KULT Underground

una della più "antiche" e-zine italiane – attiva dal 1994

Intervista con Talèa

10 min read

“Aura” è il nuovo album di Talèa, il suo esordio vero e proprio dopo l’EP “Tales” del 2021.  L’album è disponibile da oggi sui portali digitali e su supporto fisico CD, LP su prenotazione), ed è stato prodotto da Flavio Ferri, membro fondatore dei Delta V, che ha curato il sound della cantante jesina dopo la sua partecipazione a X Factor 2022.

Contiene tre nuove versioni dei singoli “Ombre”, “Sconnessi” e “Amandoti”, quest’ultime due impreziosite dalla partecipazione di Antonio Aiazzi (Litfiba) al piano e alla fisarmonica (in “Amandoti”).

Disponibile in versione CD mentre il vinile è previsto per Settembre 2023 (al raggiungimento di almeno 30 ordini).

Talèa ha mal di testa. Quello che vede non è realtà. Quello che vede ha una forma diversa.

Il disco è un concept che ruota attorno all’emicrania con aura, una forma di cefalea preceduta o accompagnata da sintomi transitori di tipo neurologico: visione di lampi, macchie nere scintillanti, deformazioni degli oggetti, oscuramento del campo visivo. Inoltre, indolenzimento del braccio e della gamba e disturbi della parola di tipo afasico. Alla cessazione dei sintomi, l’Aura propriamente detta, parte l’emicrania, che si accompagna generalmente a nausea e vomito. Luce, suoni e odori possono diventare insopportabili.

Questa condizione è considerata rara, ma in tempi recenti se n’è parlato molto a causa dell’insorgenza di tanti casi nuovi e a scopo informativo.

Ho scoperto di soffrire di questa patologia nel 2017. Dal primo attacco di Aura, vivo in costante stato di allerta e la mia percezione del mondo è cambiata. Questo mi permette di vivere le cose in modo diverso. Durante gli attacchi la mia vista è alterata e la mia bocca pronuncia parole sconnesse, diverse da quelle che penso, spesso in modo del tutto casuale.

Questo disturbo mi apre una prospettiva differente. Mi interessa raccontare quello che succede dentro me, mostrare il senso di caos che mi accompagna quotidianamente, illustrare come qualcosa di sostanzialmente invalidante possa invece diventare la chiave di lettura di sé e la legittimazione di un’essenza diversa.

La depersonificazione alla quale sono sottoposta è anche la caratteristica del tempo che vivo.

Oggi so che la mia a lungo odiata emicrania con aura altro non è che il mio filtro agli eventi, ciò che mi fa essere me.

Tracklist: 01. Tempie; 02. Vetri; 03. Stencil; 04. Rovesciamenti;  05. Ombre; 06. Sconnessi 07. Vuota 08. Spigoli 09. Caleido 10. Amandoti 11. Bianco.

Comunicato Vrec Music Label / Davvero Comunicazione

Talèa (nome d’arte di Cecilia Quaranta) nasce a Sesto San Giovanni (MI) nel 1998 ma si trasferisce a Jesi durante l’infanzia. Appassionata di chitarra inizia a girare diversi locali con i classici del rock e folk d’autore, con muse ispiratrici come Joan Baez e Joni Mitchell e consumando i dischi di Bob Dylan, Fabrizio De André, Lucio Battisti e molti altri. La svolta arriva quando decide di iniziare a viaggiare in Irlanda e in Scozia dove perfeziona l’inglese che utilizza anche nei testi delle sue canzoni mentre si esibisce in vari pub e come artista di strada. Ispirata dai magnifici paesaggi scozzesi, scrive molti dei brani che faranno parte del suo primo EP a cui lavora durante la pandemia rientrando a Jesi. Nel settembre 2020 vince una borsa di studio presso il CET del Maestro Mogol. Alla fine dei concerti estivi, firma il suo primo contratto discografico con l’etichetta Vrec Music Label, che nel 2021 pubblica il suo primo EP di inediti sotto la produzione artistica di Marco Olivotto (Giulio Casale). Dall’Ep sono estratti i singoli e video “Song in the Dark” e “Riding Home”. A Settembre 2022 pubblica la cover dei CCCP “Amandoti” sotto la produzione artistica di Flavio Ferri ed è protagonista dell’edizione 2022 del talent televisivo X Factor. Dopo i singoli “Ombre”, “Sconnessi” (impreziosito dal pianoforte di Antonio Aiazzi) e “Vetri” è uscito amaggio del 2023 il nuovo album “Aura” (Vrec/Audioglobe).

 

Instgram: https://bit.ly/IGTalea
Facebook: https://bit.ly/FBTalea
Spotify: https://bit.ly/SPTalea
Tik Tok ceciliataleaquaranta

https://youtu.be/20sIBCXRIMs

(Sconnessi – Live in studio)

Precedente intervista

https://kultunderground.org/art/40499/

Intervista

Davide

Ciao Cecilia e ben ritrovata su queste pagine. Due anni fa parlammo del tuo esordio, l’EP “Tales”. Cosa continua e cosa cambia “Aura”?

