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Intervista con Alessio Secondini Morelli’s

14 min read

Hyper-Urania

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HYPER-URANIA è il progetto musicale del chitarrista romano Alessio Secondini Morelli (Anno Mundi, Freddy & The Kruegers). In aprile è stato pubblicato il suo nuovo lavoro omonimo, prodotto degli studi Bottega del Suono di Fabio Lanciotti. Dieci brani hard rock / rock metal suonati insieme a musicisti della scena non solo metal romana, tra i quali Federico “Freddy Rising” Giuntoli (Acting Out, Anno Mundi, Martiria), Max Smeraldi (Banco del Mutuo Soccorso), Fabio Lanciotti (Road Syndicate), Francesco Lattes (New Disorder), G/ab Svenym Volgar (Deviate Damaen), Federica Garenna (Def Rockpard, She-Devils).

L’idea del progetto Hyper-Urania nasce nella mente del chitarrista/songwriter romano Alessio Secondini Morelli verso la fine del 2015, quando il musicista era già impegnato nella realizzazione del nuovo album degli Anno Mundi (poi pubblicato nel 2019 via Black Widow Records)

Tracks:

Arkam / Lord of the flies / Do you want to live forever? (Dedicated to Tina) / Scarlet Queen / Thunder Baron >/ The demon with the gown / The blame is on you / Suffering Angel / The City of Enchantment – Torino Magica

Intervista

Davide

Ciao Alessio. Come nasce e si evolve poco alla volta questo tuo nuovo lavoro, che racchiude brani composti a cominciare dal 2015, alcuni già presentati nel tuo mini-cd di cinque anni fa? In cinque anni possono cambiare molte cose. In questo lungo arco di tempo come dunque si è completato il tuo progetto? Hai rivisto qualcosa man mano rispetto al suo avvio o è rimasto tutto perfettamente coerente?

Alessio

Possiamo dire che il lavoro precedente, il Mini-CD di esordio, è stato realizzato in una fase ancora sperimentale. Volevo rendermi conto di quanto buone fossero le mie prime composizioni. Ma la visione d’insieme del progetto era ancora in fase fortemente embrionale. Dagli ottimi responsi ottenuti, ma soprattutto dalla sostanziale soddisfazione per la riuscita del lavoro, in senso musicale quanto concettuale, ho quindi deciso di sviluppare la Visione d’insieme di Hyper-Urania come progetto musicale profondamente radicato nella mia passione e propensione verso il modulo espressivo Hard & Heavy, quanto concettualmente come libera espressione della mia visione del mondo, delle mie aspirazioni di vita, delle mie radici culturali. C’è anche da dire che la realizzazione del mini era a latere del nuovo album degli Anno Mundi, che ha preso buona parte del mio tempo almeno fino alla fine del 2018. Questo è da mettere in conto, nel senso buono. Il progetto Hyper-Urania ha preso vita in un periodo musicalmente già abbastanza intenso. E presto mi sono reso conto che le sue potenzialità dovevano essere sviluppare. La nuova fase compositiva ha preso l’intera prima metà del 2018. Ho esperito di nuovi stimoli in senso compositivo, ispirandomi all’immaginario della mia quotidianità e delle mie passioni personali, in piena libertà. Il periodo di composizione è stato in un certo senso “un momento magico” per me. Dopo la realizzazione delle demo, si è passati immediatamente alla produzione in studio. Gli ospiti presenti sull’album (così come il mitico sound engineer Fabio Lanciotti) si sono rivelati davvero professionali nell’esaudire ogni richiesta. Durante il 2019 si è praticamente terminata l’incisione, poi per il mixing/editing il tempo si è rallentato di molto, soprattutto a causa dell’emergenza sanitaria. Ma già agli inizi di quest’anno il lavoro era felicemente portato a termine. Bisognoso solo di esser pubblicato. La produzione dell’album può essere definita un’esperienza almeno in parte “rocambolesca”, ma proprio grazie a questo, forse, il risultato mi appare di una genuinità e, assieme, di una classe, indescrivibile.

Davide

Leggo da qualche parte che il metal si basa solitamente su una concezione “morbosamente e irrimediabilmente pessimistica e nichilistica della condizione umana”. Qual è invece la tua visione delle cose attraverso il rock metal? Di cosa trattano i tuoi testi?

