ZoneM
Sono dentro di me
Un progetto sperimentale di natura visionaria e cinematografica, ansiogena, inquietante, frutto di collaborazioni tra artisti della scena metal e prog: Sadist, Il Segno del Comando, Jus Primae Noctis, Will’o’Wisp.
Black Widow Records, 2022.
https://www.facebook.com/ZoneM.SonoDentroDiMe/
Intervista
Davide
Ciao. Come nasce questa collaborazione tra artisti vari della scena metal e progressive?
Beppi
Ciao Davide e grazie per l’intervista ☺
ZoneM nasce da una mia idea.
Ragionavo sulle tecniche musicali e rumoristiche per stimolare ansia e paura. Poco dopo, pensando che la buona musica è quella che trasmette qualche forma di emozione, ho unito le cose.
Così il seme iniziale ha portato all’idea di coinvolgere tanti amici, con cui suono o che ascolto, in una grande collaborazione, a cui hanno aderito tutti con fare entusiastico.
Davide
“ZoneM” come la Zona Morta, la “dead zone” del romanzo di Stephen King e del film di Cronemberg, o cos’altro?
Beppi
ZoneM è ansiogeno nella sua indeterminazione. La M è un Mostro, la Morte, un Mistero, o qualsiasi altra cosa che il subconscio suggerisca, è assolutamente personale dell’ascoltatore. Ho giocato su questa ambiguità partendo da una parola che in realtà non è altro che una parte del mio cognome letto al contrario!
Davide
Ci presenti i molti musicisti che hanno preso parte a queste registrazioni?
Beppi
I partecipanti sono veramente tanti. Avrei voluto fossero ancora di più, ma organizzare un progetto del genere si è rivelato davvero difficile.
La prima da citare è la bravissima cantante e vocal coach Silvia Palazzini, che ha condiviso con me la gestazione del progetto. Vi sono poi i componenti delle due band di rock progressivo di cui faccio parte: il Segno del Comando (Diego Banchero, Davide Bruzzi, Fernando Cherchi, Roberto Lucanato e Riccardo Morello) e gli Jus Primae Noctis (Pietro Balbi, Alessandro Bezante, Marco Fehmer e Mario Riggio). In aggiunta a questi amici che hanno partecipato con calore e passione, hanno suonato Mauro Isetti, bassista di enorme esperienza e compositore di colonne sonore, Renzo Luise, chitarrista grande interprete di jazz gitano, Paolo Puppo, grande artista dietro alla band metal dei Will’O’Wisp che ha partecipato sia con la chitarra sia creando la grafica, più i miei stessi figli Pietro e Rita, mia madre pittrice e il giovane Tommaso Maestri. Non vorrei però non citare in questo elenco Tommy Talamanca dei Sadist, che ha lavorato al mixer dando il suo apporto non solo tecnico.
Nel complesso, quindi, artisti provenienti dal prog, dal metal, dal jazz e dal pop, un bel mix!
Davide
“Sono dentro di me”, ossia musiche per un thriller mai girato, di cui sei autore… Hai dunque pensato a questo lavoro come alla colonna sonora di un film? E quale è la sinossi di questo thriller mai girato?
Beppi
No, non esiste un film, né un progetto, si tratta invece di un film che l’ascoltatore vive, associando inevitabilmente alcuni brani a colonne sonore, perché rievocano sound e ritmo di una scena cinematografica. Storicamente la musica ansiogena è stata molto spesso abbinata alle colonne sonore e raramente è stata presentata in forma autonoma, penso a Goblin, a Peter Gabriel, Keith Emerson. Altri grandi hanno realizzato musiche ansiogene, come Fabio Frizzi o lo stesso Cronemberg, ma sempre in forma di colonne sonore.
Davide
In più tracce ricorre la presenza di H.P. Lovecraft. “La più antica paura e la più potente emozione umana è la paura, e la paura più antica e potente è la paura dell’ignoto” scrisse Lovecraft. In che modo avete lavorato intorno alla paura e con quale finalità?
