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Intervista con Zephiro

9 min read

“Baikonur” è il nuovo album della band new wave romana.

Special guest: Miro Sassolini (Diaframma).

“Baikonur” è il titolo del nuovo album degli Zephiro uscito il 25 febbraio 2022 per kuTso Noise Home / Artist First.

Una base di lancio è proprio quello che serve per intraprendere un viaggio sonoro. Baikonur non è altro che il cosmodromo da cui partirono le missioni spaziali sovietiche tra cui quella della sfortunata cagnetta Laika omaggiata in “Cosmorandagio”. Il vestito post-punk in tinta wave crea un legame subliminale ma potente tra le tante declinazioni del viaggio: lo stupore della scoperta con “Amelia” e “Kublai Khan”, l’introspezione di “Berlinauta”, l’evasione di “Fino alla fine” e l’illusione dell’eterno ritorno di “Crisalide”. Ad impreziosire l’ascolto un featuring con Miro Sassolini, storica voce dei Diaframma nella chiusura affidata a “Di Nostalgia”.

Al mix e mastering c’è Fabrizio Simoncioni con l’assistenza di Marco Ronamelli al The Garage Studio (Arezzo) e al DpoT Recordings Arts (Prato). Le sonorità sono quelle tipiche della band new wave che forgia il suo sound in un mix evocativo tra Franco Battiato, The Cure e Tears for Fears.

Gli Zephiro sono una band new wave di Roma attiva dal 2002 e capitanata da Claudio Todesco. Strizzano l’occhio al post-punk britannico con liriche in italiano e a volte in giapponese. Nel 2006 pubblicano il primo album autoprodotto “Immagina un giorno”. Nel 2012 pubblicano l’EP “Kawaita Me” contenente due brani in giapponese. Intensa è l’attività live con più di 300 date all’attivo, quattro Japan Tour, tre date nella Grande Mela e due a Buenos Aires. Vincono concorsi come Un Palco per il MEI, RocK Targato Italia e Videofestival Live. Aprono a Negrita e Max Gazzè, Carl Palmer, Garbo, Diaframma, Neon e Riccardo Sinigallia. Scelgono l’Islanda come location per due videoclip legati all’album “Baikonur” – etichetta kuTso Noise Home – che vede alla chitarra Claudio Todesco, alla voce e al basso Claudio Desideri e alla batteria Leonardo Sentinelli. Dal 2019 ritorna nella formazione Francesco Chini alla voce e al basso.

davverocomunicazione

Videoclip

COSMORANDAGIO

https://youtu.be/03IctkXQDLo

Intervista

Davide

Ciao. Attivi dal 2002: cosa è cambiato e cosa è rimasto di fondamentale nella vostra musica? In che modo “Baikonur” ne racchiude e ne fa il punto?

Francesco Chini (voce, basso)

Ciao! Ci piace pensare che la risposta alla tua domanda stia nel particolare punto di equilibrio – ma meglio: di incontro – fra l’estetica musicale che ci ha sempre guidati e la piccola-grande ambizione di recuperare una caratteristica che abbiamo sempre ritenuto fondamentale nella musica, e che ultimamente ci sembra non essere più coltivata come prima: quella di raccontare evocando, restando sulla porta d’ingresso delle storie che presentiamo all’ascoltatore e lasciando a lui il compito di ritrovarvisi.

Davide

Come sono nate queste nove nuove canzoni, intorno a quali idee centrali?

Claudio Todesco (chitarra)

Diversamente da quanto fatto finora, stavolta si è scelto di non muoversi da idee già particolarmente formate. Al contrario, dandosi delle tracce, passo dopo passo si è costruito su dei percorsi aperti che proiettassero l’ascoltatore all’interno di un contesto, permettendogli, come diceva Francesco prima, di essere con noi al centro della storia. Un modus operandi che si è fatto sempre più stimolante man mano che le tracce hanno iniziato a contenere elementi sempre più forti di rivisitazione di personaggi e scenari storici, operazione sempre difficile e che proprio per questo ci rende ancor più soddisfatti del lavoro svolto.

Davide

Una base di lancio è proprio quello che serve per intraprendere un viaggio sonoro… Ma perché proprio “Baikonur” e non un’altra base di lancio spaziale delle 25 presenti nel mondo?