Alessio

Bisogna sempre fare attenzione a distinguere la realtà dalla rappresentazione. Io sono d’accordo sul fatto che il Metal abbia un immaginario negativo, ma è soltanto perché la nostra società occidentale è pregna di negatività. Fin dal 1970 i Black Sabbath hanno rappresentato la guerra con brani come War Pigs. Si è rivelato subito vero che il Metal è “sleazy” da una parte, mentre dall’altra tende a rappresentare la parte oscura della realtà. Tutto ciò non ha certo la funzione di incitare l’umanità alla guerra e alle azioni contrarie al codice penale (mi risulta infatti che gli esseri umani siano già bravissimi a far ciò senza essere incitati da un semplice disco), piuttosto a descrivere la parte più marcia del vivere occidentale, la guerra, la fame, la droga ed argomentazioni del genere, allo scopo di esorcizzarle. Il Metal ha sempre svolto egregiamente questo compito, descrivendo gli aspetti negativi della società occidentale al fine di dar loro un nome, e quindi tirarli fuori dal mucchio delle cose che vogliamo tenere ben nascoste, e tutto ciò è estremamente liberatorio. Credo difatti che chiunque ascolta/ama/suona Metal si senta spesso affrancato dalle nostre “care e vecchie” nevrosi occidentali (che sono ben descritte dall’album “The Dark Side Of The Moon” dei Pink Floyd). La rappresentazione del “Male”, poi, riguardo i cosiddetti gruppi satanici, secondo me è tutt’altro che nociva. Non vai di certo all’inferno se rappresenti il Male o il “Diavolo” in un contesto, ad esempio, Black Metal. Rappresentare artisticamente un concetto non vuol dire necessariamente sposarlo come unica ragione di vita. Fin da quanto avevo 14 anni sono sempre stato affascinato da certe rappresentazioni come, ad esempio, “The Triumph Of Death” degli Hellhammer. Con mezzi piuttosto limitati, Tom Warrior aveva già provveduto a rappresentare musicalmente il quadro omonimo di Bruegel. Questa espressività l’ho fatta mia, descrivendo situazioni di esodo post-bellico su “Jericho Trumpets”, di sana e giusta ribellione in risposta al manifestarsi di personalità troppo prevaricatorie su “Lord Of The Flies” o di condizioni familiari svantaggiate come in “Suffering Angel”. Il risultato è stato per me addirittura catartico. E tutto ciò sta a dimostrare che la cosiddetta “censura” per i dischi Rock-Metal, motivata dal cosiddetto politically currect, ha un’utilità pressoché nulla.

Davide

Ci presenti tutti coloro che hanno suonato e cantato in questo disco?

Alessio

Volentieri! Si tratta di musicisti e cantanti conosciuti bazzicando nell’ambiente musicale della mia città, che hanno lasciato una traccia nella mia vita (almeno quanto spero di aver lasciato a loro qualcosa di me).

Freddy Rising, cantante Hard Rock dall’esperienza longeva. Abbiamo avuto assieme già delle esperienze compositive/esecutive negli Anno Mundi. Ho ingaggiato lui per primo innanzitutto perché è una persona estremamente cordiale e socievole, e poi per il suo amore per la musica Rock/Metal. Abbiamo agito in unplugged per un consistente periodo del recente passato, e ho deciso di coinvolgerlo soprattutto perché, oltre ad apprezzarci reciprocamente a livello musicale, ho ritenuto giusto sperimentare parecchi dei suoi lati espressivi, anche su lidi più “Power” (ascoltate “Thunder Baron” e poi mi direte).

Federica Garenna, la female-singer Rock/Metal più convinta che io conosca a Roma. Ingaggiata al volo durante una serata di tributo a R.J.Dio durante la quale, lo dico sempre, ha cantato una versione di “Neon Knights” spettacolare quasi quanto l’originale. Splendida voce, preparatissima anche nei registri più bassi, ha reso vincenti brani più americaneggianti come “Arkam” e “Demon With The Gown”.

Catia Niccolai, attiva in situazioni di tributo a Pinn Floyd e Blackmore’s Night, l’ho usata soprattutto come voce di contraltare su “Suffering Angel”.

Cesare Verdacchi, attivo in tribute bands di Guns ‘n Roses e Led Zeppelin… ma anche Judas Priest. È il cantante del brano più “priestiano” Jericho Trumpets.