Talèa

Ciao Davide e grazie! Trovo che l’evoluzione del mio progetto si basi sull’apporto di esperienze, curiosità, conoscenze e approfondimenti fatti durante tutto il percorso. Di “Tales” c’è la voglia di capire, c’è la chitarra acustica che non mi abbandona mai, ci sono i miei viaggi (fisici, tangibili e astratti). Più che un cambiamento, credo che in “Aura” si possa trovare un esperimento diverso, una ricerca incentrata su un differente aspetto di me. Entrambi i miei lavori studiano il rapporto tra interno ed esterno, tra società e individuo, tra il mio sentire come persona e il mio sentire come parte di una comunità.

Davide

Partiamo dal titolo. L’aura non è soltanto un fenomeno sensoriale o motorio che precede una crisi convulsiva, nel caso dell’epilessia, o una emicrania, ma in parapsicologia è anche un alone luminoso normalmente invisibile che circonderebbe e animerebbe tutti gli esseri viventi, capace di riflettere l’anima dell’individuo. Qual è l’anima di questo tuo lavoro riflessa dalle tue nuove canzoni? Qual è stato il tuo percorso interiore nello scriverle e comporle?

Talèa

Si è trattato indubbiamente di un percorso complesso e tortuoso, sia a livello compositivo che a livello personale e di ricerca. L’ultimo anno mi ha messa di fronte a scelte importanti e a sensazioni complicate. Razionalmente ho sempre cercato di mettere in ordine gli eventi, di catalogarli, di ritagliarli a una forma prefabbricata. In “Aura” ho deciso di sconvolgere questa tendenza e di sperimentare la bellezza del caos, di mettere a fuoco quelle stranezze, quei difetti di fabbrica che rendono unica la mia esperienza di vita. Ecco, l’anima di questo progetto è proprio lo studio e l’accettazione di un sentire personale per definizione.

Davide

In copertina, fotografia di Lilian Capuzzimato, c’è il tuo volto sfocato, o meglio visto attraverso un disallineamento che in medicina è detto diplopia binoculare. Fa però pensare anche alla presenza di due stati distinti di personalità. Il doppio e l’alterità sono da sempre temi indagati dalle arti e dalla letteratura. È un tema, questo, che affronti in “Aura”, così come nel dialogo tra Cecilia e Talea, e in che modo?

Talèa

Il concetto di sdoppiamento mi affascina da sempre. Credo, però, che tra Cecilia e Talèa non ci siano poi così tante differenze: per comunicare ho bisogno di essere me stessa, di liberare il canale che mi collega a chi ho di fronte, di lasciar fluire tutte le sensazioni che mi attraversano. “Aura” racconta le mie contraddizioni, questo sì! La copertina (e perciò il disco) raffigura la sensazione di mancata nitidezza, di non necessaria definizione della mia figura, dei miei tremori, delle mie paure, delle mie solide certezze, del mondo che vivo, un mondo così strano e incerto, così distaccato e allo stesso tempo così connesso. “Scivolosi tentativi di trovarsi e di cambiarsi” recita il testo di “Sconnessi”.

Davide

In Tales cantavi in inglese, mentre ora hai scelto l’italiano. Perché questo cambio di rotta?

Talèa

L’italiano è una lingua complicata e perciò una sfida irresistibile per me. Ho, quindi, deciso di sperimentare e di vedere cosa ne sarebbe uscito. Poi ho capito che l’inglese mi permetteva di essere molto sincera ma allo stesso tempo non mi dava modo di esprimere delle sfumature importantissime. Gli spigoli della lingua italiana sono sicuramente molto difficili da gestire a livello musicale, ma quegli stessi spigoli trovano il modo di incastrarsi nelle combinazioni più sorprendenti e di stupirmi ogni volta.

Davide

Colpisce il fatto che tu abbia titolato ogni brano con una sola parola. Hai cercato mi pare la stessa concisione nella scrittura dei testi, come nelle prime singole parole di “Tempie”?

Talèa

Assolutamente sì. Innanzitutto volevo scrivere dei testi che mettessero gli ascoltatori nella condizione di poter sperimentare nella maniera più veritiera possibile l’esperienza dell’emicrania, perciò le sensazioni di confusione, di caos, di quasi apparente non-senso iniziale per poi riprendere le fila del discorso e dare senso a tutto. Poi la sintesi, il buio, il poco, gli stimoli ridotti sono quello che cerchiamo quando non ci sentiamo bene. E ancora, come comunità siamo abituati a vomitare una quantità di parole sconsiderata, perciò mi piaceva l’idea di creare qualcosa che a livello testuale avesse più interpretazioni ma che lo facesse in maniera sensata, senza sprechi di parole.

