KULT Underground

una della più "antiche" e-zine italiane – attiva dal 1994

La santa piccola (2021) – Silvia Brunelli

4 min read

La santa piccola è la convincente opera prima di Silvia Brunelli, prodotta con l’aiuto della Biennale di Venezia e di altre realtà territoriali come Mosaicon Film, Antracine, Nuovo Teatro Sanità e Accademia di Belle Arti di Napoli. Presentata al Farnese di Roma, selezionata al Tribeca Film Festival, ha dato il via a un tour italiano che la porterà nei cinema di Ragusa, Iglesias, Bologna, Caserta, per approdare a Napoli, quartiere Sanità, luogo naturale dove tutto è cominciato. La pellicola è tratta dal buon romanzo di Vincenzo Restivo (Milena Edizioni, collana di narrativa LGBT), sceneggiato dalla regista in collaborazione con Francesca Scanu, ambientata benissimo in una Napoli solare e vitale, nel quartiere Sanità, dove convivono superstizione e miseria, religiosità diffusa e quotidiane mancanze. Si racconta una storia di amicizia tra due ragazzi, Lino e Mario, che dopo notti di sesso sfrenato e avventure nel rione, sembra sfociare in qualcosa di più intenso, ma soltanto il secondo cerca l’approccio omosessuale, mentre il primo non trova il coraggio per osare e interrompe persino l’amicizia. La regista è bravissima a descrivere la vita quotidiana di un quartiere povero, dove sembra non accadere niente, fino allo sconvolgente evento che irrompe nell’ordinario e modifica il corso degli eventi. Personaggio principale della vicenda la piccola santa, suo malgrado, Annaluce (sorellina di Lino) che fa volare una colomba apparentemente morta e sembra resuscitare la madre intossicata dal gas. Tutto il quartiere grida al miracolo e la povera casa di Perla – madre depressa abbandonata dal marito – si popola subito di fedeli come se fosse un santuario. Silvia Brunelli dipinge con mano felice un’umanità povera e dolente, con tratti pasoliniani, una macchina a mano convulsa e nervosa che si alterna alla macchina fissa per inquadrature mai banali di volti, vicoli e piazze. Attori giovani e bravi, sia Pellegrino (Lino) che Antonucci (Mario), ben guidati in complesse (ma credibili) sequenze erotiche che a tratti sconfinano nell’hard. Per la prima volta sullo schermo, la giovanissima Sophia Guastaferro non se la cava male, così come Pina Di Gennaro (Perla) è una convincente madre depressa. Fotografia luminosa di una Napoli periferica con suggestivi spaccati marini, curata da Sammy Paravan, colonna sonora a base di suggestioni partenopee di Emiliano Rubbi, mentre la regista cura in parte anche un compassato montaggio, secondo le regole del miglior cinema d’autore. Questa è una storia che racconta di tenerezza e di crudeltà – spiega la regista – di bisogno di credere che qualcosa di buono e di superiore possa accadere, di speranza che qualcosa ci salverà dalla quotidianità e dalla sua monotonia. A nostro parere l’autrice centra il bersaglio alla perfezione, dimostrando che il buon cinema italiano (come si faceva un tempo) esiste, bisogna solo scoprirlo, senza fermarsi alle pellicole promosse da televisioni e circuiti multisala.

Titolo originale: La santa piccola. Anno 2021. Paese di Produzione: Italia. Genere: Drammatico. Produzione: Rain Dogs Production, con la collaborazione di Mosaicon Film, Antracine, Nuovo Teatro Sanità, Accademia Belle Arti di Napoli. Durata: 97’. Regia: Silvia Brunelli. Soggetto: Vincenzo Restivo (romanzo omonimo). Sceneggiatura: Silvia Brunelli, Francesca Scanu. Fotografia: Sammy Paravan. Montaggio: Luna Gualano, Silvia Brunelli. Musiche: Emiliano Rubbi. Distribuzione internazionale: Minerva Pictures Group, TVCO. Distribuzione Italia: Rain Dogs Production, Emera film. Interpreti: Francesco Pellegrino (Lino), Vincenzo Antonucci (Mario), Sophia Guastaferro (Annaluce), Pina Di Gennaro (Perla), Gianfelice Imparato (Don Gennaro), Alessandra Mantice (Assia), Sara Ricci (Marina), Carlo Gertrude.

Commenta

Nel caso ti siano sfuggiti