Francesco Lattes dei New Disorder, secondo me e secondo Freddy il cantante più versatile della capitale. L’ho impiegato nell’acoustic-song conclusiva “The City Of Enchantment / Torino Magica”, ha dato il suo meglio espressivo. Davvero.

Flavio Falsone (Asphaltator) e Marco “Bruce” Palazzi (Sailing To Nowhere) rappresentano entrambi un valore aggiunto perché, coi rispettivi gruppi, ed anche in tutte le altre situazioni di cui sono stati partecipi, hanno acquisito una certa, meritata, notorietà. L’epico refrain di “Thunder Baron” non sarebbe mai venuto così perfetto senza il loro coinvolgimento.

Max Smeraldi, grande shredder romano. Non molti anni fa ha inciso l’album “Strada Maestra” in coppia con Freddy Rising, e inoltre in passato è anche stato il chitarrista del Banco Del Mutuo Soccorso nell’album “13”. Vederlo accettare un duello chitarristico con me su “The Blame Is On You” mi ha emozionato molto.

Fabrizio “Matarao” Scotti è un amico e compagno di scorribande “unplugged” nei locali di Roma con me e Freddy Rising. Il nostro duetto su “The City Of Enchantment / Torino Magica” mi ha ricordato quei tempi, non molto lontani.

G/ab Volgar, leader della band romana più “politically uncurrect” degli ultimi trent’anni, i Deviate Damaen. Ho riallacciato i contatti con lui durante le fasi finali della produzione dell’album, e l’ho voluto sul mio CD a tutti i costi. E così, i versi in rima che introducono “The City Of…” sono da lui recitati in maniera perfetta, “scorretta” e magniloquente. Spero presto di creare musica con il carissimo Volgar.

Fabio Lanciotti, il fonico, il produttore. Ci siamo subito presi in sintonia, visto che anche lui è un chitarrista (attualmente suona nei Road Syndicate). Ma soprattutto un individuo pensante, con un background musicale a 360 gradi, nonché un fonico di esperienza pluridecennale. Ha fatto anche l’impossibile per rimediare ad alcuni piccoli disguidi tecnici. Sono soddisfatto del risultato, e sono convintissimo che se non ci fosse stato lui a darmi i suoni che necessitavo, il disco non sarebbe mai venuto così perfetto! Lo ringrazio ancora ora infinitamente.

Eme Laglia e Daniele Papale, due bassisti di cover bands, due persone che amano parecchio il proprio strumento. Conosciuti in due momenti differenti del mio recente passato musicale, sono anche due persone alla mano, molto “acculturate” in materia musicale. Sono convinto che anche il contatto umano faccia la differenza quando devi realizzare un’opera con le necessarie “good vibrations”.

Davide

Che tipo di contributo ti aspetti dai musicisti da te via via coinvolti? Chiedi esattamente cosa ti serve, cosa vorresti, o sei più solito dare carta bianca? In quest’ultimo caso è capitato di dover dire che non ne eri convinto? Insomma, che tipo di relazione creativa tendi normalmente a instaurare?

Alessio

Sono convinto che l’interpretazione di un brano sia ciò che la partitura, o la demo, non ti può dare. Quello è materia per gli esecutori. Finora ho sempre lasciato la giusta quantità di libertà espressiva ai miei collaboratori. Non ho dovuto eccepire praticamente nulla, difatti. Segno che comunque si trattava di persone ben competenti in materia. Tutto ciò che io voglio comunicare è insito nelle mie composizioni, nella mia esecuzione di chitarrista… ma tutto il resto lo fa il collettivo musicale. Mi sono solo dovuto accertare che le composizioni fossero il necessario limite espressivo, poi ho spiegato un po’ ai vari cantanti qual’era il mood di ogni brano. Il resto ce l’hanno messo loro. Per me quest’album è venuto perfetto anche per questa comunione di intenti, questo equilibrio tra espressività personale e armonizzazione del collettivo esecutivo.

Davide

“Iperuranio” secondo Platone era il luogo al di sopra il cielo raggiungibile solo dall’intelletto, in cui risiedono le idee immutabili e perfette. Cosa dell’Iperuranio porta la musica nella realtà mondana e nell’anima umana? Cos’è per te creare e suonare musica?

