La prima avventura di Grogghino
Balzano editore
173 pagine
12,5 euro
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Seconda avventura per il becchino modenese “Grog” proposto nella collana Nerostorie di Balzano Editore, ma non la seconda avventura di questo personaggio (che ha una lunga lista di romanzi alle spalle) come uscita in assoluto, né necessariamente la “prima” (come da sottotitolo). E questo caos apparente – che caos poi non è – riguarda vari aspetti della produzione dell’alter ego “reale” di questo personaggio (l’autore modenese Roberto Roganti), che ha cambiato dinamiche e meccanismi – da quel primo Morte al Villaggio Giardino – fino a rendere Grog il personaggio principale delle sue vicende letterarie-delittuose, svincolando la sequenza temporale delle opere da una cronologia rigorosa a una cronologia “discorsiva” (cioè quella di un ordine di narrazione legata alla volontà e alla memoria del raccontare i singoli casi, passati), come spiega l’autore stesso nella prefazione.
Ciò che quindi abbiamo di comune, con l’opera precedente proposta dalla Balzano, è poco e tanto insieme. C’è la città – Modena – c’è eventualmente qualche personaggio già citato (al di là ovviamente di Grogghino), e c’è, giustamente, un delitto. Poi c’è parte della struttura. La parte in cui il giallo è per lo più dettagliato in scambi tra gli attori in scena, che narrano, discutono e analizzano, ben prima e più di quanto vadano fisicamente ad indagare. La parte in cui il giallo è anche una lotta contro un sistema, un gioco di squadra, un gioco di amici e confidenti che lavorano insieme e intorno, per arrivare prima e meglio alla soluzione, nonostante tutto. La parte, infine, in cui il giallo è luoghi e persone. E cibo e bevande. Per dire, quindi, che pur nella diversità – anche stilistica – la mano dell’autore c’è e giustamente si riconosce anche quando ribalta i tasselli e li mescola. Fornendo una firma riconoscibile su un documento diverso ma non dissimile.
Ma cos’è il Bulldog e quale è il misfatto citato?
Beh, la prima domanda la potete fare quasi solo se non siete della zona – perché il Bulldog è un (bel) locale dove mangiare, vicino al centro, aperto dal 1991. Mentre il misfatto che l’autore getta davanti al suo alter ego è un orribile e efferato delitto all’interno dei bagni (sotterranei) di questo locale. Una ragazza – una giovane cameriera lettone – viene trovata non solo morta, ma fatta letteralmente a pezzi, in un omicidio che sembra rituale, dentro al locale chiuso (e con l’allarme inserito) quando al mattino i proprietari lo riaprono dopo averlo lasciato la sera prima. Un giallo complesso, reso ancora più difficile da qualche elemento inatteso, in cui il ruolo narrativo del becchino (che ha poi un ruolo operativo di consulente e lavora insieme a varie figure coinvolte nell’indagine) è anche quello di descriverci i dettagli anatomici del cadavere, per “distrarci” mentre, in un gioco di progressione, ci accompagna lungo ipotesi e plausibili situazioni. Un Virgilio con i guanti, che ha lo scopo di farci seguire un percorso che parte da una morte e arriva ad un colpevole.
Lo stile è diretto e colloquiale e non c’è molto spazio per il politically correct – come è legittimo che sia in un contesto del genere. La lettura risulta quindi veloce e dubito che arrivati in fondo, non vi venga voglia di valutare il prossimo titolo di Roganti con lo stesso personaggio appena sarà disponibile.