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Fino a Prova Contraria

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gioco per 1-6 persone

Autore: Enrico Procacci

Editore: dV Games (www.dvgiochi.com)

Le serie TV ambientate nei tribunali o che trattano di processi hanno sempre affascinato, attirando l’interesse del pubblico anche quando si basavano sui meccanismi della giustizia degli USA (difficilmente replicabili o applicabili ai codici nostrani): le testimonianze, gli interrogatori, le arringhe, la presentazione delle prove e i colpi di scena, assieme ai vari personaggi che si alternano sulla scena (seguendo gli approfondimenti e le evoluzioni dei loro caratteri e personalità) sono tutti elementi che mantengono elevata l’attenzione dello spettatore, fino al culmine della sentenza, con relativo appagamento o delusione in base al fatto che il giudizio collimasse o meno con il nostro.

Questo gioco della nostrana dV Games (ovvero la daVinci, nata nel 2001 pubblicando BANG!) ci porta esattamente in un’aula di tribunale, in un processo dove il protagonista dovrà perorare la causa del suo primo cliente, nel caso dal nome “La Collana del Cielo Stellato”, come riportato nel sottotitolo sulla scatola. La particolarità principale di questo gioco è che è assimilabile ad un romanzo giallo, ovvero lo si può giocare in pratica una volta sola dato che una volta “scoperto il colpevole”, giocarlo una seconda volta non avrà molto senso visto che si sa già la soluzione (e quindi si potrà vincere facilmente con il massimo del punteggio); il costo relativamente basso lo rende comunque una opzione valida per una serata tra amici (si tratta di un collaborativo), per passare un’ora in un dibattito acceso su quale pista seguire o a quale dettaglio dare più importanza; ma vediamo nel dettaglio come è strutturato questo primo caso dell’avvocato Peter…

La scatola è piccola (come quella delle espansioni di BANG!, ma più alta) e contiene:

– i banchi della giuria in cartoncino (che si apre come nei libri pop-up),

– dodici segnalini in cartoncino per i giurati,

– un mazzo di carte Accusa, di grande formato,

– cinque buste chiuse (che contengono delle carte),

– il regolamento (in italiano).

I materiali sono semplici, ma ben realizzati, le carte sono illustrate in uno stile da fumetto (con l’avvocato aitante e il pubblico ministero arcigno) e con un simpatico banco della giuria da aprire, mettere nella scatola, e in cui inserire i giurati di cartoncino, da utilizzare per tenere traccia del punteggio (sarebbe servito allo scopo un semplice segnalino su una traccia da zero a dodici, ma avrebbe certamente fatto meno scena); dato che verranno usate una volta sola non vale la pena imbustare le carte, che comunque contengono tanto testo, per cui conviene sicuramente giocare con la versione in italiano.

La partita si prepara in un attimo: si inseriscono i giurati nei banchi, sei girati dal lato verde e sei dal lato rosso, si apre la pagina web indicata nel regolamento (infatti per giocare serve un computer o uno smartphone), ovvero https://fapc.dvgames.com, si dà il mazzo di carte Accusa al primo giocatore e si può iniziare.

Il giocatore di turno legge l’introduzione del caso e il lato giallo della prima carta Accusa (verrà aperta la prima busta e si potranno esaminare le prime carte Personaggi, Indizi e Documenti), dopodiché si dovrà decidere quale carta sia più indicata da inserire nell’app come risposta alla domanda che ci è stata posta (si dovrà inserire il suo numero). L’app potrà rispondere in modo negativo (indicando quanti giurati andranno girati sul lato rosso) per cui dovremo ritentare con un’altra carta, oppure in modo positivo (indicando quanti giurati andranno girati sul lato verde) dandoci il permesso di leggere il lato azzurro della carta Accusa. In pratica sul primo lato di ogni carta Accusa ci sarà la domanda del Pubblico Ministero, per la quale dovremo trovare lo spunto per la risposta che verrà data dal nostro Avvocato sull’altro lato; una volta letta la risposta il mazzo verrà passato al giocatore successivo che procederà a leggere la prossima carta. Notare che in caso di risposta sbagliata ci viene anche fornito un indizio per riuscire ad avvicinarci alla risposta corretta. Si prosegue in questo modo fino alla conclusione del processo, ed il numero di giurati sul lato verde (ovvero quelli a favore dell’innocenza dell’imputato) determinerà il livello di successo (o insuccesso?) conseguito; in pratica si fanno più punti riuscendo a trovare subito la carta che fa proseguire la storia piuttosto che sprecare tentativi su tentativi prima di riuscirci.

Questo gioco fa parte di quella serie di titoli che hanno trovato larga diffusione negli ultimi anni, quelli “apri e gioca” che spesso si basa su enigmi da “escape room”, pochissime regole, puzzle da risolvere, e poca o nessuna rigiocabilità (fattore negativo parzialmente compensato dal basso costo). Un lato positivo del titolo in questione è che alla base c’è una ambientazione e una trama che non lo rende una mera collezione di enigmi, ed è un piacere passare un’oretta a discutere con gli amici (colleghi di toga) a confrontare opinioni o convincerli della bontà delle proprie intuizioni.

Lato negativo (evidente, a questo punto) è la non rigiocabilità, per cui se pure lo abbiamo apprezzato, per poterlo giocare di nuovo dovremo forzatamente attendere la pubblicazione di un nuovo caso (non ancora annunciato, ma molto probabile, visto l’epilogo della storia che si può leggere sull’ultima carta).

In conclusione, se state cercando un gioco leggero per passare un’oretta in compagnia (si può giocare anche in solitario, ma perdereste la soddisfazione di confrontare idee ed intuizioni con gli amici, e costa meno di un biglietto del cinema), questo è un gioco consigliato, Vostro Onore!

 

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