L’occhio dei poeti – Patrizia Fazzi
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Edizioni del Leone
Poesia
Pagg. 128
ISBN 978-8873143475
Prezzo Euro 15,00
Il terzo occhio?
C’è una poesia in questa raccolta che dà il titolo alla stessa e che, leggendola, mi ha fatto venire in mente il famoso esoterico terzo occhio, per intenderci quello che dovrebbe consentire di vedere chiaramente dentro di noi e di pervenire a orizzonti di coscienza notevolmente superiori. Con ogni probabilità Patrizia Fazzi non ha avuto la mia stessa idea quando l’ha scritta, però è altrettanto vero che il poeta è in grado di andare oltre le apparenze cercando di svelare mondi che sono ai più sconosciuti. Non sarà merito dell’esoterico terzo occhio interiore, la cui esistenza è stata solo ipotizzata, ma sta di fatto che chi scrive poesie ha una sensibilità tutta particolare che gli consente di rimuovere, almeno in parte, i veli che celano l’oltre, ciò che la maggior parte nemmeno percepisce, ma è esistente. E scrive bene al riguardo la poetessa: L’occhio dei poeti guarda lontano / l’occhio dei poeti vede nel buio /…; come è possibile comprendere la poesia parla appunto di questa capacità e lo dice in modo esplicito, chiaro e del tutto comprensibile, un concetto che mi sento senz’altro di condividere.
La raccolta, però, non è solo questo, ci sono composizioni con le quali si esprime una ricerca interiore, di tono intimistico e altre che riflettono esperienze di ogni giorno, mettendo in luce sentimenti che sono propri di ogni essere umano, ma che sono particolari in chi ha un’anima poetica, come in una lirica, che mi ha colpito in modo particolare, dedicata ai suoi alunni e ai giovani e di cui riporto di seguito qualche verso esplicativo: Vi lascio così / come figli miei, / perché così vi ho sentito, / pianticelle cresciute nel vaso angusto delle aule, / terra su cui ogni giorno ho sparso / semi e gocce con pazienza e passione, / …./ Vorrei innaffiarvi ancora di letture, / offrirvi coni gelato di poesie, / …/ Tappezzerò di voi la stanza dei ricordi, / quelli più incancellabili e segreti, / e vi lascio così, / per sempre un po’ anche figli miei. Sono versi scritti con emozione, ma anche con sapienza, visto che l’autrice è riuscita a trasmettere perfettamente il suo stato d’animo, che è in bilico fra la malinconia derivante dal dover lasciare le creature da lei forgiate e l’orgoglio di esserne stata l’artefice.
Si tratta comunque di una silloge quanto mai varia e anche proprio per questo occorrerebbero molte più pagine per parlarne nella misura necessaria; resta però viva un’immagine, forse da terzo occhio, e cioè un canto a una poesia che, al di là della penna che incide le pagine, è un volo verso l’alto dei cieli, è un liberarsi dalle catene degli impegni e dei doveri della materialità di tutti i giorni per ascendere anche noi che leggiamo verso mondi sconosciuti e meravigliosi.
Patrizia Fazzi è nata e vive ad Arezzo. Per completezza si prega di cliccare sul seguente link: https://www.associazionescrittoriaretini.it/patrizia-fazzi/