Intervista con Daniele Brusaschetto
9 min readBRUISE A SHADOW
Comunicato stampa
More than thirty years animating the obscure scene of Torino. Daniele Brusaschetto continues his journey through the different souls of a complex city, with his very personal sonic soot. The new album ties amd expands the tropes of the former Flying Stag, hammering even more along the lines of the incandescent lineage of Voivod, Godflesh and early Mastodon. Tracks built in the last five years, existentialism, melancholy, daily apocalipse, non-sense, delirium and irony. Granite enriched by the mist of new / no wave, from which the echo of sudden melody emerges, a sort of emotional industry, to uncover beyond the wall of guitars.
Sono più di trent’anni che anima la scena oscura torinese. Daniele Brusaschetto continua il suo viaggio attraverso le diverse anime di una città complessa, con la sua personalissima fuliggine sonora. Il nuovo album lega ed espande i cliché del precedente Flying Stag, martellando ancora di più lungo le linee dell’incandescente lignaggio di Voivod, Godflesh e dei primi Mastodon. Tracce costruite negli ultimi cinque anni, esistenzialismo, malinconia, apocalisse quotidiana, non senso, delirio e ironia. Granito arricchito dalle nebbie della new/no wave, da cui emerge l’eco di una melodia improvvisa, una sorta di industria emotiva, da scoprire oltre il muro delle chitarre.
The clan – official videoclip
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Daniele Brusaschetto emerged as an artist in 1994. Over the course of nearly thirty years his music has encompassed a wide range of genres, including industrial, noise rock, songwriting, and metal. His artistic journey has been marked by a continuous exploration beyond the confines of sound. During the 1990s and 2000s, he and his band were at the forefront of a vibrant live scene, embarking on numerous tours across Europe and even venturing to the United States.
In the 2000s and 2010s, he experienced a period of electronic isolationism, characterized by fewer live performances but an unwavering dedications to record production.
Since 2016, he has rekindled his passion for the six-string and extreme rock. In 2019, he released “Flying Stag”, an album that signaled his return to the energetic sounds of metal, math, groove, and stoner rock. In 2023, he unveiled “Bruise a Shadow” on WormHoleDeath Records, solidifying a style reminiscent of early Mastodon, Voivod, and the new/no wave movements. His future trajectory lies along this path, resolute and focused. Throughout the years, Brusaschetto’s band has been joined by numerous artists fron the Italian alternative scene, including Marco Rinaldi (Crunch, Omega Machine, Lama Tematica), Francesco Lurgo, Marco Milanesio (DsorDNE), Bruno Dorella (OvO, Ronin, Bachi da Pietra), Marco “Il Bue” Schiavo (Larsen) and Mirco Rizzi (Ashtool, Nerocapra).
Daniele Brusaschetto emerge come artista nel 1994. Nel corso di quasi trent’anni la sua musica ha abbracciato una vasta gamma di generi, tra cui industrial, noise rock, songwriting e metal. Il suo percorso artistico è stato segnato da una continua esplorazione oltre i confini del suono. Durante gli anni ’90 e 2000, lui e la sua band erano in prima linea in una vivace scena live, intraprendendo numerosi tour in tutta Europa e avventurandosi persino negli Stati Uniti.
Negli anni 2000 e 2010, ha vissuto un periodo di isolazionismo elettronico, caratterizzato da meno esibizioni dal vivo ma da una dedizione incrollabile alla produzione discografica.
Dal 2016 riaccende la sua passione per la sei corde e il rock estremo. Nel 2019 ha pubblicato “Flying Stag”, un album che ha segnato il suo ritorno ai suoni energici del metal, del math, del groove e dello stoner rock. Nel 2023, ha presentato “Bruise a Shadow” su WormHoleDeath Records, consolidando uno stile che ricorda i primi Mastodon, Voivod e i movimenti new/no wave. La sua traiettoria futura si trova lungo questo percorso, risoluta e concentrata. Nel corso degli anni alla band di Brusaschetto si sono aggiunti numerosi artisti della scena alternativa italiana, tra cui Marco Rinaldi (Crunch, Omega Machine, Lama Tematica), Francesco Lurgo, Marco Milanesio (DsorDNE), Bruno Dorella (OvO, Ronin, Bachi da Pietra ), Marco “Il Bue” Schiavo (Larsen) e Mirco Rizzi (Ashtool, Nerocapra).