Claudio Todesco (chitarra)

Si tratta di una scelta legata a doppio filo ad un brano che proprio per i motivi che ti abbiamo raccontato finora non esitiamo a definire centrale per capire il nostro Baikonur. Stiamo parlando di Cosmorandagio, il brano che abbiamo scritto intorno alla storia iconica di Laika, la sfortunata cagnetta lanciata nello spazio nel novembre del 1957 proprio dal Cosmodromo di Bajkonur. In pochi altri episodi siamo riusciti a trovare una chiave di equilibrio fra storia, scenario e immaginario come quella che abbiamo trovato qui: ecco perché alla fine, se proprio la casa del nostro disco doveva essere una base di lancio, non avrebbero potuto essercene altre.

Davide

Cosa avete distillato della sfaccettata scena new wave degli ’80 nella vostra musica?

Francesco Chini (voce, basso)

Pur nelle alterne vicende della sua parabola, la new wave è un mondo che ha accompagnato in modo unico una fetta molto consistente della nostra storia. Fa talmente parte del nostro stesso sistema di attribuzione di significato agli eventi del mondo che diventa davvero arduo, e forse neanche troppo sensato, prenderne una singola caratteristica per il tutto. Detto ciò, ci piace e ci ispira sempre pensare di tendere ai suoi estremi di disperato romanticismo senza per questo perdere una pulsione vitale.

Leonardo Sentinelli (batteria)

Gli arrangiamenti e il vestito sonoro che a me sono arrivati indirettamente dai miei genitori coi Tears for Fears per esempio, oppure dagli Interpol e i White Lies per citarne due attuali. Quel tentativo non riuscito negli ’80 di replicare i suoni della batteria classica con l’elettronica che involontariamente è diventato un segno distintivo e di riconoscibilità di quegli anni. Nell’album ci sono molti inserti di batteria elettronica Simmons, quella con gli esagoni per intenderci.

Davide

I testi sono molto interessanti. A volte sembra che usiate la tecnica del cut-up o qualcosa di simile, pur mantenendo il filo logico. Usate dunque una qualche tecnica particolare?

Claudio Todesco (chitarra)

È vero, abbiamo esplorato discretamente a lungo una buona varietà di tipologie e tecniche di scrittura in questi 20 anni, non ultima proprio il cut-up che menzioni, e troviamo un motivo di orgoglio nel sapere che una lettura attenta porti a ricevere questa domanda. Ogni parola ha un determinato suono e noi da autori/compositori abbiamo l’arduo computo di scegliere la parola giusta in termini di metrica e di suono e garantire al contempo un significato per evocare all’ascoltatore un mondo. Non è detto che questo mondo sia quello che avevamo immaginato noi ma non ha grande importanza questo.

Forse ti sorprenderà sapere che i risultati più soddisfacenti – e più credibili agli occhi del nostro severo giudice interiore – li abbiamo raggiunti solo quando siamo riusciti a liberarci degli effetti collaterali di un simile lavoro, che alla lunga rischia di affievolire l’empatia silenziosa ma costante nei confronti delle storie che raccontiamo. A un certo punto nei nostri processi di stesura si è accesa una scintilla che ci ha fatto segretamente parteggiare per i protagonisti delle nostre storie, in modo da rendere una vera e propria sfida quella di far emergere questo tratto senza togliere agli eventi e ai contesti (e alla personale lettura dell’ascoltatore) la loro centralità.

Davide

Il disco è aperto da una canzone dedicata alla aviatrice Amelia Earhart (Amelia), ma ci sono diversi altri riferimenti al volo, come a quello tragicamente segnato di Laika nello spazio (Cosmorandagio). Una foto vi ritrae per altro seduti sullo squarcio di un relitto aereo. Un riferimento ricorrente al volo, dunque, ma dai tragici esiti…

Francesco Chini (voce, basso)

Quello del volo come tentativo fallimentare di elevazione è probabilmente un tema intramontabile della storia del pensiero. Riferimenti come quello che potremmo fare a Icaro sono talmente facili e spontanei che non ci rinunciamo. Ma dovendo proprio andare di riferimenti classici, forse ci viene in mente più il Seneca del De vita beata, che diceva “Ma se sei uomo, ammira chi tenta grandi prove, anche se fallisce”. L’approccio con cui si è tratteggiato il volo nelle storie alla base dei nostri pezzi è proprio questo: la caduta forse non aggiunge, ma certo non toglie nulla alla grandezza dell’impresa tentata. È una chiave di lettura a cui teniamo molto.

Davide

Berlino è stata città simbolo di una nuova Europa. Ma l’Europa ha poi eretti altri muri per una lunghezza complessiva sei volte superiore al Muro di Berlino. Perché “Berlinauta” e cosa pensate voi oggi dell’Europa?