Davide

Tra i vari sintomi dell’emicrania con aura, fotopsia, scotomi, parestesia ecc. c’è anche la fonofobia, ossia l’intolleranza nei confronti di qualsiasi tipo di rumore o suono. A parte una simile situazione per chi ne soffra, la musica ha un potere curativo secondo te e di che tipo?

Talèa
Credo che la musica abbia il potere di metterci in relazione con il nostro sentire, di qualsiasi stato d’animo si tratti. Spesso non solo non sappiamo dare un nome a ciò che ci succede, ma non riusciamo neanche a vederlo. La musica riesce a connetterci con le sensazioni più sconosciute che ci attraversano e credo che anche il solo riconoscere che ci sia qualcosa da individuare in noi sia parte della guarigione. Perciò, sì: la musica è curativa nel senso che è un canale comunicativo che va oltre quelli che consideriamo standard.

Davide

La tua partecipazione a X Factor 2022 è stata molto positiva e hai meritato anche una standing ovation del pubblico. Qual è il tuo bilancio e cosa ne è seguito?

Talèa

X Factor è stata una parentesi sicuramente molto importante perchè mi ha dato modo di raggiungere molte persone in pochissimo tempo e di accendere una luce sul mio progetto. I giorni passati insieme agli altri ragazzi sono serviti a contaminarci a livello personale e artistico e a mettere delle ottime basi per delle amicizie bellissime. Sicuramente il talent non è mai il punto di arrivo, è una partenza: è un treno che passa e sul quale puoi decidere di salire perchè ti accompagni alla prossima stazione. Ne è seguito “Aura”, quindi sono felice.

Davide

Parliamo dei musicisti che ti hanno aiutata nella registrazione del disco. A cominciare da Flavio Ferri, che credo abbia suonato in ogni traccia tra tastiere, basso e programmazione, sua anche la produzione. Hai composto i brani con la tua chitarra acustica? Che tipo di collaborazione è stata, specialmente in fase di arrangiamento con l’uso importante di strumentazione elettronica?

Talèa
Flavio è stato fondamentale. Nonostante io fossi solita comporre alla chitarra, questa volta non ho voluto seguire uno schema preciso e ho preferito lasciarmi guidare dalle sensazioni in studio. Avevo scritto dei testi liberi, avevo delle idee musicali e avevo dei brani già “assemblati”, il lavoro è partito da lì. Flavio ha stravolto le mie abitudini facendomi vedere che è dietro il vetro che si nascondono le cose più interessanti. Abbiamo lavorato a delle idee, spesso in maniera parallela per poi confrontarci di tanto in tanto e allinearci. è stato molto bello.

Davide

Ulrich Sandner ha invece suonato la chitarra acustica in sei tracce e Antonio Aiazzi il pianoforte in “Sconnessi” e la fisarmonica in “Amandoti”, brano di Massimo Zamboni e Giovanni Lindo Ferretti. Perché hai scelto di reinterpretare “Amandoti”? Quando senti che una canzone scritta da altri deve diventare anche tua?

Talèa

Una canzone scritta da altri deve diventare anche mia quando si fa mezzo di trasporto delle sensazioni che voglio trasmettere. Mi diverto tantissimo da sempre a suonare brani non miei, e l’ho fatto così tanto che mi rendo conto di affrontarli esattamente come affronto i miei. L’approccio è lo stesso. A volte suono canzoni scritte da me e mi sembra di raccontare una storia non mia, altre volte succede l’esatto opposto. La prima volta che ho suonato “Amandoti” quasi per scherzo in cameretta, sono stata male. Quando succede, è scattato qualcosa.

Davide

Proust scrisse che la musica è forse l’unico esempio di quello che avrebbe potuto essere – se non ci fosse stata l’invenzione del linguaggio, la formazione delle parole, l’analisi delle idee – la comunicazione delle anime”. Cos’è per te?

Talèa

La musica è il mio modo di comunicare e la mia valvola di sfogo. I periodi nei quali non ho potuto suonare ho sofferto molto. Una volta, di mattina, mi sono accorta di essermi svegliata durante la notte e di aver scritto una canzone di getto e per intero sulle note del telefono. Quando non lascio spazio alla scrittura o alla composizione, loro si fanno spazio da sole, a costo di interrompermi il sonno.

Davide

Cosa seguirà?

Talèa

Seguiranno dei live e delle occasioni per chiacchierare insieme a chiunque voglia essere dei nostri. Mi piace sempre pensare che i concerti siano l’occasione per conoscersi. La scrittura non si ferma, perciò seguiranno progetti, ma nel frattempo non voglio perdermi il piacere di far ascoltare “Aura”, un lavoro al quale tengo veramente tanto.

Davide

Grazie e à suivre..

Talea
Grazie a te! A presto

 

Commenta