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Gomorra – Roberto Saviano

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Un libro-denuncia che racconta il potere della camorra a Napoli, in Campania e nel mondo, la sua affermazione economica e finanziaria e la sua potenza militare. Si tratta di testimonianze raccolte sui luoghi degli agguati, nei negozi e nelle fabbriche dei clan, dallo stesso scrittore-giornalista.

La storia parte dalla guerra tra clan di Secondigliano, dall’ascesa al potere del gruppo Di Lauro (uno dei gruppi storici della camorra), al conflitto interno che ha generato 80 morti in poco più di un mese. Una narrazione-reportage che svela i misteri del “Sistema” (così oggi gli affiliati chiamano la camorra, questo termine ormai è in disuso), di un’organizzazione poco conosciuta, creduta sconfitta e che in silenzio è diventata potentissima superando addirittura Cosa Nostra per numero di affiliati e giro d’affari illegali.

Cosa mi ha colpito di più di questo libro? La crudeltà con cui questa organizzazione recluta le persone (bambini, donne, uomini, anziani) per farli lavorare nella più totale illegalità, per poi ammazzarli senza pietà quando non servono più o quando commettono uno “sgarro”, e la gratitudine, sembrerà strano ma è così, da parte di queste persone (gente povera, senza lavoro, gente che ha fame) verso i boss, dai quali ricevono tutto: protezione, lavoro, soldi. Un esempio lampante è quello delle mogli e delle madri dei bossi camorristici o dei suoi affiliati, le donne della camorra, le quali ricevono protezione e sussidi da parte del “sistema” anche quando i loro familiari finiscono in carcere, in cambio però di assoluta fedeltà all’organizzazione. Per queste donne l’aiuto che ricevono dalla camorra è importante, in questo modo riescono a condurre una vita adeguata: mangiano, i loro figli studiano, hanno tutto; per loro appartenere a un clan importante è un vanto, il loro compito è quello di essere solo fedeli al clan di appartenenza e di tramandare ai loro figli questi ideali, come ad esempio la vendetta.

L’elemento però che più colpisce il lettore e che lo “spiazza” è il trovarsi disarmati dinnanzi a questo potente colosso illegale che è la camorra. Ci si sente impotenti di fronte a questo tipo di criminalità, si vorrebbero fare tante cose, si hanno tante idee in proposito ma poi ci si dice… “tanto è inutile!”.

Come si legge dalle pagine del libro, ci sono uomini seduti ai vertici più alti del potere che non vogliono che questo “mostro”, questa piaga sociale venga sconfitta. C’è chi vuole che Napoli venga ricordata come la “città della camorra”, degli omicidi, dell’illegalità, del traffico e dello spaccio di droga e non fa assolutamente nulla per poterla ripulire, bonificare, salvare, “tanto è inutile…e poi non importa a nessuno!”.

La camorra non è quella raccontata al cinema, nelle fiction, è molto di più, è una realtà concreta, una “ragnatela” che si allarga ogni giorno, un “cancro” che sta divorando Napoli o forse l’ha già fatto. La si trova ovunque, nei posti più impensati, coinvolge le persone più inimmaginabili, incute terrore in noi che la vediamo da lontano, raccontata nei TG o letta nei libri e vendetta e potere in quelli che ne fanno parte.

Un plauso da parte mia all’autore del libro Roberto Saviano, un giovane di soli 27 anni, scrittore e giornalista (collabora con L’Espresso, Il Manifesto e Il Corriere del Mezzogiorno) che ha saputo denunciare con coraggio questi fatti, non si è limitato a raccontare una storia, ma l’ha vissuta in prima persona, portandone i segni e subendone le conseguenze. In seguito al successo del libro, Saviano infatti ha ricevuto minacce da parte di affiliati alla camorra. Il ministro dell’interno gli ha conferito una scorta e lo ha cautelativamente portato lontano da Napoli. Ecco, questa signori è la “Camorra”.

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