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Luis Vinicio, il leone di Belo Horizonte – Paquito Catanzaro

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Homo Scrivens – Euro 15 – Pag. 193

Per la prima volta Luis Vinicio De Menezes, il Leone di Belo Horizonte, dove è nato il 28 febbraio del 1932, si racconta, e lo fa a Napoli, città di elezione, dove è approdato dopo una lunga carriera calcistica, prima da centravanti goleador e poi da allenatore pioniere del gioco totale. Vinicio debutta nel Botafogo, dove tutti lo chiamano Vinicius, segna un gol contro l’Olaria, gioca insieme a Garrincha (del tutto analfabeta, ma lui gli insegna a scrivere) e Dino Da Costa, tridente offensivo che tremare il mondo fa. Il primo contatto con l’Italia è del 1955, quando ha solo 23 anni, nel Napoli di Amadei e Pesaola, con i partenopei è subito amore, il nomignolo di o’ lione viene proprio dalla curva più sfegatata dei tifosi azzurri, nella città del golfo resta cinque anni e segna caterve di gol (circa settanta), anche ad avversari importanti e storici come la Juventus. A 28 anni la sua carriera pare finita, perché passa al Bologna dove trova davanti a sé il più giovane Harald Nielsen, che gioca quasi sempre, mentre o’ lione ruggisce in panchina. Vinicio torna in Brasile, ma l’Italia chiama ancora, è Lanerossi Vicenza, dove torna il bomber di sempre e trascina la provincia veneta ai primi posti della serie A, incantando il pubblico per tre stagioni. Nel 1966 vedo Vinicio giocare persino nella mia Inter, quella di Helenio Herrera, ché sono un bambino, va bene che fa solo otto gare (e segna un gol), ma ha ben 34 anni e davanti a sé una squadra di campioni. Finisce la carriera a Vicenza, dove segna le ultime reti e tocca quota 150, portando ancora una volta i berici in alto, alla fine segnando più gol di tutti gli attaccanti biancorossi della storia, persino di Paolo Rossi. Cominciano gli anni da allenatore, in C con l’Internapoli (squadra che non esiste più), poi Brindisi, Ternana, ancora Brindisi, finalmente Napoli, poi Lazio, Avellino, Pisa, Udinese, ancora Avellino, per terminare in C2 con lo Juve Stabia, che ha 60 anni.

Paquito Catanzaro raccoglie la vita e i ricordi di Vinicio in un libro scritto in prima persona, ricco di immagini d’epoca e di contributi originali, presi dalla viva voce di Agostinelli, Brancato, Bruscolotti, Burgnich, Carnevale, Carratelli. Coppola, De Maggio, Improta, La Palma, Pinto, Rivieccio, Saranataro e Wilson. O’ lione si racconta a cuore aperto, l’infanzia, il Brasile, l’amore per Napoli, la Lazio e l’Avellino, le parentesi di provincia, l’Inter di HH, il Vicenza … La vita di un uomo e di un grande calciatore, bomber straordinario, pioniere del calcio all’olandese, innamorato del gioco più bello del mondo. Per me resta l’eroe del mio Pisa nerazzurro, ma anche l’attaccante di riserva dell’Inter più grande della storia. 

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