gioco per 3-7 persone
Autore: Marc Davis
Editore: Alien Menace (www.alien-menace.com)
Dal titolo si dovrebbe intuire che questo gioco non è propriamente serio, e iniziando a leggere il regolamento qualunque parvenza di serietà svanisce subito. I giocatori sono scienziati che si trovano a bordo di una non ben identificata stazione spaziale (ma molto probabilmente l’autore pensava alla ISS) quando avviene un disastro e l’aria a bordo comincia lentamente ad uscire. L’unica possibilità è trovare una tuta, rifornire la navetta e fuggire, l’unico problema è che la navetta ha solo due posti liberi, per cui qualcuno alla fine della partita si troverà a “succhiare il vuoto” (tranquillizzatevi, nella realtà sull’ISS c’è sempre un numero di persone adeguato alla capienza dei mezzi di salvataggio presenti).
Qual’è il contenuto della scatola?
– 18 tessere quadrate di cartoncino per comporre la stazione spaziale,
– 6 tessere con una scala per indicare l’ossigeno rimanente (da dare ad ogni giocatore) e relativi segnalino di plastica (stranamente a forma di missile),
– 6 segnalini per i personaggi con un supporto di plastica,
– segnalini vari di cartoncino per indicare armi, oggetti e condizioni dei personaggi,
– 2 dadi,
– regolamento (in inglese).
Il gioco è realizzato in economia (molto cartone) ma la grafica (realizzata al computer) è assolutamente da vedere, le tessere contengono una miriade di particolari (a volte microscopici) e citazioni da classici della fantascienza come 2001: Odissea nello spazio, Alien o Star Trek; tutto questo naturalmente è ininfluente, ma aumenta la demenzialità dell’ambientazione. Non parliamo poi della presenza di uno scimpanzé tra i segnalini dei personaggi o il consiglio dato ai giocatori di parlare con accento straniero (non per nulla è la Stazione Spaziale Internazionale).
La preparazione viene fatta assemblando la stazione spaziale, operazione che viene fatta pescando a turno una tessera e allineandola con quelle già presenti facendone combaciare i boccaporti, poi vengono distribuiti i segnalini oggetto (tre per tessera, capovolti) e ogni giocatore sceglie un segnalino personaggio e una posizione di partenza; infine si mettono due segnalini “sucking vacuum” (ovvero “depressurizzazione”) nella tessera della navetta e in quella adiacente, seguiti da un segnalino “sucking vacuum” messo da ogni giocatore in altrettante tessere adiacenti a queste due.
Le regole sono molto semplici ma allo stesso tempo rendono bene l’atmosfera (ehm…): la stazione si sta depressurizzando e tutto è basato sulla quantità di aria che rimane nei polmoni dei giocatori; finché le pedine si muovono in ambienti a pressione normale, ci si può muovere fino al massimo di caselle (sette) senza problemi e la mossa termina solo quando si decide di effettuare una ricerca in una tessera. Se si attraversa un boccaporto e si entra in una tessera che contiene il segnalino “sucking vacuum” allora si depressurizza anche la tessera dalla quale si proviene (non c’è modo per invertire il processo) e ci si trova a dover trattenere il respiro; in questo caso ogni azione ha un costo in “punti ossigeno” che si dovrà scalare dalla propria riserva (inizialmente dieci punti), ad esempio, per ogni casella che si attraversa si spenderà un punto. Ci si può rifornire di ossigeno soltanto terminando la propria mossa a fianco di apposite caselle che riportano una bombola.
Per poter partire bisogna raccogliere gli oggetti necessari a comporre una tuta intera (formata da tre pezzi), recuperare il dischetto per il rifornimento, portarlo in una casella computer e recarsi alla tessera navetta. Quando si decide di effettuare una ricerca si possono vedere gli oggetti presenti nella tessera e se ne può prendere uno, lasciando gli altri nascosti. Vista la situazione di emergenza, si può attaccare gli altri scienziati per cercare di impadronirsi di un oggetto, il combattimento è molto semplice e viene effettuato con un doppio lancio di dadi (o con un lancio singolo, se il difensore non oppone resistenza); chi vince fa perdere all’avversario un numero di punti ossigeno pari alla forza dell’arma utilizzata (due se non si usano armi), quando qualcuno arriva a zero punti sta boccheggiando e non può opporre resistenza (gli si può prendere un oggetto), al proprio turno l’unica azione che potrà compiere sarà quella di muoversi di due caselle verso una bombola di ossigeno.
Oltre alle armi e ai pezzi della tuta vi sono degli oggetti speciali che permettono di fare azioni particolari come spostarsi velocemente o muoversi al di fuori della stazione, un robot che può essere “programmato” per svolgere un determinato compito o un software di “pilota automatico” che permette di utilizzare da soli la navetta; tutto questo aumenta la varietà delle azioni a disposizione e dei “bastoni” che si possono mettere tra le ruote degli altri giocatori.
Questo gioco è sicuramente basato sulla fortuna, per i lanci di dado nei combattimenti e la disposizione casuale degli oggetti nelle tessere, ma per l’assurdità dell’ambientazione, la grafica e le situazioni che ne scaturiscono risulta molto divertente; un classico rappresentante di quella categoria che è stata denominata di recente e che risponde al nome di “Amerigame” (oppure”Ameritrash”, in una accezione peggiorativa sicuramente immotivata), ovvero di giochi che, in contrapposizione agli “Eurogame”, hanno un’ambientazione “forte”, buon appeal nei materiali e regole che non disdegnano l’uso della casualità come mezzo di risoluzione.
Questa (nuova) edizione, nonostante l’uso del computer per la grafica, è tutto sommato spartana (tutto è stato realizzato in cartoncino sottile), ma trovate anche i materiali e le regole per giocare uno scenario tutti contro uno, ovvero gli scienziati che cercano di fuggire all’invasione della stazione da parte di alieni (gestiti da un unico giocatore), oltre alle regole da torneo.
Se cercate un gioco rapido, semplice e divertente, e apprezzate (come me) i “dungeon crawl”, ovvero giochi che mettono i personaggi all’interno di un labirinto a cercare tesori e combattere, interpretando la situazione come se fosse un gioco di ruolo, questo “Sucking Vacuum” vi piacerà sicuramente; da evitare come la peste se, al contrario, non sopportate di perdere una partita all’ultimo momento a causa di un dado (“Talisman” docet).