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Intervista con Michele Fazio

9 min read

Michele Fazio World Trio

Michele Fazio

Aska Maret Kaneko

Carlos “el tero” Buschini

feat. Fausto Beccalossi

“Infinity”, anticipato dall’omonimo singolo già disponibile su tutte le piattaforme, si distingue per un sound magico, caratterizzato dalla straordinaria capacità di incantare l’ascoltore: Aska Kaneko esplora ogni possibile timbrica con il suo magico violino e con la sua voce, usata spesso non solo per cantare ma anche come contributo sonoro ad uso strumentale. Le composizioni mirabili e la qualità di registrazione superiore, fanno di “Infinity” un disco sia per i palati audiofili più esigenti che per il pubblico mondiale che ormai da tempo segue le peripezie discografiche di questi eccellenti artisti.

“Infinity” è stato registrato, mixato e masterizzato presso Artesuono, Cavalicco (Udine), da Stefano Amerio. Foto: Ruggero Rosfer. Design: Marina Barbensi. Prodotto da Michele Fazio per Abeat Records. Video a cura di Luca Marino. Hanno suonato: Michele Fazio (piano), Aska Maret Kaneko (violino, voci), Carlos “El Tero’’ Buschini (basso acustico), Fausto Beccalossi (fisarmonica).

Michele Fazio World Trio

Il trio nasce occasionalmente grazie ad un concerto organizzato all’interno della rassegna JAZZaltro nel 2022. Il successo straordinario decretato dal pubblico, la sensazione che ci fosse una affinità straordinaria tra i tre artisti provenienti da tre diversi continenti ha indotto il patron di Abeat Records, Mario Caccia, a cooptare i musicisti in un’avventura discografica culminata nella pubblicazione dell’album “Infinity”, pubblicato il 6 giugno 2023.

https://www.michelefazio.org/

https://www.abeatrecords.com/music/

Infinity (Michele Fazio / Aska Maret Kaneko)

Secret Love (Michele Fazio)

Jazmin (Carlos Buschini /Aska Maret Kaneko/Michele Fazio)

La Festa (Michele Fazio)

Profumo Di Luna Crescente (Aska Maret Kaneko)

El Paso Del Lagarto (Carlos Buschini)

Instinct (Carlos Buschini / Aska Maret Kaneko / Michele Fazio)

Kujira No Yume (Whale’s Dream) (Michele Fazio / Aska Maret Kaneko)

Torre Delle Stelle (Aska Maret Kaneko)

Sunrise (Michele Fazio)

Intervista

Davide

Ciao Michele. Un trio internazionale – anzi un World Trio – che, ponendo l’Italia al centro come tramite e punto medio ideale di congiunzione, unisce due nazioni agli estremi per latitudine, Argentina e Giappone. Come è nata questa collaborazione con il contrabassista argentino Carlos “El Tero’’ Buschini e la violinista Askat Maret Kaneko?

Michele

Avevo conosciuto Aska in occasione del mio precedente album “Free” dove avevamo registrato un brano io e lei. Due anni fa Mario Caccia di Abeat records ci propose di fare dei concerti in trio con Carlos e il successo di pubblico di quei due concerti ci hanno spinto a credere in questo progetto e scrivere e pubblicare un disco.

Davide

Al trio si aggiunge anche il featuring del fisarmonicista cromatico Fausto Beccalossi, considerato per altro uno dei massimi specialisti a livello nazionale e internazionale del suo strumento. Come è stato deciso l’incontro di questi quattro strumenti e loro sonorità, quindi pianoforte, contrabbasso, violino e, appunto, fisarmonica, per dare voce alla vostra musica? Che tipo di insieme e di amalgama avete perseguito?