Francesco Chini (voce, basso)

In realtà, nonostante il tocco di spazialità insito nel titolo, “Berlinauta” prende spunto da una scena contenuta in un film molto importante per noi, il Christiane F. – Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino di Uli Edel, basato sulla storia di Christiane Felscherinow e sul suo celebre libro, una storia che invitiamo tutti a scoprire – e nel caso, a riscoprire. Poche città hanno contenuto tante contraddizioni quante ne conteneva quella Berlino, cosa che paradossalmente ce ne fa percepire come secondario il pur fondamentale elemento politico. Di certo senza la sua storia recente di crocevia in continuo rinnovamento avremmo grande difficoltà a immaginare una qualunque idea di Europa.

Davide

Non in questo vostro ultimo lavoro, ma in precedenza avete cantato anche in giapponese; la qual cosa mi ha incuriosito molto. Come è nata questa particolarissima scelta?

Claudio Todesco (chitarra)

Finora abbiamo nel nostro repertorio tre brani in giapponese che sono rivisitazioni di nostri brani in italiano tra cui “La Colpa” presente in Baikonur. Iniziammo con la canzone “Taiyo No Aru Basho”, durante il nostro secondo Japan Tour del 2010, come omaggio alla terra e alle persone che ci stavano ospitando e supportando. Vorrei sottolineare come nessuno di noi parla giapponese, io personalmente pochissimo ma lontano dal poter scrivere un testo, e quindi ci siamo avvalsi della collaborazione del nostro amico musicista e madrelingua giapponese Daisuke Ninomiya.

Davide

Avete pubblicato il cd con la kuTso Noise Home Label. e KutSo era il nome di una band romana che intervistai, credo, nove anni fa. C’entrano qualcosa?

Claudio Todesco (chitarra)

Certo! Alla voce durante lo Zephiro Japan Tour 2010 che ho menzionato prima, alla voce c’era proprio Matteo Gabbianelli che con la sua etichetta kuTso Noise Home ha creduto fermamente in Baikonur. Quel tour fu di 37 date e provate ad immaginare che tipo di rapporto umano si è instaurato tra noi dopo quell’esperienza.

Davide

Facciamo un ripasso delle collaborazioni presenti in questo lavoro? Sicuramente evocativa la presenza di Miro Sassolini dei Diaframma, il cui album “Siberia” divenne un punto di riferimento per tutta la new wave italiana.

Claudio Todesco (chitarra)

Il desiderio di collaborare con Miro è nato dal senso di ammirazione che tutti noi avevamo per lui e per quello che ha creato nella sua carriera. Ha dato la voce al brano più rappresentativo della new wave italiana, “Siberia”, quindi ne è diventato un simbolo. Ovviamente Miro non è solo questo. Personalmente amo molto l’album del 2017: “Del mare la distanza”, di cui posseggo gelosamente il vinile. Riguardo il featuring che abbiamo avuto insieme nel brano “Di Nostalgia” posso solo dire che immediatamente pensai ad un “botta e risposta” tra due timbri vocali diversi, quello del nostro cantante più squillante e melodico e quello baritonale e profondo di Miro. Del risultato siamo estremamente soddisfatti. Miro ha dato prestigio a Baikonur intervenendo in questo brano che è anche la chiusura dell’album. Il suo è stato un vero e proprio regalo.

Davide

Perché avete scelto l’Islanda per i videoclip di “Crisalide” e “Amelia”?

Leonardo Sentinelli (batteria)

Il brano “Crisalide” si lega molto alla ciclicità della vita, agli apparenti déjà vu e al “tutto si trasforma”, quindi immaginammo un luogo meno contaminato possibile dall’intervento dell’uomo. Inoltre Claudio ci portò una foto di un rottame aereo che vide in una mostra fotografica di Gimmi Corvaro, e ci disse che si trovava proprio in Islanda. Una perfetta location per raccontare la storia dell’aviatrice americana Amelia Earhart omaggiata nel nostro brano “Amelia”. Quindi con un unico indimenticabile viaggio girammo due videoclip con il videomaker Federico Toraldo.

Davide

Indirizzi e collegamenti vari per approfondire?

Zephiro

www.zephiro.org

www.instagram.com/zephiro_official

www.facebook.com/zephiroband

www.youtube.com/zephiroband

Davide

Cosa seguirà?

Claudio Todesco (chitarra)

Promozione dell’album e tanti live dopo lo stop forzato dovuto alla pandemia, ma non solo! Infatti contestualmente cercheremo di ritagliarci spazi per la composizione di nuove tracce.

Grazie per averci ospitato. Un saluto a voi e ai vostri lettori.

Davide

Grazie e à suivre…

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