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Fiori sopra l’inferno – Ilaria Tuti

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Edizioni Longanesi
Narrativa
Pagg. 366
ISBN 9788830449817 
Prezzo Euro 18,00

Vittima e carnefice

Fiori sopra l’inferno è il romanzo con il quale Ilaria Tutti si è rivelata al pubblico dei lettori, un esordio quindi, e peraltro nel complesso positivo, senza con questo arrivare a formulare certi commenti entusiasti, e francamente eccessivi, che ho avuto occasione di leggere.  Come ogni opera del genere (è un thriller) c’è una suspense, un omicidio, delle aggressioni e la ricerca del colpevole affidata all’acume di un commissario di polizia che nel caso specifico è una donna, tale Teresa Battaglia, non giovane, anzi avanti con gli anni. Uno dei segreti dei romanzi di questo genere è l’azzeccata figura dell’investigatore e Ilaria Tutti si è impegnata non poco per portare alla conoscenza dei lettori una persona capace, umana, ma anche vittima di complessi, di paure, frutto di una violenza subita in passato. E’ una figura che attrae con i sentimenti che cerca di celare, ma che anche respinge con un modo di fare burbero, in alcuni casi anche dozzinale, insomma un personaggio che indubbiamente ha connotati non riscontrabili in altri. L’antefatto dell’indagine affidata a Teresa Battaglia è il ritrovamento del corpo di un uomo privato degli occhi, in una giornata d’inverno, nei pressi di Traveni, un paesino sulle montagne del Friuli vicino al confine. A questo atto di violenza ne seguiranno altri, senza però che alle vittime sia tolta la vita e sempre commessi dalla stessa mano, un essere misterioso la cui descrizione, appena accennata, ma illuminante, è certamente un parto felice uscito dalla penna di Ilaria Tuti. Non vado oltre a parlare della trama, piuttosto complessa, tanto che potrei ingenerare confusione nei possibili lettori, e anche perché non c’è di peggio che riassumere un thriller. Preferisco invece soffermarmi su alcune caratteristiche dell’opera, fra le quali spicca uno stile senz’altro personale che, unito alla capacità di ricreare atmosfere e ambientazione, consente a chi legge di lasciarsi avvincere poco a poco, pagina dopo pagina, immerso in una vicenda che scorre velocemente davanti ai suoi occhi, provando lui stesso un brivido di paura nell’attesa della prossima mossa del serial killer, sempre del tutto imprevedibile nei tempi, nei modi e nelle persone offese. C’è di più, però, perché è presente un senso di vera pietà nei confronti di chi commette questi atti orribili (come per esempio strappare a morsi naso e orecchie) in quanto lui stesso, oltre che carnefice, è anche vittima, reso per quel che è da un folle esperimento di cui è stato oggetto fin dai primi giorni della sua vita. Però, se anche lui è una vittima, chi è l’effettivo colpevole, che è stato l’artefice di questo folle esperimento? C’è la risposta a questa domanda ed è un peccato che non sia molto logica, anche se d’effetto. Resta comunque più che apprezzabile l’analisi psicologica dei personaggi, anche se nel caso del commissario Teresa Battaglia si possono osservare delle forzature che si ritrovano anche nel successivo romanzo Ninfa dormiente che, pur presentando i pregi di questo, è caratterizzato da un’accentuazione dei suoi difetti, così che può essere considerato meno riuscito, anche se gradevolmente leggibile. 

Mi sento in ogni caso di consigliare la lettura di Fiori sopra l’inferno, al fine di immergersi in un mondo in cui alla bellezza della natura si contrappone l’insano comportamento degli uomini, e alla serenità di boschi e cime innevate si oppone l’orrore che solo una mente malata può creare.  

Ilaria Tuti è nata a Gemona del Friuli, in provincia di Udine. Ha studiato Economia. Appassionata di pittura, nel tempo libero ha fatto l’illustratrice per una piccola casa editrice. Nel 2014 ha vinto il Premio Gran Giallo Città di Cattolica. Il thriller Fiori sopra l’inferno, edito da Longanesi nel 2018, è il suo libro d’esordio. Tra i suoi libri ricordiamo anche: Ninfa dormiente (Longanesi, 2019) e Fiore di roccia (Longanesi, 2020). Del 2021 il romanzo La luce della notte, il ritorno dell’amatissima Teresa Battaglia in un romanzo di rinascita e speranza. Nello stesso anno esce Figlia della cenere (Longanesi). 

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