Michele

Fausto è stata una scoperta per me sorprendente perché ho suonato come ospite in due brani in un concerto dove c’era lui e Carlos e sono rimasto folgorato dal suo genio. Ci sembrava perfetto per i tre brani dell’album dove ha suonato e così è stato perché il suo senso ritmico e il lirismo nei soli erano gli ingredienti giusti per mettere insieme questi quattro strumenti.

Davide

Ricordo un passo di Baricco, nel quale si invitava a pensare a un pianoforte. “I tasti iniziano. I tasti finiscono. Tu sai che sono 88, su questo nessuno può fregarti. Non sono infiniti, loro. Tu sei infinito, e dentro quei tasti, infinita è la musica che puoi suonare. Loro sono 88, tu sei infinito”. Perché “Infinity”? A quale infinito si riferisce il titolo del disco, nonché del brano che lo inizia?

Michele

L’intenzione in questo disco era quella di mescolare davvero le tre culture musicali di tre continenti diversi. In un momento storico in cui si tende a recintarsi io penso invece che bisogna aprirsi e e quindi Infinity è il termine giusto e più poetico per definire questo concetto.

Davide

Cosa lega idealmente le vostre dieci composizioni di “Infinity”? Quali le idee o gli stimoli e le suggestioni che vi hanno guidato nel lavorarvi?

Michele

Aska vive tra St.Louis e Tokyo e quindi ci siamo confrontati telematicamente mentre con Carlos, che spesso è in Italia, ci siamo visti e abbiamo costruito il canovaccio di questo disco.
Ho voluto che anche Carlos e Aska scrivessero dei pezzi per questo disco e così è stato proprio per avere la sensazione di fondere davvero tutto in un unica voce.

Davide

Che tipo di intesa si è creata tra voi? Quale ideale equilibrio è stato raggiunto o quale ideale osmosi? Cosa diresti di avere imparato, sopprattutto, da questa esperienza?

Michele

La prima volta che ho suonato con Aska in occasione del mio album precedente, posso dire che è stata una delle esperienze più forti della mia vita musicale. Lei emana una luce speciale e ti folgora. Carlos invece oltre ad essere un ottimo compositore con il basso crea delle ritmiche così ricercate e funzionali che non ti fanno sentire la mancanza di una batteria.

Già dai i primi concerti avevamo capito che c’era un’alchimia e che c’era divertimento e passione insieme. E mi fa felice pensare che Aska mi abbia detto un giorno che le mie composizioni sembrano scritte apposta per il suo violino.

Davide

Continuità o novità rispetto ai tuoi precedenti lavori, tra i quali “Crossover” del ’21 e “Free…” del ’20?

Michele

La continuità è nel mio modo di scrivere nonostante i tre album siano diversi. Quello che credo cambi sia l’approccio e la diversa intesa. Ma infinity ritengo sia rispetto agli altri due più coraggioso e più sperimentale.

Davide

I brani sono cantati da Aska Maret Kaneko in lingua giapponese. Come influisce il suono di una determinata lingua, specialmente – come in questo caso – una lingua molto lontana da quelle che siamo più soliti ascoltare in occidente, oltre che sulla vocalità e sul canto, nella composizione e nell’arrangiamento di un brano?

Michele

È una bella domanda. Fondere senza avere limiti e confini è il senso di questo album ed era la prima idea che abbiamo condiviso insieme. Far cantare Aska in giapponese e mescolare davvero tutto.

Certo sono sicuro che a qualcuno non piacerà o avrà difficoltà a comprendere anche la sonorità completamente diversa.

Invece per me è fantastico ascoltare quella lingua sulle mie composizioni o su quelle che ha scritto Carlos.

L’influenza argentina nei due brani “Jazmin” e “instinct” e il testo in Giappone per me è davvero un’esperienza sonora che io condivido fortemente.

Davide

Quando un brano o un momento del brano ha per voi bisogno della voce umana o di parole e quando no? Che tipo di strumento è stata la voce di Aska Maret Kaneko rispetto agli altri?