Beppi
Proprio dalla frase citata nasce l’idea di ZoneM. La paura è potente ed è irrazionale, viene scatenata inconsciamente quando si esce da ciò che è noto e rassicurante. Uno scricchiolìo può scatenare un allarme inconscio nella nostra mente, così come un suono dissonante o inatteso può creare disturbo o disagio. Ho usato questi elementi per ottenere un lavoro che trasmetta una emozione, irrazionale e magari spiacevole.
Non potevo quindi non usare Lovecraft come pietra angolare nel progetto. Due brani citano direttamente suoi racconti (“Il colore venuto dallo spazio” e “Il richiamo di Cthulhu”), un terzo racconta un incubo che lui stesso aveva descritto in una lettera.
Davide
C’è un brano strumentale ispirato dall’incendio violento e devastante verificatosi nel 1871 nel Wisconsin, passato alla storia come “l’incendio di Peshtigo”. Perché avete voluto ricordare quel particolare drammatico evento?
Beppi
Nella ricerca di episodi che potessero rappresentare terrore mi sono imbattuto in questo incendio di cui anche io non sapevo nulla. È stato l’incendio registrato col maggior numero di vittime della storia, ma è quasi dimenticato, perché nello stesso giorno Chicago fu rasa al suolo dalle fiamme, ma con molte meno vittime. Ho cercato di visualizzare in musica da un lato l’avanzare drammatico e glorioso delle fiamme, dall’altra il terrore e il dolore di una popolazione che sta perdendo tutto.
Davide
Un altro strumentale, “Merrick”, è dedicato a Joseph Merrick, conosciuto come l’Uomo Elefante, raccontato per altro da David Lynch nel suo bellissimo film. Cosa in particolare volevate esprimere attraverso la musica in merito alla sua tristissima storia?
Beppi
Una storia davvero tristissima, Davide. In questo caso volevo raccontare la strumentalizzazione della paura. Merrick non ha mai fatto male a nessuno, ma induce paura perché diverso, esattamente come la musica dissonante che lo accompagna. Il brano genera disagio, con le sue enormi e continue dissonanze, suggerisce il dolore e infine incede in maniera quasi circense, come l’Uomo Elefante ormai ridotto a macchietta per intrattenimento.
Davide
L’arte tutta nasce dalla paura, a cominciare dalla nostra mortalità? In che modo la musica e tutta l’arte ci aiutano a vivere? E perché oggi, dopo la messa al bando insieme alla cultura perché ritenuta un bene non essenziale e primario, è e deve tornare più importante che mai?
Beppi
Non penso che l’arte nasca dalla paura, ma che l’arte e la paura condividano la stessa caratteristica: ci tengono in vita. L’uccisione della cultura del 2020/21 è stata un crimine: ha trasformato la vita in sopravvivenza, siamo diventati possessori di corpo fisico e poco più. Abbiamo perso sia il nostro passato, che è tramandato in gran parte dalla cultura, sia il nostro presente, ridotto a surrogati televisivi mainstream privi di spessore.
Ci siamo disumanizzati e io credo francamente che non potrà continuare, se vogliamo restare Umani.
Davide
Cosa seguirà?
Beppi
Caro Davide, per ora mi godo questo piccolo risultato personale. Ciò che seguirà, spero, è la diffusione di ZoneM, il suo collocamento in una piccola, ma spero duratura, nicchia musicale. Ci stiamo tutti impegnando nella sua diffusione perché crediamo che – nella sua particolarità – sia un progetto degno di nota e che amiamo molto.
Con Il Segno del Comando e Jus Primae Noctis siamo già al lavoro sui nuovi dischi, probabilmente sempre con l’ottima accoppiata NadirMusic / BlackWidow Records.
ZoneM invece resta un progetto aperto, col quale più avanti usciranno altre collaborazioni e che sarà legato ad una emozione certamente diversa dalla paura, probabilmente la tranquillità.
Grazie infinite per l’intervista! ☺
Davide
Grazie e à suivre…