KULT Underground

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Intervista con la Casa Del Vento

11 min read

NEW MODEL LABEL PRESENTA:
ALLE CORDE”
IL NUOVO ALBUM DELLA CASA DEL VENTO

Si intitola “Alle corde” il nuovo album di inediti della band aretina Casa del Vento che celebra i 30 anni di attività con 10 nuove canzoni tra atmosfere acustiche con incursioni rock e roots. Il titolo è preso a prestito dal mondo della boxe come metafora di vita per coloro che nella vita rischiano o vanno giù al tappeto, nel passato e nel presente.

Oltre alla title track che vede come ospite alla voce il cantante della grande band folk-rock austrialiana dei The Rumjacks Mike Rivkees, vi sono brani sul tema dei migranti come “Mare di Mezzo” ispirata dall’omonima chitarra realizzata realizzata con i legni dei barconi arrivati a Lampedusa dal liutaio cortonese Giulio Carlo Vecchini , l’onirica ed ritmata “Danza del Mare” o “Born in the Ghetto” sulla mancanza di politiche sull’integrazione nelle nostre città.

Ci sono brani intensi sui sogni spezzati degli adolescenti di oggi, sulle loro paure verso un presente e un futuro sempre più incerto in canzoni come “La tua vita” e “Sulla tua pelle”.

Il tema delle generazioni passate sono al centro di due ballate molto ispirate, “Il Pane e le Spine” una favola agrodolce nata dai racconti di Mirella, madre di Luca Lanzi, bambina durante la Seconda Guerra Mondiale, cresciuta in un piccolo paesino in provincia di Arezzo; e “Raccontami ancora” una profonda canzone sui rimpianti e le cose non dette verso un genitore nel suo ultimo pezzetto di cammino.

“Girotondo a Sant’Anna” è dedicata alla strage nazi-fascista di Sant’Anna di Stazzema avvenuta il 12 agosto 1944 dove furono trucidate 560 persone tra cui anche la piccola Anna Pardini di soli 20 giorni di vita, canzone che è introdotta dall’attore Neri Marcorè.

Vi è la malinconia del tempo che scorre, dei propri vent’anni tra tenerezze e sogni da realizzare in una ballata dal titolo “Kenmare” che è il nome di un’omonima cittadina irlandese.

Ospiti dell’album diversi amici musicisti come Michela Munari, componente del Quartetto Euphoria, al violoncello, Simone Talone alle percussioni, Simone Copellini alla tromba, Alberto Orlandi al corno, Valentino Spaggiari al trombone, Arjuna Lacci al sax.

Collaborazioni mai mancate nel lungo percorso discografico della band di Arezzo come quella avuta dal 2009 ad oggi con la Sacerdotessa del rock.

Proprio Patti Smith si è rivelata – in modo assolutamente inaspettato per tutti, band e media inclusi – prodiga e generosa nei confronti della Casa del Vento, che hanno saputo affascinare la grande artista statunitense tanto da spingerla a volerli spesso al proprio fianco sul palco (Firenze, Milano, Bolzano, Arezzo, Siena, Roma e…. Parigi!). Ma soprattutto va ricordato e sottolineato che gli abitanti della Casa del Vento sono gli unici artisti italiani ad aver collaborato con due brani –Seneca Costantine’s Dreams – all’ultimo album di Patti SmithBanga.

Trent’anni di lavoro incessante per una band che ha fatto dell’impegno sociale il fulcro attorno al quale ruota la propria creatività.

9 album, 1 live, 1 antologia, 1 ep, 3 progetti speciali, formano – fino ad oggi – il percorso discografico di uno tra i gruppi più coerenti della nostra scena, che potremmo definire combat (a volte), rock e cantautoriale(spesso) di matrice folk (sempre) se teniamo presente che quest’ultimo termine indica una musica nata dal popolo e creata per il popolo, di qualsivoglia zona del mondo, ceto ed estrazione culturale.

A dar man forte al nucleo, operativo nella discografia dal lontano 1999, un nugolo di musicisti, attori e artisti di vario genere, che a farne l’elenco, si riempie solo con ciò la biografia.

