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Il poliziotto che ride – Sjöwall Maj, Wahlöö Per

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Su un  autobus a due piani, il  47,  vengono rinvenuti nove cadaveri, crivellati  da 77 colpi di pistola sparati a raffica.  Un caso unico per la polizia di Stoccolma e per Martin Beck, l’ispettore capo della squadra omicidi. Indagini complesse, nessun indizio, nessun testimone. La stampa assedia la polizia, il governo interviene affinché si trovino i responsabili dell’apparente  folle gesto viene chiamato da supporto per Beck e i suoi collaboratori, Månsson.  Sull’autobus viene rinvenuto morto un giovane poliziotto della squadra omicidi, Åke Stenström e inquietanti interrogativi si pongono agli investigatori. Che faceva sull’autobus il poliziotto, si trovava per caso o stava per pedinare qualcuno, specialità nella quale era veramente in gamba?  Un dilemma attanaglia Beck:  la strage di nove persone sull’autobus 47 è opera di un pazzo criminale o l’obiettivo era il poliziotto che stava conducendo  qualche indagine, all’oscuro di tutti, essendo una persona molto riservata? Le strane fotografie della ragazza del poliziotto , rinvenute in un cassetto della scrivania, portano i poliziotti ad interrogare la compagna, Åsa dalla quale apprenderanno indizi, pur se abili, utili nelle indagini che brancolano nel buio. Comprendere chi ha sparato ed ucciso nove persone non è certamente un’impresa facile e gli autori, veri e propri maestri del giallo, imbastiscono una trama narrativa  molto complessa ed articolata, avvincente. Un giallo di difficile soluzione,ma non per il capo della squadra omicidi di Stoccolma che, coadiuvato dai fidi Röön e Kollber verrà a capo della vicenda, riuscendo ad arrestare i responsabili della strage e soprattutto  a comprendere che il vero obiettivo era la morte del poliziotto. Il tutto va ricercato nel passato,in una indagine perfetta, da manuale,  portata a termine nel giugno del 1951, sedici anni prima la strage dell’autobus, della quale però non si era riuscito a trovare il colpevole. Vicenda legata alla morte della prostituta Teresa Camĕraŏ,  che era diventata  un chiodo fisso per il poliziotto , deciso a trovare i responsabili dell’omicidio e del giallo perfetto. Un tentativo, questo di Åke,  di riuscire a fare carriera in polizia, di stanare i responsabili di un delitto archiviato. Il libro, che segue la pubblicazione di altri come Roseanna, Un assassinio di troppo, L’uomo al balcone, ci sembra il migliore di quelli finora pubblicati,  perché oltre ad a presentare degli intrighi seducenti, dei personaggi consistenti, è un vero e proprio manuale di come si conduce una  inchiesta investigativa. Un libro forte, corposo,  mai banale, un giallo perfetto che disorienta il lettore, ma lo affascina fino all’ultima pagina.

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