Line up
Alberto “Mono” Marietta – Batteria
Daniele Pagliero – Basso
Daniele Brusaschetto – Chitarra e voce
Intervista
Davide
Ciao Daniele e ben ritrovato sulle pagine di Kult Underground. “Bruise A Shadow” segue “Flying Stag” del 2019. Hai fatto altre cose in questi quattro anni, altri progetti o collaborazioni, o è stato un lungo periodo di silenzio e lavorazione di questo nuovo materiale?
Daniele
Ciao Davide, è un piacere ritrovarti.
Negli ultimi quattro anni mi sono dedicato anima e corpo alla preparazione di questo disco, composizione, prove in sala con la band e la registrazione.. quest’ultima è durata un anno!
Nel 2020 però è in effetti uscito un album in collaborazione con Paolo Spaccamonti, ma dentro ci sono canzoni registrate svariato tempo prima, quindi un lavoro relativamente facile e veloce.
Davide
Cosa conferma e continua “Bruise a Shadow” rispetto a “Flying Stag”? Cosa introduce invece di nuovo e come tira le somme rispetto al punto a cui sei giunto nel tuo trentennale e poliedrico percorso musicale?
Daniele
Si prosegue nella direzione rock/metal math/stoner, tanta saturazione, energia, melodia. Rispetto al precedente “Flying Stag” è presente una più pronunciata atmosfera di fondo wave.. shoegaze.. Ascoltando a freddo “Bruise..”, mi vengono in mente anche i Jesus And Mary Chain di “Psycho Candy” e tutto quel filone di rock sonico sognante degli anni 80.. Naturalmente in versione ultra-distorta. Dopo trent’anni di produzione incessante, forse quest’album riflette le origini della mia passione musicale davanti allo specchio ossidato dei successivi orientamenti ed inclinazioni open minded.
Davide
“Bruise A Shadow”… “Ferire, ammaccare, illividire un’ombra”… Qual è il significato di questo titolo, che per altro sembra contenere anche un pezzo del tuo nome, “Bruise” come “Brusa”…?
Daniele
Principalmente è un gioco di parole, “BruiseAShadow” è il modo in cui i non italiani pronunciano il nome “Brusaschetto”, soprattutto i madrelingua inglese. Me lo fece notare Bruno Dorella quando mi disse: “ho il titolo per il tuo prossimo album!”.
Poi il (non)significato dell’illividire un’ombra lo trovo assai fascinoso ed evocativo. Prendere a pugni qualcosa che non può subire colpi.. in stile Don Chisciotte contro i mulini a vento. O ancora, prendersela con l’ombra di quello che invece è l’avversario in carne ed ossa, vuoi per codardia o per buffonaggine.. o sbruffonaggine.. o dileggio.. Ci si può sbizzarrire a girare la cosa in mille modi.
Davide
“Flying Stag” uscì con la Wallace Records. Come sei invece approdato alla, credo losangelina, WormHoleDeath Records?
Daniele
WormHoleDeath ha anche un ufficio a Los Angeles, però è nata ed ha sede in Italia, dalle parti di Firenze. E’ praticamente una major distribuita da Warner, ma a conduzione indipendente, sono davvero contento e fiero di essere entrato a far parte di questa grande famiglia.
Sono venuto in contatto con loro nel modo più banale del mondo, ho inviato via web un demo chiedendo aiuto per un’uscita discografica. Il boss Carlo Bellotti ha avuto il tempo di ascoltarlo e quindi contattarmi.. mi è parso entusiasta. Per una volta è andata bene, anzi, benissimo.
Davide
Belli i disegni della copertina e del booklet del fumettista, writer e illustratore Rocco Lombardi. Perché hai pensato a lui e al suo stile per questo tuo nuovo lavoro?
Daniele
Con Rocco ho già avuto modo di collaborare in passato. Ha uno stile molto personale e riconoscibile, mi piace molto quello che fa e ho pensato che potesse trovare il giusto appeal visivo per i contenuti sonori. Penso ci sia riuscito alla grande, anche se devo ammettere che ho dovuto abituarmi a così tanta presenza di nero.
