Per Aspera ad Astra è un viaggio spirituale in una bolla spazio-temporale. Un peregrinare inquieto (Heal me, Coiled in a bondage). Una caduta rovinosa dalla superficie dell’esistenza verso le oscure profondità dell’anima (Samsara). Poi, la luce della Vita inesorabilmente mi conquista (The Gift), e lentamente riemergo con la preghiera e la meditazione, riscoprendo l’energia vitale (Power Flow-er), il suo Sacro Respiro (Flamen), che mi riconcilia col mio Diamante interiore (Rosa), pronta a lasciare andare ogni angoscia (Flow): comprendo che sono pura vita e non ho bisogno di temere la morte (Yasam).
Allora, una gioia irresistibile mi travolge e voglio aprire il cuore all’universo, in un canto di energia e luce (Rainbow Runners), prima di abbandonarmi di nuovo, con gratitudine, al mistero della Vita (Per Aspera ad Astra).
Tutto questo “viaggio” è compiuto con lo sguardo rivolto perennemente al cielo (Up), nell’incrollabile fiducia che, anche nei momenti più difficili, esiste sempre un gancio fra il cuore e l’Amore infinito che lo sovrasta.
Per Aspera ad Astra è un percorso esistenziale che parte da un’esperienza individuale, ma vuole porsi su un piano universale: la mia via della virtù e dell’ascesa spirituale è irta di difficoltà, ma attraverso di essa, ogni essere umano può superarsi e salire fino alle stelle.
(Daniela Spalletta, dalle note del booklet)
https://www.danielaspalletta.it
The gift
https://www.youtube.com/watch?v=C9oyCVWO6yA
Cantante, compositrice, arrangiatrice, autrice, nata in Sicilia, negli ultimi anni Daniela Spalletta si classifica ai primi posti, tra le voci femminili italiane, dei Jazzit Awards della rivista JAZZIT. Vanta collaborazioni con importanti musicisti del panorama jazzistico italiano e internazionale (fra cui Urban Fabula, Seamus Blake, Giovanni Mazzarino, Gegè Telesforo, Enrico Intra, Fabrizio Bosso, Max Ionata). Ha all’attivo due album da leader (“D/Birth” – Alfa Music 2015 e “Sikania” – Jazzy Records 2017) e numerose collaborazioni (fra questi, il nuovo disco di Gegè Telesforo “Il Mondo in testa” – Jando Music 2020). Molti i premi internazionali vinti: fra questi, il Premio Claudio Abbado, Premio Nazionale delle Arti, Lucca Jazz Donna 2014, Multiculturita Europe Contest, AIR – Artisti in Residenza. Nel 2019 si classifica al secondo posto del prestigioso “Sarah Vaughan International Jazz Vocal Competition”, esibendosi al New Jesey Performing Art Center (Newark, NJ) dinanzi a una giuria composta da Christian McBride, Dee Dee Bridgwater, Jane Monet Monifa Brown e Matt Pierson. Molti i festival in cui si è esibita in tutto il mondo, fra i quali il NJPAC, Rendez Vous de l’Erdre, IIC in Nice, Jazz al Piccolo, Umbria Jazz, Django World Music Festival. Affianca, all’attività artistica, quella di docente di Canto Jazz in diversi conservatori italiani.
Intervista
Davide
Ciao Daniela. Il tuo lavoro mi è piaciuto moltissimo. Che ricchezza! Che eleganza! Una delle cose migliori da me mai ascoltate. Vi ho sentito fluire e confluire tantissime cose, non solo jazz. Potrebbe essere per me la summa della migliore Scena di Canterbury evolutasi idealmente fino ad oggi, con dentro altre cose ancora. Il tutto racchiuso in una tua grande originalità e personalità. E allora cominciamo da qui. Quali sono stati i tuoi grandi amori musicali, quelli che ti hanno appassionata alla musica e al canto e che ti hanno portata fino a qui?
Daniela
Ciao Davide, che piacere conoscerti e grazie infinite per le tue parole e per questo spazio! Come accade a molti, la musica ha sempre fatto parte della mia vita ed ascoltare musica è sempre stata un’abitudine costante della mia famiglia. I miei genitori, voraci appassionati di gruppi leggendari del rock, Pink Floyd in testa, King Crimson, Jethro Tull, Gentle Giant, Dire Straits, etc, mi hanno decisamente influenzato, seppur involontariamente, nel determinare i miei gusti e una certa familiarità con quel mondo musicale, che ancora oggi mi “riporta a casa”. È quindi grazie alla mia famiglia se, in me bambina, si è innestata la normalità di esprimermi con il canto e di imparare a conoscermi e riconoscermi attraverso la musica. C’è poi un forte legame con la musica classica, che si è radicato soprattutto negli anni della mia formazione accademica, quando intrapresi gli studi di Canto Lirico, approfondendo in particolare il repertorio Barocco e Protoromantico. Sono stati passaggi molto importanti nel definirmi come cantante prima e come musicista; molti di questi elementi poi sono confluiti inevitabilmente nella musica che canto e compongo. Certamente il Jazz è il mondo musicale nel quale maggiormente mi identifico, specie nella sua accezione più contemporanea, ed è anche il trait d’union che mi ha permesso, nel tempo, di armonizzare fra loro elementi e linguaggi così diversi.
