39 modi per declinare l’amore. Questo – e molto altro – è “Posa sto libro e baciami” delirante progetto editoriale ideato e portato avanti da quel “bellimbusto” (cito letteralmente la cartolina di presentazione del libro) di Ivano Bariani, reggiano 25enne con il pallino per la scrittura già autore di “16 vitamine” (minimum fax, 2005). 37 giovani scrittori e due abilissimi fumettisti, fra cui compare il geniale Coniglio Cattivo, di cui potete apprezzare le gesta su www.conigliocattivo.splinder.com. Sono questi i numeri di un remake totale, dove giovani e promettenti artisti, molto spesso emergenti, hanno cercato di descrivere secondo il ricordo o la memoria scene d’amore dei più famosi e conosciuti film, libri, fumetti. Il lavoro, disomogeneo e con picchi di grande liricità, appare generalmente come interessante, nonostante alcuni racconti siano esageratamente banali e poco curati. Da segnalare il racconto di Gianluca Colloca, autore del fortunato “La vita sessuale di Alessandro Baricco” (Coniglio Editore) e del significativo “Pork Soda” (Unwired Edizioni). Colloca mette in scena un classico del cinema mondiale: Il laureato. Il punto di vista è del tutto particolare e interessante. Il risultato ironico e del tutto convincente. Da solo il racconto vale, insieme ai lavori di Coniglio Cattivo e Marco Candida, l’acquisto del libro.
Con Ivano Bariani, curatore dell’antologia e ideatore del progetto, abbiamo scambiato quattro chiacchiere.
1. Da dove nasce questa antologia?
Era una vecchia idea, dai tempi della prima raccolta su carta di FaM – Frenulo a Mano. Volevamo fare una cosa sull’amore. Sull’immaginario amoroso.
2. Come si sviluppa il progetto?
A un certo punto abbiamo finito i soldi e l’antologia amorosa di FaM non è uscita. Allora ho chiesto agli editori se volevano farla. Non volevano. Allora gli ho chiesto se volevano finanziare un’altra cosa, sempre sull’amore, ma diversa stavolta. Non volevano mica. Zandegù invece voleva.
3. Come hai selezionato gli autori? Quale è stato il genere più gettonato? Film? Fumetti?
Si sono selezionati da soli. Io ne ho invitati 86 – che più o meno erano tutti quelli che conoscevo e di cui avevo letto qualcosa di stimolante. Poi solo in 39 hanno risposto. 3 hanno risposto ma poi non hanno consegnato in tempo. Uno ha risposto ma incazzato. Il genere più gettonato? Sicuramente i film.
4. Che ne pensi degli autori compresi?
Uno spettacolo: prima hanno scritto della roba che non si è mai vista prima (e infatti l’hanno scritta loro, spacciandola per “ispirata a”), poi hanno fatto promozione e hanno fatto ufficio stampa, e poi hanno scritto recensioni per il libro, parlato coi librai fingendosi acquirenti interessati all’antologia, costretto almeno un parente e un amico a fare la stessa cosa. Sono tanti e giovani. Un esercito del surf tra le cui file si è nascosto qualche esperto di marketing piramidale. Sono il mio core business.
Direttamente dal sito di Zandegù, l’introduzione di Ivano Bariani.
Il succedersi delle narrazioni, così ricche di accadimenti, che scandiscono le stagioni della vita, trae origine dall’immersione delle sequenze in dei momenti che assumono pertanto nella specie la valenza del culto, di cui questi coinvolti rappresentano solo alcuni dei molteplici soggetti esponenziali, rimettendo al mondo ciò che di esso essi ne avevano carpito. Sono forse queste istanze le uniche, capaci d’imporre alla coscienza riflessioni non banali, ben al di là dell’avere, per un confronto serrato e serio con e sull’essere…
No, vabbè. Seriamente. Questa raccolta è una genialata. Primo perché questa – prendete nota – non è un’antologia di racconti; secondo perché questa è una raccolta di cover. Una cover è quando in musica qualcuno prende una canzone di un altro e la rifà a modo suo. La cover, come il remake nel cinema, è quindi un esercizio estremo di coraggio e di stile. Sposta tutto l’impegno sul come invece che sul cosa, e intanto – di solito – vede un tipo fare il fenomeno di fronte a un gigantesco mostro sacro nel suo genere. Le cover sono sostanzialmente bugie raccontate benissimo, alle quali nessuno crede. Per raccogliere le trentanove cover di questo libro abbiamo lavorato così: io ho mandato una e-mail a ottantasei persone. Molte erano amiche, alcune le conoscevo appena, di tutte avevo letto qualcosa che mi era piaciuto. L’idea era questa: ogni autore doveva cercare di ricordarsi la sua scena d’amore preferita, poi doveva raccontarla a modo suo. La scena d’amore poteva essere parte di un film, di un libro, di una canzone, di una poesia, di un documentario, di una scultura, di una favola oppure di un ricordo (ma abbiamo accettato proposte per altre possibili fonti di scene d’amore). Non ci importava che il film scelto avesse avuto successo, che la favola citata rispettasse l’originale o che il libro
fosse proprio l’ultimo di Niccolò Ammaniti, Come Dio comanda, edizioni Mondadori. Certo, ci sarebbe piaciuto. Ma quello che più ci interessava, ai fini della raccolta che stavamo imbastendo, era che le scene avessero una fonte precisa, e che quella fonte non stesse completamente nell’immaginazione dell’autore. L’altro requisito era che la scena prescelta fosse una scena di amore (per le scene di sesso, le scene di gelosia, le scene di sangue e le scene di caccia che erano anche scene di amore, abbiamo lasciato all’autore il compito di convincerci). Una cosa che dovreste immaginare è proprio questa doccia di inviti che parte dal mio account di posta elettronica e i cui schizzi colpiscono ottantasei autori sparsi per
Tratto da Posa ‘sto libro e baciami di Autori Vari
© 2007 Zandegù Editore