Davide
Otto brani: cinque cantati in inglese, due in italiano e uno strumentale. Cosa affrontano in particolare i testi di “Bruise A Shadow”? Qual è il nucleo o il cardine delle tue riflessioni sull’uomo e sul mondo, diventato ad esso sempre più estraneo oppure ostile… oppure?
Daniele
Le mie solite tematiche esistezialiste, insondabili misteri dello spazio profondo, beata rassegnazione al vivere, contemplazione dell’inimmaginabile infinito con curiosità bambina..
L’uomo è spinto all’avventura dalla sua curiosità, senza di essa sarebbe rimasto un mammifero come tanti. Il mondo è stato la sua culla per secoli e millenni, ora però non è più sufficiente. Così come ogni animale sfrutta al massimo l’ambiente in cui vive, anche l’uomo ha fatto lo stesso col suo; nutrendosi e proliferando fino a saturazione. Nessuno può sapere con certezza cosa l’attende nel prossimo futuro. Sicuramente, se sopravvive a se stesso per i prossimi 100/200 anni, le esplorazioni spaziali saranno la via privilegiata per garantire la prosecuzione della specie. In una spietata macro visione antropocentrista, il pianeta terra è soltanto una delle case che l’umanità può abitare.
Davide
Come si è formata la line up di questo disco e come riassumeresti l’apporto da loro dato alle tue composizioni? Come avete lavorato insieme a questo materiale?
Daniele
Il poliedrico batterista Alberto “Mono” Marietta suona con me dal 2016. Daniele Pagliero è entrato in gioco nel 2019, ma lo conosco e stimo la sua vena creativa dall’età dell’adolescenza. Il loro apporto è stato fondamentale, senza il loro personale gusto e tecnica i brani sarebbero stati un’altra cosa. Hanno messo dentro l’anima e il cuore, sono felicissimo di poter contare su musicisti di questo calibro e sono completamente soddisfatto della resa finale delle canzoni.
Il metodo di lavoro è ormai rodato: compongo i brani in solitudine / li registro su pc / invio i files ai miei uomini / in sala prove inizio a trovare la quadra con la batteria suonata da Mono / una volta soddisfatti dall’amalgama si passa al lavoro a tre, il basso si fa strada tra le note di chitarra e i ritmi di tamburo / ultima la voce che si adagia pian piano sul tappeto sonoro. Ogni canzone ha avuto bisogno di tre/quattro mesi di gestazione per arrivare a pieno compimento.
Davide
Ti seguo da circa una ventina di anni e hai conseguito, a mio parere, una equilibrata sintesi tra i tuoi diversi versanti, metal variamente declinato e songwriting in particolare. Colpiscono anche i continui cambiamenti di tempo dentro ogni brano. Quali idee musicali ed esplorative hai avuto come linee guida durante questo lavoro?
Daniele
Negli ultimi sei/sette anni ho intensificato notevolmente gli ascolti di musica classica. Pur rispettandola totalmente, sento il bisogno di andare oltre l’usuale forma canzone della musica “popolare”: introduzione/strofa/ritornello/strofa/ritornello/ponte/ritornello.. Basta! Voglio sbizzarrirmi a cercare strutture diverse, per forza di cose più complesse. Grattugiare la chitarra inciampando in escursioni sonore imprevedibili e buttarmi in sonici ottovolanti a velocità luce. Naturalmente però senza sacrificare il senso melodico, parte essenziale e principe del tutto.
Davide
Ricordo che ascolti e collezioni molta musica di vario genere. L’ultimo disco e l’ultima band che ti hanno più colpito?
Daniele
È un bel po che non seguo le novità del mondo discografico.. Le ultime band che mi hanno sorpreso positivamente e che ho ascoltato a lungo con piacere sono state gli Strapping Young Lad e gli Ulver.. Si parla di quindici anni fa.. 😀
Fortunatamente i miei compagni di band, che sono gli unici a garantirmi uno spicchio di vita sociale al di fuori della famiglia e del lavoro, mi tengono aggiornato su ciò che c’è di interessante tra le uscite musicali più recenti.. Idles, Discomostro, Red Fang, Moderat, … L’underground mondiale comunque pullula di artisti fantastici e super-originali, ma che purtroppo rimangono passione per un numero ridotto di fans.
Davide
Cosa seguirà?
Daniele
Nuove canzoni e concerti dal vivo finché riesco.
Davide
Grazie e à suivre…