Alessio

Posso raccontarti semplicemente la mia esperienza personale. A partire dal nome del progetto. Da appassionato di Sci-Fi classica, sapevo che Urania era il nome della collana fantascientifica della Mondadori. Mi piaceva come monicker, ma ho immaginato quanto un nome del genere fosse inflazionato e quindi, in fase di realizzazione del CD-EP, ho stabilito il nome del progetto musicale aggiungendoci il suffisso “Hyper”. Incredibilmente, quando mi sono trovato alle prese con la definizione dell’antico concetto greco di ‘Iperuranio’, ho scoperto che detta definizione calzava a pennello. L’unica fonte possibile per creare la mia musica sono le esperienze che ho avuto nella mia vita. Non so cosa mi abbia aiutato a tirar fuori dalla mia fantasia i riff attorno ai quali sono nate tutte le mie composizioni. Immagino esista realmente una zona dell’universo che corrisponda grossomodo alla definizione di Iperuranio, e da lì probabilmente attingo per creare ciò che ormai mi viene naturale. Ciò che troverete su ‘Alessio Secondini Morelli’s Hyper-Urania’ è del tutto genuino. A livello stilistico orientato verso una forma musicale in equilibrio tra il Traditional Heavy Metal e il Melodic Hard Rock, che sono i generi di riferimento… seppur musicalmente non mi pongo alcun confine espressivo. Ciò è palese nel ventaglio di stilemi da me “visitati”. Tra lo Speed/Power Metal e l’Hair Metal passando per l’inossidabile Traditional Heavy Metal. Mi pongo invece davanti alla forma espressiva musicale nel modo più umile possibile poiché suono prevalentemente a orecchio e non ho una preparazione accademica. Tuttavia, sono ben conscio di aver realizzato un disco esattamente come doveva esser realizzato. E da qui non indietreggio di un passo. Perseguo la Visione di Hyper-Urania fino a dove mi porterà.

Davide

La chitarra in orbita nello spazio della copertina ricorda della tua passione per la fantascienza, a cominciare – se ricordo bene – dai romanzi di Urania e da film come “Heavy Metal” di Gerald Potterton, ma è anche posizionata in un modo che ricorda il fatto di essere un chitarrista mancino. Mancini o destrimani che siano, quali sono i tuoi dieci chitarristi migliori?

Alessio

Bravo. Sono contento che tu lo abbia notato. Effettivamente, forse di primo acchitto il soggetto rappresentato potrebbe risultare banale. Eppure non lo è. In questa illustrazione, ottimamente realizzata sotto mie ferree direttive da Alex Pallotta della Hell Music Agency, è racchiuso un bel po’ della mia Visione personale. La chitarra rappresenta un Mezzo espressivo tanto da risultar particolarmente impressa a livello visuale. Simboleggia l’uso a proprio fine della forma musicale dell’Hard & Heavy, esemplificata proprio dalla presenza di una chitarra che già dalla sua immagine implica “obbligatoriamente” e indubbiamente la presenza di certi stilemi. Come detto sopra, le mie composizioni sono ispirate al mio vissuto, alla mia quotidianità e alle mie aspirazioni. La libertà di rappresentare tutto ciò è appunto simboleggiata, almeno nei confini di questo progetto musicale, dal suonare la mia chitarra. Dall’agire in un contesto musicale, il Metal appunto, dove Essa è Regina. Ma soprattutto, utilizzare detto mezzo espressivo per rappresentare parte del proprio vissuto, come esemplificato da un verso presente nei testi dell’album “my freedom’s running through the strings of my guitar…” poi ovviamente possiamo anche trovare i significati più reconditi. Parecchi sono quei dischi con una bella Ibanez in copertina… ma non ho trovato nessuno di questi raffiguranti una bella chitarra “mancina”. Beh ecco che arriva, sfacciatissima, la cover del mio album. Penso che ora le cose si siano riequilibrate.

Davide

Come nasce un tuo riff intorno al quale comporre il resto del brano? Quali gli ingredienti basilari? Quando, invece, non ti convince e lo accantoni?

Alessio

Non ho mai avuto un metodo ferreo di composizione. Diciamo che le idee musicali arrivano nella mia testa in vari modi, anche in dormiveglia. In un primo momento le metto quindi da parte nel mio archivio. Essendo cresciuto con l’ascolto di dischi Metal anni ’80, contenenti brani che paiono davvero perfetti, epocali nella loro forma-canzone, a volte lascio maturare le idee musicali fin quando esse siano complete, ben “rodate” nella mia testa, pronte per la loro forma definitiva. A volte invece mi capita di incappare in un’idea musicale che ha già insito in se la tematica del testo, quindi articolarla in composizione e poi rifinirla non mi risulta neanche granché difficile. Altre volte invece sono costretto a fermarmi per mancanza di idee, ma non si accantona nulla. Ogni idea musicale può diventare una buona composizione, basta attendere il momento giusto. In alcuni casi è facile, in altri… decisamente bisogna attendere il momento giusto.

