gioco per 2-4 persone
Editore: Venice Connection (www.venice-connection.com)
È doverosa una premessa: nonostante il titolo questo gioco non ha nulla a che vedere con il libro o con il film omonimo (e potrei aggiungere, per fortuna). In realtà il nome con cui questo gioco è stato pubblicato nella prima edizione era un più semplice ed innocuo “Coda”, e solo il marketing può dirci perché a questo semplice ma interessante gioco di deduzione è stato affibbiato un nome così “carico di responsabilità”.
La dotazione di questo gioco è molto semplice, infatti la scatola contiene il regolamento (due pagine) e ventisei tessere rettangolari di plastica, in due serie nei colori bianco e nero, ognuna con i numeri da zero a undici (due tessere, con il trattino al posto del numero, sono usate solo nel gioco avanzato); ed in effetti nulla vieta, a chi lo vuole provare, di giocarci semplicemente usando un mazzo di carte.
Le tessere sono fatte a forma di scatola, con bordi rialzati che nascondono il numero a chi le guarda lateralmente. All’inizio della partita vengono mischiate le tessere coperte, e distribuite quattro per giocatore (tre se si gioca in quattro), ogni giocatore le deve disporre verticalmente, da sinistra a destra dal numero più basso a quello più alto; nel caso in cui un giocatore abbia due tessere con lo stesso numero va posizionata prima la tessera nera, poi la tessera bianca.
A questo punto il gioco può avere inizio, a turno ogni giocatore deve pescare una tessera, guardarla, poi deve indicare una tessera coperta dell’avversario e dire a che numero corrisponde; se sbaglia, allora rivela la tessera appena pescata e la inserisce tra le proprie, nella posizione corretta (così facendo dà agli altri giocatori un indizio importante sulle altre cifre del proprio codice). Se invece la sua deduzione (o intuizione) è corretta, il giocatore avversario scoprirà la tessera appena indovinata; il giocatore di turno a questo punto può decidere se fermarsi, oppure procedere con un nuovo tentativo (che nelle parole dell’autore è chiamato “attacco”). Se il giocatore decide di fermarsi (e quindi non ha commesso errori) può inserire la tessera appena pescata tra le proprie, mantenendo segreto il suo numero (e quindi rendendo più difficile agli avversari comprendere il proprio codice).
Chiaramente nelle prime mosse i tentativi dovranno essere effettuati partendo da pochi indizi (conoscendo soltanto le proprie tessere e il colore delle tessere avversarie) potendo contare solo su un po’ di fortuna, successivamente si potrà usare la propria memoria e le capacità deduttive per interpretare le risposte avute negli attacchi precedenti.
Quando un giocatore è costretto a rivelare l’ultima sua tessera esce dal gioco (non potrà più effettuare turni); si prosegue in questo modo finché non rimane solo un giocatore, che verrà dichiarato vincitore.
Nel caso in cui vengano pescate tutte le tessere, il gioco proseguirà senza pesca, e come penalità per un attacco sbagliato il giocatore di turno sarà costretto a rivelare una delle proprie tessere.
Se si vuole giocare una versione avanzata, basta usare anche le tessere con il trattino, si usano come le altre tessere, ma il loro posizionamento all’interno del codice è libero (con l’unica limitazione che non possono essere messe tra due numeri uguali) e una volta posizionate non vanno spostate.
Una partita a questo gioco è veramente rapida, nell’ordine di una ventina di minuti (un classico filler); per chi ha a disposizione più tempo è possibile giocare un torneo a punti su più partite, secondo le direttive che completano il regolamento, attribuendo punti ad ogni attacco portato a segno e ad ogni giocatore che si elimina dalla partita.
Personalmente non ho mai trovato accattivanti giochi come Master Mind, ma devo dire che questo “Da Vinci Code” mi risulta interessante e piacevole, sia giocato in due (direi la situazione in cui questo titolo dà il meglio di sé) che in più giocatori; in quest’ultimo caso può capitare che un singolo errore di un giocatore porti alla vittoria il giocatore successivo senza che gli altri possano avere la possibilità di fare alcunché, ma per un gioco di questa durata si tratta sicuramente di un peccato trascurabile.
Concludendo, se state cercando un titolo che vi permetta di esercitare memoria e deduzione, non trascurate questo “Da Vinci Code” e non giudicatelo solo dalle dimensioni (ridotte) o dal titolo (ma l’autore è stato avvertito del cambiamento al suo “Coda”?).