Michele

Come dicevo prima i due brani scritti da Carlos erano strumentali ma lui li ha sempre immaginati cantati e quindi farli cantare da Aska in giapponese era una scelta condivisa. Io invece ho voluto che lei cantasse la melodia di un brano, “North sea”, che avevo pubblicato in trio nel mio disco precedente “free”.

Quando per la prima volta ho sentito la voce di Aska mi sono immaginato quel pezzo cantato da lei e il risultato è stato quello che io sognavo.

Davide

Una delle peculiarità del jazz è quella di dare ampio spazio all’improvvisazione. Il materiale è stato interamente composto o c’è stato anche spazio per l’improvvisazione?

Michele

A parte i temi e le strutture lo spazio per le improvvisazioni c’è ed è una base importante di questo album. Alcune momenti sono nati insieme proprio perché la prerogativa di questo disco è l’interplay.

Non so se è fortuna ma anche con Fausto Beccalossi è stato come se suonassimo da una vita insieme. L’alchimia che si è creata è qualcosa che non si può spiegare razionalmente.

Davide

In Italia c’è ancora e per fortuna qualche casa discografica di valore e qualità, fatto sempre più raro specialmente in Italia. Che ruolo hanno avuto Mario Caccia e la Abeat records?

Michele

Direi che se ci fossero più Mario Caccia in giro il mondo sarebbe più bello.

Con Abeat Records ormai collaboro da 12 anni e ho fatto 4 album.

Il rapporto con Mario è stato empatico dall’inizio e la cosa bella è la crescita mia musicale e quella di Abeat Records come etichetta.

Un percorso in simbiosi che oggi ci permette ad ognuno di noi di sentirsi orgogliosi di quello che facciamo e che abbiamo fatto.

Davide

In copertina avete scelto di essere fotografati davanti a un’opera dell’artista Francesco Tricarico della Fabbrica Eos Gallery, performer che per altro dipinge anche dal vivo ed è anche un cantante autore e musicista. Un’opera che, per altro, rievoca Kandinsky e la sua passione od ossessione per la musica, per la quale i colori costituivano come dei suoni o un coro da fissare sulla tela, il colore era il tasto, l’occhio il martelletto e l’anima il pianoforte dalle molte corde. Perché avete scelto quel particolare dipinto?

Michele

Io collaboro con Tricarico dal 2009 come musicista e non solo perché abbiamo scritto un disco insieme. Con lui abbiamo un progetto piano e voce che portiamo avanti da anni e i suoi quadri hanno sempre un concerto di infinito. Con l’aiuto di Ruggero Rosfer un grande fotografo e la grafica di Marina Barbensi abbiamo realizzato questa copertina ed io ho voluto fortemente avere nello sfondo quel quadro perché avverto in quel dipinto una senzazione forte di spazio, di infinito e forse anche di caos.

Davide

Guy De Maupassant, ne “La lettera di un pazzo” definì la musica come la più precisa delle arti, vaga come un sogno ed esatta come l’algebra. Cos’è per te? Qual è per te il suo più grande potere, quale la sua più importante funzione?

Michele

Quella frase mi sembra perfetta perché è esattamente così. In questi ultimi dieci anni ho cercato sempre di scrivere musica che provenisse esclusivamente da me e in qualche modo ci sono riuscito. Questo per me è la dimostrazione del potere della musica che può diventare il filo conduttore della tua vita stessa.

Davide

Cosa seguirà?

Michele

Spero di suonare tanto in giro con questo trio e con gli altri progetti che ho, perché io sono anche un musicista che si diverte molto a suonare e a portare la propria musica in giro. Ma la mia vena compositiva è sempre in movimento, per fortuna o per amore, per cui credo di scrivere nei prossimi anni altri dischi.

Insomma non mi sono mai sentito così pieno di desiderio di sperimentare e scrivere come in questi ultimi anni e quindi ne devo approfittare.

Davide

Grazie e à suivre…

 

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