Potremmo ricordare – tra i tanti – le voci della Resistenza, gli operai della Thyssenkroup e di Arezzo, i migranti, Emergency, Mediterranea Saving Humans, Elisa, David Rhodes, Ascanio Celestini, Cristiano Lucarelli, Finaz ed Erriquez della Bandabardò, Haidi Giuliani, Neri Marcorè, Violante Placido, Lenny Kaje, Stefano Tassinari, Banda Osiris, Ginevra Di Marco e Patti Smith.

La Casa del Vento è abitata da:

Luca Lanzi – voce, chitarra acustica, banjo

Francesco “Fry” Moneti – chitarra elettrica, mandolino, banjo, bouzuki

Sauro Lanzi – fisarmonica, piano, tastiere, tromba, tin whistle

Massimiliano Gregorio – bassi

Fabrizio Morganti – batteria, percussioni

Andreas Petermann – violino

Discografia:

1999 Senza Bandiera (Autoprodotto)

2000 900 (Mescal/Universal)

2002 Pane e rose (Mescal/Sony)

2002 Genova chiama (Manifesto)

2003 Non in mio nome (Mescal/Sony)

2004 Al di là degli alberi (Mescal/Sony)

2005 Sessant’anni di Resistenza (Mescal/Sony)

2006 Il grande niente (Mescal/Emi)

2008 Il fuoco e la neve (Mescal/Emi)

2009 Articolo Uno (Mescal/Emi)

2011 Seeds in the wind (Emergency)

2012 Giorni dell’Eden (Mescal/Self)

2015 Semi nel vento (Mescal/Believe)

2020 Mare di Mezzo (singolo in forma digitale – Mescal)

2022 Alle Corde (New Model Label/Audioglobe)

Prossimi Concerti:

29 maggio – Parigi Istituto Italiano di Cultura

1 giugno – Teatro di Castelfranco di sopra (Ar) ore 21

2  giugno – Firenze Arci Serpiolle Careggi ore 18

4 giugno – Sissa (Parma) Guinness party ore 21

11 giugno – Sesto Fiorentino – Istituto Ernesto De Martino ore 21

22 giugno – Bibbiena (Ar) Porta de Fabbri ore 21

29 giugno – Chiassa Superiore (Ar) ore 19 presso Murales dei partigiani

7 agosto – Cerreto di Spoleto ore 21

11 agosto –  Sant’Anna di Stazzema ore 19

24 settembre – Piacenza –  Coop Infrangibile

Videoclip “Alle corde”

https://youtu.be/JWEgo_t5vUY

Precedenti interviste

https://kultunderground.org/art/17678/

Intervista con Francesco Fry Moneti

Davide

Ciao. Ben ritrovati su Kult Underground. Non pubblicavate un album dal 2015. Cosa è successo in questi lunghi sette anni da “Semi nel vento” e perché una così lunga pausa discografica?

Casa del Vento (Francesco Fry Moneti)

Grazie mille a voi per lo spazio concessoci. È vero, non pubblicavamo un album di inediti da tanto tempo per vari motivi. Uno di questi è che siamo veramente molto severi con noi stessi e siamo legati alla vecchia scuola per quanto riguarda il fare e produrre musica.

Troviamo che un album debba rappresentare al 100% il mondo musicale ed autoriale della band, altrimenti meglio far uscire dei singoli, dei pezzi a parte, piuttosto che un full length con tre, quattro brani riusciti ed il resto inutili riempitivi.

Davide

Noto per altro che avete cambiato etichetta discografica dopo tanti anni con la Mescal, pubblicando ora con la New Model Label…

Casa del Vento (Francesco Fry Moneti)

Si, la New Model Label si era già occupata di produrre il mio disco solista “Cosmic rambler” e mi son trovato benissimo.

Nel momento in cui Mescal ha preferito non produrre il nuovo cd, ho subito proposto ai ragazzi della Casa del Vento un incontro con Govind Singh Khurana ed abbiamo cominciato a lavorare assieme. Devo dire che ci stiamo trovando bene!

Govind ci dà un sacco di input su come muoverci ed abbiamo un ragazzo che ci segue il booking e che si chiama Nicolas de Francesco, responsabile del contest di Arezzo Wave in Emilia, nonché bassista di vari progetti, tra cui l’associazione.

Ci tengo però a dire che con Mescal ci siamo lasciati in amicizia e ringraziamo tutto lo staff per tutti questi anni passati assieme.

