei personaggi  alle prese con problemi individuali, di cuore, di sesso, con un incerto futuro davanti. Storie, queste descritte da Fortunato, che si intersecano molto bene, con una narrazione che procede in maniera fluida. Non va dimenticata, nel contesto  della trama narrativa, la figura della prostituta  Beba, uno dei personaggi più interessanti del romanzo. Il finale del libro è triste,  struggente, doloroso. Quello che caratterizza questo libro, oltre la trama sapientemente orchestrata,  è lo stile  dell’autore: lieve, dolce, musicale, caratterizzato da frasi altamente poetiche. Una poesia che, unita alla “forza” della storia, fa di questo volume un bellissimo romanzo  che è riuscito a mettere  d’accordo, cosa non facile, pubblico e critica.

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