gioco per 1-4 persone
Autori: Kara Centell-Dunk, Nathan I. Hajek
Editore: Asmodee Italia (www.asmodee.it)
Descent è un nome noto tra i giochi da tavolo, le prime due edizioni sono state per molto tempo titoli di punta della Fantasy Flight Games, e questo nuovo gioco (dal sottotitolo “Leggende delle tenebre”) anche se non riporta la sua ascendenza (non viene indicata “terza edizione” o diciture simili), ne segue le orme (che si possono in realtà far risalire nelle meccaniche alla prima edizione di Doom, al “lontano” 2004). E questa versione ha attirato l’attenzione ben prima della sua uscita per due caratteristiche: l’utilizzo indispensabile di un software (la seconda edizione di Descent lo permetteva in modo opzionale, per sostituire il giocatore che doveva gestire “i nemici”) e il costo decisamente importante, fattori (soprattutto il primo) che hanno creato da subito una divisione nel pubblico tra sostenitori e avversatori della prima ora. Ora che il gioco è stato pubblicato anche nella versione in italiano abbiamo potuto toccare con mano sia la parte “hardware”, con miniature ma soprattutto abbondanza di arredi tridimensionali (funzionali) per arricchire le plance (che si sviluppano anche su più livelli), che la parte “software”, che ci permette di giocare una campagna articolata su più avventure (non si possono giocare partite slegate da essa), con una forte caratterizzazione dei personaggi, e la loro integrazione nella campagna (con eventi e avventure legati alle loro storie personali). Ma vediamo nel dettaglio in cosa consiste questo gioco…
La scatola è decisamente imponente (quasi un cubo), e contiene:
– tessere di cartoncino in varie dimensioni,
– miniature di plastica,
– arredi tridimensionali in cartoncino,
– vari mazzi di carte,
– segnalini di cartoncino,
– dadi a sei, otto e dodici facce, non standard,
– il regolamento e una guida all’ambientazione (il mondo fantasy della FFG, ovvero Terrinoth).
I materiali sono ottimi, le miniature sono piene di dettagli e robuste (ed in una scala maggiore di quelle dell’edizione precedente), gli arredi tridimensionali sono fatti molto bene (tutti ad incastro, non c’è bisogno di colla per l’assemblaggio), le plance robuste (forse un po’ blande, con pochi dettagli), la grafica utilizzata è particolare (ed è l’opera prima di Gary Storkamp), e rende l’ambientazione in un modo distintivo (a qualcuno non è piaciuta, ma si sa, de gustibus…). La scatola è realizzata molto bene, in pratica è formata da due scatole nelle quali quella superiore (dove tutte le miniature sono in inserti di plastica) funge da coperchio per quella inferiore, dove c’è tutto lo spazio per conservare gli arredi senza bisogno di smontarli (e rimane comunque lo spazio per ulteriori aggiunte). C’è testo sulle carte (e nell’app, ma qui è facile cambiare lingua) per cui conviene sicuramente la versione in italiano.
Per iniziare, bisogna scaricare l’app (gratuitamente da Steam, Google Play o Apple Store), e scegliere l’inizio della campagna; notare che è possibile utilizzare uno smartphone, ma per praticità è meglio optare per un tablet o un laptop, oppure trasmettere lo schermo su un televisore). La prima partita è differente da quelle successive, dato che non si usano tutte le regole (come quelle relative alle abilità) e spesso l’app dà delle spiegazioni su cosa sta avvenendo; notare anche che non c’è un compendio fisico al regolamento, ma è tutto nell’app, nella quale si può fare una ricerca su un termine e vedere che cosa significa (ad esempio, per sapere a cosa corrisponde un determinato stato o l’effetto di una particolare azione). I giocatori scelgono il livello di difficoltà (fra quattro, modificabile anche successivamente) e uno dei quattro personaggi disponibili (gli altri due entreranno in gioco successivamente), ricevendo la carta del personaggio, la sua miniatura, un disco rotante in cui tenere traccia della Salute (che va impostato sulla salute massima, indicata sulla carta), e le due carte delle armi (da inserire in una bustina unica, in modo da mostrare il lato non migliorato delle due armi sui due lati). L’app illustra la situazione in cui si trovano i personaggi (ci sono anche delle scelte da fare durante la narrazione) e infine indica come preparare la plancia (piazzando tessere, arredi, porte e segnalini che indicano punti interessanti), per lo meno inizialmente, poi via via che si esplora si aggiungeranno nuove parti della plancia. Notare che giocando in solitario si devono comunque scegliere e controllare due personaggi (ma volendo si può decidere di giocarne di più).
