Scrittura & Scritture Edizioni
Narrativa
Pagg. 384
ISBN 9788885746374
Prezzo Euro 16,50
Fra Mantova e Venezia
Era da un po’ di tempo che non avevo l’occasione di incontrarmi con Biagio dell’Orso, per l’esattezza dalla fine dell’inverno del 2019 quando ho avuto il piacere di leggere La profezia dei Gonzaga, quinto episodio con protagonista il capitano di giustizia più affascinante della storia italiana del Cinquecento. Poi c’è stato un periodo di silenzio e probabilmente anche il Covid ha avuto il suo peso, ma finalmente quest’anno ha fatto la sua comparsa nelle librerie il sesto episodio, un intricato giallo frutto, come i precedenti, della fantasiosa penna di Tiziana Silvestrin. Dopo quasi quattro anni dall’ultima lettura devo dire che mi sono accostato con emozione a La congiura del doppio inganno, a testimonianza che a tanto è arrivata la capacità dell’autore di fidelizzare i suoi lettori. Del resto il protagonista principale e quelli che possiamo definire coprotagonisti, vale a dire la bella Rosa, fidanzata di Biagio, e il dottor Donati, consigliere del Duca di Mantova, sono stati già in origine ben delineati con pochi e sicuri tratti di penna e a ogni episodio c’è un piccolo tratteggio, a beneficio di chi per la prima volta si accosta a questa fortunata serie di gialli storici.
Questa volta il thriller è particolarmente intricato perché il capitano di giustizia indaga sull’uccisione di due sorelle, avvenuta a Mantova in due giorni diversi anche se molto vicini. Purtroppo, per proteggere Rosa dalla vendetta di alcuni sicari che Biagio ha perseguito, si preferisce allontanarla da Mantova mandandola a Venezia nella sua locanda, seguita a breve dal fidanzato che ha rassegnato le dimissioni dall’incarico di capitano di giustizia, con suo grande dispiacere tanto più che è ritornato a Mantova, con la raccomandazione di un ministro dell’imperatore, l’ex podestà, un pessimo individuo con cui esiste un conto in sospeso. Anche a Venezia ci sono dei misteriosi omicidi, gente accoltellata, senza che si sia potuto scorgere l’assassino che lascia sul luogo del delitto una berretta gialla, copricapo distintivo degli ebrei. Antonio Mocenigo, Signore della Notte, che svolge un incarico affine a quello di capitano di giustizia, non sapendo più che pesci pigliare e avuto notizia che a Venezia c’è un famoso ex investigatore, cioè Biagio dell’Orso, chiede il suo aiuto. E da lì si dipana una vicenda di grande tensione e particolarmente avvincente di cui non dico nulla per non guastare il piacere di chi leggerà.
Mi sembra logico invece anticipare che le indagini di Mantova e Venezia assicureranno i colpevoli alla giustizia, dopo una serie di colpi di scena particolarmente azzeccati.
Mi è piaciuto anche questo episodio, però quando arriva l’ultima riga mi prende sempre un senso di sconforto, perché temo che non ci possano esserne di ulteriori, ma poi mi dico che la formula è così ben oliata e che la creatività di Tiziana Silvestrin è così ben sperimentata che è impossibile non possa esserci un seguito; è quel che spero ed è anche la raccomandazione che faccio all’autore.
Tiziana Silvestrin vive e lavora a Mantova. Entrata a far parte di una compagnia di teatro amatoriale, inizia a scrivere commedie. Alla passione per la recitazione e per la lettura, si aggiunge la curiosità per la storia. Quando, con un racconto, vince un premio letterario, le viene il sospetto che forse può mettere a frutto le sue ricerche per scrivere gialli storici. Così, mescolando fantasia, storia, personaggi reali e non, ha scritto I leoni d’Europa (2009), Le righe nere della vendetta (2011), Un sicario alla corte dei Gonzaga (2014), Il sigillo di Enrico IV (2017) e La profezia dei Gonzaga (2018). Tutti pubblicati da Scrittura & Scritture.