Per dirti, Mescal ci ha anche permesso di inserire il brano “Mare di mezzo”, di sua proprietà, nel nuovo cd.

Davide

“Alle corde” è composto da dieci nuove canzoni, a parte “Mare di mezzo”, uscita come singolo in forma digitale nel 2020. Ma anche da dieci round, come in un incontro di pugilato. Qual è stato il vostro avversario ideale su questo particolare ring, da combattere dunque con l’arte della canzone?

Casa del Vento (Francesco Fry Moneti)

Ah, l’avversario più pericoloso sei tu stesso, quando ti lasci scoraggiare, quando finisci simbolicamente al tappeto e decidi di non rialzarti, di non provarci più.

Un altro avversario temibile è l’ottusità, la superficialità e financo la cattiveria che in certi casi le persone tirano fuori. I due anni terribili di pandemia avrebbero dovuto renderci migliori cittadini, migliori uomini ma non mi pare sia andata proprio così.

ci sono tante cose che ci feriscono e preoccupano, come cittadini ancor prima che musicisti: la mancanza di memoria storica ad esempio.

Davide

Perché in copertina sono stati ritratti proprio i guantoni appartenuti al pugile Sandro Mazzinghi, “il motorino di Pontedera”, che tra l’altro ebbe anche una breve carriera musicale?

Casa del Vento (Francesco Fry Moneti)

Era un po’ che serpeggiava l’idea di scrivere un brano che usasse il mondo della boxe come una metafora della vita e nel momento cui è nato il brano mi son ricordato che a casa mia avevo questo cimelio, ovvero i guantoni del grandissimo campione toscano.

Da li a proporlo come idea di copertina il passo è stato brevissimo ed abbiamo persino usato i guanti nel video del brano “Alle corde” girato alla palestra Spes Fortitude del campione ed amico Lenny Bottai a Livorno.

Mazzinghi è stato un atleta appassionante con la sua sua boxe efficace e tignosa, contrapposta a quella più elegante del suo acerrimo rivale Nino Benvenuti.

Rispetto a Nino, che tentò anche la carta dell’attore e che tuttora lavora come commentatore ai grandi eventi di pugilato, Mazzinghi era piuù visto come ”il campione del popolo”, un faticatore, uno a cui non era stato regalato nulla.

Davide

La vostra è ormai una lunga carriera, maturata tra moltissime esperienze tra musica e impegno civile. Cosa contiene ancora “Alle corde” degli inizi e cosa non più? In che modo siete cambiati e in

cosa invece siete rimasti fondamentalmente gli stessi?

Casa del Vento (Francesco Fry Moneti)

Guarda, abbiamo passato tutti la cinquantina e siamo tutti padri. Musicalmente abbiamo vissuto mille e più battaglie e le combattiamo ancora. È innegabile che col tempo un po’ si cambi.

Di sicuro non è cambiata la nostra amicizia e coesione, cosa, ti assicuro, rarissima nell’ambiente, dove può capitare che nelle band vi siano membri che non si sopportino tra loro ma che vanno avanti per motivi economici o di prestigio.

E a me questa sembra la cosa più bella della band aretina.

Per il resto, direi che abbiamo ancora la capacità di indignarci e anche la voglia di infilarci dentro un furgone per andare a portare in giro la nostra musica.

Davide

Quali gli ospiti nella Casa del Vento per questo disco?

Casa del Vento (Francesco Fry Moneti)

abbiamo mike rivkees, cantante dei the rumjacks, nella title track” Alle corde”.

Abbiamo grande stima di questa band esplosiva che ha appena terminato un tour di successo come opening act dei Dropkick Murphys in America.

Mi sento spesso col loro produttore, l’italianissimo Gianluca Amendolara, e mi mostra le foto delle incredibili venues dove si esibiscono quasi ogni sera.

Inoltre abbiamo ospitato Simone ”Federicuccio” Talone alle percussioni, affermato musicista che suona con Francesco De Gregori e Neri Marcorè.

Abbiamo anche avuto il piacere di fare registrare delle eleganti note a Michela Munari, violoncellista, musicista del Quartetto Euphoria, con le quali abbiamo attivato una nuova collaborazione.

Davide

Oggi più che mai la musica deve risvegliare o mantenere viva la sensibilità sociale?