Durante la fase degli eroi ogni personaggio esegue il proprio turno, potendo svolgere un’azione di manovra e due azioni qualsiasi, scelte fra:
– Azione di manovra: il personaggio riceve un certo numero di punti movimento (indicati sulla propria carta) e li può utilizzare per muovere sulla plancia, spendendo un punto per ogni casella (ci si può muovere anche in diagonale), e può spenderli anche dopo aver eseguito altre azioni. Notare che entrando in una delle caselle che circonda un nemico si perdono tutti i punti rimanenti, mentre se si esegue un’azione di manovra nella stessa situazione si ottiene solo un punto movimento (ovvero ci si può allontanare di poco dal nemico).
– Azione di combattimento: il giocatore deve indicare all’app quale nemico sta attaccando, e quale arma si sta utilizzando (nel caso delle armi a distanza si può utilizzare l’app per determinare qual è la linea di vista del personaggio), poi si tira il dado indicato sulla carta del personaggio e si comunica all’app il numero di successi ottenuto, in questo modo l’app infligge un certo numero di ferite al nemico (che cambia a seconda di vari fattori, come il tipo di arma o le vulnerabilità del nemico, che inizialmente sono sconosciute). Sul dado si possono ottenere oltre che i successi dei vantaggi (che possono essere trasformati in successi ricevendo un segnalino fatica) e degli impulsi (che possono essere utilizzati per attivare le proprie abilità speciali). Per quanto riguarda la fatica, sia la carta del personaggio che le carte delle armi (e delle abilità) possono contenere un certo numero di segnalini fatica, che il personaggio può piazzare per attivare le proprie abilità speciali.
– Azione di esplorazione: il giocatore deve indicare all’app l’arredo o il segnalino esplorazione che vuole controllare, e l’app gli indicherà che cosa accade; gli effetti possono essere vari, dall’ottenere vantaggi (come cure immediate), risorse (come carte oggetto da utilizzare successivamente) o risolvere enigmi richiesti per procedere nell’avventura.
– Azione di approntamento: ogni carta (anche quella del personaggio) ha due lati, e con questa azione se ne può girare una sull’altro lato, mettendo a disposizione del giocatore le sue caratteristiche; notare che questa azione fa rimuovere dalla carta tutta la fatica ed anche i segnalini con le condizioni speciali che ha ricevuto (solitamente come penalità a causa degli attacchi dei nemici od eventi particolari durante l’avventura).
– Azioni uniche: certe capacità speciali sulle carte richiedono l’utilizzo di un’azione (o più di una) per la loro attivazione.
Quando tutti i giocatori hanno eseguito il loro turno va comunicato all’app, che provvederà ad attivare i nemici presenti, con l’indicazione del personaggio che vogliono attaccare e del danno inflitto; il giocatore tirerà il dado di difesa indicato sulla carta personaggio per tentare di ridurre il danno. Se un personaggio esaurisce la Salute dovrà essere comunicato all’app, che indicherà quale carta ferita lieve va applicata al personaggio (e la Salute viene ripristinata al livello massimo), che causerà un effetto negativo; se questo avviene una seconda volta la ferita diventerà grave, con un effetto maggiorato, e se si ripeterà una terza volta la partita è persa.
Se i giocatori riescono a completare tutti gli obiettivi richiesti dall’app per l’avventura in corso, la partita è vinta, e i personaggi potranno ritornare alla loro base in città (come scopriranno al termine della prima avventura. Notare che questo avviene anche in caso di partita persa, ma il risultato verrà considerato per le avventure future, che potranno cambiare in base al corso degli eventi.
Dopo la prima avventura vengono introdotti in gioco gli altri due personaggi, e presentate le possibili scelte per la prossima avventura da giocare. In più vengono anche aggiunte le abilità, una per personaggio, e la possibilità di migliorare le proprie armi e il proprio equipaggiamento (come pozioni curative), utilizzando materiali ottenuti durante l’avventura o comprati al mercato in città per realizzare gli schemi ricevuti (sempre durante l’avventura); notare che l’app tiene conto di tutte queste informazioni: non ci sono componenti fisiche né per i materiali né per le monete d’oro (che possono essere spese per acquistare materiali). L’app tiene conto anche dell’esperienza dei personaggi, che può essere spesa per ottenere altre abilità.