Davide

Cos’altro hai fatto in questi anni dalla tua precedente uscita del mini-cd, quindi durante gli anni di composizione di tutto il tuo materiale qui proposto?

Alessio

Come ho già detto, siamo stati impegnati nella realizzazione del nuovo EP autoprodotto e del nuovo album degli Anno Mundi, quest’ultimo uscito per Black Widow Records. Poi siamo rimasti fermi un paio di anni causa pandemia. Soprattutto nel 2020 si era fermato tutto. Ho deciso quindi di occuparmi della fase prototipale dell’artwork, visto che le fasi di incisione erano terminate ed il mixing stava per volgere al termine. Tutto il lavoro è terminato durante il 2021, ma per ragioni connesse con la pandemia e con la mia vita privata ho scelto la data del 1° aprile del 2022 per la pubblicazione. Ed eccomi qui.

Davide

Da torinese, per altro collezionista di dischi torinesi e canzoni su Torino o che la citino, mi ha fatto molto piacere trovare una traccia dedicata alla mia città (che, come cantò Venditti, “è l’altra faccia della stessa Roma”). Com’è nata questa canzone, per altro l’unica cantata in italiano?

Alessio

Parzialmente cantata in italiano. Il brano nacque casualmente come idea musicale, e dato il mio grande amore per la stessa Torino, una città dal fascino arcano e ammaliatore tanto di giorno quanto di notte, d’estate come d’inverno e soprattutto sia col sereno che sotto la pioggia, mi sono trovato a scriverne una mia Visione, a coronamento del mio album, esplicata se vogliamo sotto differenti punti di vista. Da una parte abbiamo il testo in inglese, che parla di “pellegrini spirituali”, provenienti da un passato che vogliono dimenticare, trovandosi invece ad affrontare un viaggio “spirituale” verso un luogo incantato, che è la stessa città di Torino sotto un punto di vista esoterico (ricordandoci che la città in questione fa da vertice a ben due “triangoli magici”). D’altra parte abbiamo il testo in italiano, dove un visitatore resta incantato semplicemente dalla Magia della città in questione, godibile in fondo ai comuni mortali anche senza alcun sapere esoterico. Personalmente, pur essendo già da anni avvezzo ad interessi esoterici, ogni qual volta mi ritrovo a contemplare un’immagine notturna di Torino, in perfetta pianura e con la Mole Antonelliana tutta illuminata, mi sento sempre un “colpo al cuore” vedendo tanta elegante perfezione.

Davide

Dove in internet si può approfondire la tua attività e ascoltare la tua musica?

Alessio

Per ora abbiamo la pagina FaceBook personale https://www.facebook.com/alessio.secondinimorelli, ma soprattutto consiglio il mio bandcamp, https://hyperurania.bandcamp.com/album/alessio-secondini-morellis-hyper-urania, dove l’album è ascoltabile in streaming ed acquistabile in digitale e/o in formato CD.

Davide

Cosa seguirà?

Alessio

Eh, per me la release dell’album degli Hyper-Urania è stata un traguardo importantissimo della mia vita. Ad ogni modo sono impegnatissimo in questi mesi nella fase promozionale. Seguirà, spero presto, l’organizzazione della band per i concerti. La Visione di Hyper-Urania è destinata a continuare il Suo cammino. Essa verrà allargata, diventando rappresentazione della realtà odierna, così piena di storie preoccupanti per il futuro dell’umanità. Vedo nubi fosche all’orizzonte, rappresentate da elementi come politically currect, great reset e pensiero unico. È tempo di muoversi, di raccontare e rappresentare meglio questa nostra era, almeno nel mio piccolo. Molto probabilmente, il prossimo album sarà particolarmente “distopico” di tematiche. Chi si ferma è perduto.

Davide

Grazie e à suivre…

Alessio

Grazie a voi per lo spazio. Concedetemi un saluto forse leggermente “infantile” ma doveroso e sentito: GLORIA AL SACRO POTERE DEL METALLO \m/ \m/

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