Casa del Vento (Francesco Fry Moneti)

Sicuramente la musica ha, o meglio, può avere una grande importanza sul risvegliare le coscienze.

Pensa a personaggi come Woody Guthrie, Joan Baez, Bob Dylan.

Pensa al Live Aid organizzato nel 1985 da Bob Geldof o anche al potere devastante dell’inno nazionale americano distorto, strangolato dai feedback della chitarra di Jimi Hendrix!

Ma pensa, soprattutto, se questi personaggi non fossero esistiti!

Il mondo sarebbe un posto più brutto, credo. La musica può fare tantissimo.

Davide

La musica svolge una funzione importantissima anche per la memoria storica e sociale. Cosa vi ha spinto a ricordare e a cantare l’eccidio di Sant’Anna di Stazzema, per altro introdotto dalla voce narrante di Neri Marcorè’?

Casa del Vento (Francesco Fry Moneti)

La Casa del Vento è da sempre attentissima a certi temi, tanto è vero che uno dei brani più conosciuti e vero e proprio manifesto della band è da ritenersi ”La notte di San Severo”.

Anni fa alle storie della Resistenza e agli eccidi dedicammo proprio un disco che si chiamava “Sessant’anni di Resistenza”.

La storia di “Sant’Anna di Stazzema” è particolarmente cruda, terribile e ci ha colpito tanto.

Sarà prodotto un video di questo brano, il secondo tratto da “Alle corde” dopo il brano che dà il titolo all’album e lo gireremo proprio in quei luoghi il 20 giugno.

La scelta di Neri Marcorè è dovuta alla stima che abbiamo per questo performer bravissimo e trasversale. Neri lo abbiamo conosciuto grazie al già citato Simone Talone, che lo accompagna alla batteria spesso e volentieri nelle sue performance teatrali. Neri si è dimostrato entusiasta da subito e ci ha inviato questo suo recitato.

Davide

In che modo cercate di raccontare la verità sulla condizione umana attraverso uno strumento di per sé di finzione come quello della canzone?

Casa del Vento (Francesco Fry Moneti)

Mah, anoi viene abbastanza naturale. Entriamo spesso in contatto con storie che riteniamo valgano la pena di essere raccontate con un linguaggio a volte anche crudo e a volte poetico.

Davide

Il disco è chiuso da un omaggio alla cittadina irlandese di Kenmare. L’Irlanda ricorre musicalmente nella vostra produzione. Cosa amate in particolare di questa verde isola del “piccolo popolo” e di ancora forte impronta culturale celtica? Quali sono gli altri luoghi nel mondo verso i quali avete sviluppata più affezione?

Casa del Vento (Francesco Fry Moneti)

L’Irlanda è un po’ la terra che ci ha fatto unire.

Nei primi ’90 eravamo musicisti con percorsi diversi, chi suonava l’hard rock, chi addirittura la fusion, chi apprezzava Cat Stevens e Jackson Browne.

La musica irlandese ha fatto un po’ da collante tra noi, e sicuramente buona parte della prima produzione risentiva molto degli influssi musicali provenienti da questa magica isola.

Ma onestamente credo che negli anni abbiamo saputo anche un po’ affrancarci dal dovere inserire ad ogni costo reels o irish jigs nei nostri brani a favore di un percorso piu’ ampio.

Se devo essere sincero, trovo le band italiane che suonano nel 2022 con gli stessi strumentali imparati nel 1994, piuttosto noiose.

Quindi, abbiamo amato ed amiamo tuttora l’Irlanda e la sua musica ma ritengo che Casa del Vento abbia fatto piu’ di un salto in avanti rispetto a tutto quel genere che in Italia viene etichettato come”combat folk”.

Davide

Cosa seguirà?

Casa del Vento (Francesco Fry Moneti)

Guarda, suonare e portare il più possibile “Alle corde” in giro per lo stivale e incontrare i nostri amici sparsi per l’Italia.

Siamo appena tornati da un’esperienza bellissima a Parigi, dove abbiamo suonato all’Istituto Italiano della Cultura, grazie ad ”Arezzo Wave in Paris” e un amico nostro musicista trasferitosi in canada vuole organizzarci delle date a Montreal. Vediamo.

Davide

Grazie e à suivre…

Casa del Vento (Francesco Fry Moneti)

Grazie ancora a voi.

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