Ad ogni avventura sarà possibile decidere il livello di difficoltà e si potrà anche cambiare il numero dei giocatori (ma in certe avventure sarà obbligatorio portare un determinato personaggio, per far proseguire la storia in modo logico). Si prosegue in questo modo fino alla fine della campagna (che è composta indicativamente da sedici avventure), ma questo non esaurisce il gioco, dato che è già stata annunciata una espansione minore, e sicuramente saranno pubblicate le campagne successive, dato che sulla scatola campeggia in un angolo la dicitura “Atto 1”.
Come avevo premesso, la prima avventura non esaurisce tutte le possibilità del gioco, ed infatti solo dopo alcune partite si può apprezzare a pieno tutte le meccaniche presenti (gestione dell’equipaggiamento e il suo miglioramento, l’esperienza e l’acquisizione di nuove abilità, i traguardi dei personaggi), per cui inizialmente può sembrare di avere poche scelte (sono limitate alle azioni possibili dai due lati della carta arma e della carta personaggio), ma ci si rende conto subito dell’importanza delle decisioni che vanno prese: come gestire la fatica, quando girare una carta, come affrontare i vari nemici, ognuno dotato di particolarità che vanno tenute in considerazione, e contrastate con un’attenta disposizione sul terreno dei personaggi, con l’arma giusta al momento giusto (i nemici hanno delle vulnerabilità a certe tipologie di arma) e cercando di sfruttare le sinergie tra i personaggi (per questo probabilmente si ha un’esperienza migliore di gioco usandone il maggior numero).
Naturalmente l’app svolge un ruolo importante, alla pari di quanto vediamo sul tavolo (e preponderante negli intermezzi tra un’avventura e quella successiva). Ogni interazione tra le miniature dei personaggi e gli oggetti fisici sul tavolo devono essere riportate sull’app, e durante i combattimenti è un continuo scambio di informazioni tra i due mondi (come i risultati del lancio dei dadi), lasciando solo alcuni aspetti confinati al mondo fisico (come la fatica o gli effetti degli altri stati). Durante la partita va prestata attenzione a tutti i messaggi che vengono presentati (spesso danno un indizio su cosa stanno per fare i nemici), e la colonna sonora è un accompagnamento molto coinvolgente, dato che cambia a seconda di cosa sta accadendo. Certo, chi ritiene che questa “deriva digitale” dei giochi da tavolo sia controproducente non potrà apprezzare un titolo come questo, ma se ci pensate, se il suo ruolo fosse svolto da un giocatore in carne e ossa, non avrebbe cambiato di molto l’esperienza vissuta dai giocatori, ovvero, sarebbe stato necessario lo stesso scambio di informazioni (è vero, un umano vede il risultato dei dadi, ma non sarebbe stato sufficiente, avreste dovuto dirgli comunque quali abilità attivate e quindi il risultato effettivo), ed in più per gestire i nemici avrebbe avuto a che fare con tutta una serie di abilità da considerare e segnalini da gestire (cosa che l’app fa automaticamente). Altro vantaggio dell’app è che è possibile pubblicare avventure aggiuntive solo come DLC (come è stato fatto per la seconda edizione de “Le Case della Follia”), oppure apportare correzioni con un costo minimo rispetto a fare modifiche alla controparte fisica; infine, ad ogni round viene effettuato un salvataggio (in locale, non nel cloud, ma ci stanno lavorando) e quindi sospendere la partita e riprendere in un secondo momento.
In conclusione, se accettate il “compromesso” dell’utilizzo di un’app (lo smartphone è entrato nelle nostre vite, e quindi anche nei nostri giochi), ed il costo superiore alla norma (diciamo pari a tre giochi standard), allora questa edizione di Descent è un dungeoncrawler da considerare, se state cercando un gioco di questa tipologia, che si fa notare per la notevole “presenza sul tavolo”, per la semplicità delle regole, l’immediatezza della modalità di gioco, e la caratterizzazione dell’ambientazione, che non avrà la profondità di una saga più conosciuta, ma che ce la mette tutta per farvi sentire a Terrinoth.