Davide
Attraverso le asperità alle stelle… Questo lavoro ha un concept e il tema conduttore è un viaggio spirituale come tu hai descritto nelle note del booklet. Perché dunque la necessità di un viaggio musicale spirituale in questo preciso momento della tua vita e in questo particolare momento storico più generale? E perché quell’anellide che diviene vanessa-io in copertina?
Daniela
Questo viaggio spirituale in realtà è un costante divenire, riflette un po’ il senso generale dell’esistenza, il suo slancio verso l’infinito. Non so esattamente perché abbia preso forma in musica in questi ultimi anni, forse semplicemente perché era arrivato il momento giusto. Il titolo, che è poi il tema, del disco, affonda le proprie origini nel mondo classico e nel mito, e legato ai concetti di “cammino” ed “ascensione”, ha sempre risuonato e suscitato profonda emozione dentro di me. Oltre al significato manifesto, “attraverso le asperità fino alle stelle”, che tu citavi, ha una ricca simbologia mistica, a mio parere. Chiaramente i contenuti musicali e lirici del disco sono elaborazioni e versificazioni di un pensiero personale, ma sono profondamente convinta che, riguardo ai temi importanti dell’esistenza, siamo davvero tutti uguali e vicini. Ci avvitiamo spesso attorno alle nostre paure e possiamo essere crudeli, con gli altri e con noi stessi. È il senso profondo e universale della condizione umana, che ci accomuna tutti, quello di una estrema fragilità, che può schiacciarci e annientarci, è vero, ma può anche talvolta tramutarsi in gloriosa grandezza. La cover del disco, realizzata dal grande artista siciliano, Walter Silvestrini, è il risultato di una concertazione, di un lavoro di “squadra”. Volevo che l’immagine descrivesse, in senso un po’ eracliteo, i concetti di cammino, quindi evoluzione, e trasformazione: tutto scorre.
Davide
Musica e canto ci connettono o riconnettono a qualcosa di più grande, d’altro ineffabile o cosa per te?
Daniela
Nella mia esperienza artistica e umana, sempre di più sperimento la profonda connessione fra musica e spiritualità. Diceva sant’Agostino che chi canta prega due volte e in effetti la musica e il canto sono da sempre legati alla preghiera, nel senso del “rendere grazie”, intendo. Esiste questo portale di comunicazione fra il cuore dell’uomo e l’universo e la Musica è uno strumento potentissimo, perché è capace di innescare l’Amore, un senso di apertura profondo ed esaltare il coraggio, il “cor habeo”, l’avere cuore. E proprio il coraggio è la virtù cruciale, senza la quale niente altro è possibile: occorre coraggio per avere fede, per amare. Del resto, tutto ciò diventa molto chiaro, quando ascoltiamo la Musica dei Maestri illuminati: Bach, Mozart, Ravel, Mahler, Coltrane, Davis, Wheeler e tanti altri… Questo è oggi per me la Musica e il messaggio che passa attraverso di essa.
Davide
Di solito cerco di porre domande senza troppo complimentarmi, ma da molto tempo non sentivo cantare con così tanta varietà tecnica ed espressiva, e tutto con una bravura, una naturalezza e una sensibilità artistica ed estetica da non esservi mai nulla di superfluo o di ostentato. E che ben dosata estensione! Come hai scoperto la tua voce, cosa cerchi attraverso di essa?
Daniela
Credo che la mia voce sia la parte più autentica di me, mi impone un rigore etico, una disciplina del pensiero e dello spirito, come pochissime altre cose nella mia esistenza. Cantare è come pregare, è uno scavare a fondo, è un dissotterrare corpi da restituire alla vita, un inseguire la luce, senza temere o fuggire le sue ombre.
Davide
Ci presenti tutti gli ottimi musicisti che hanno suonato in questo disco?
Daniela
Con gioia immensa! Il cuore strumentale è costituito da una straordinaria sezione ritmica, il trio Urban Fabula, (Seby Burgio, Alberto Fidone, Peppe Tringali). Sono legata agli Urban Fabula da una forte amicizia, consolidata nel corso di più di dieci anni di molteplici collaborazioni e sinergia artistica. Prezioso è stato l’apporto artistico, musicale e umano del mio fraterno amico Alberto Fidone: oltre a suonare il contrabbasso e il basso elettrico, ha curato la direzione dell’orchestra d’archi ed ha prodotto il progetto, insieme a me e a Riccardo Samperi, ingegnere del suono e “quinto uomo del quartetto”, un elemento fondamentale nella definizione del suono di questo disco. La scelta di Jani Moder alla chitarra è motivata dalla sua estrema versatilità e grandissima affinità con la mia musica: con le sue linee, Jani definisce una voce alternativa in perenne dialogo con la mia. La Trp Studio Orchestra ha conferito a Per Aspera ad Astra un’ ulteriore trasversalità e il suo impiego è assolutamente intrinseco alle necessità espressive di questa musica. Loro sono: Giovanni Cucuccio, Dario Militano, Lucrezia Costanzo, Ricardo Urbina, Alexandra Dimitrova, Clelia Lavenia, Samantha Fidanza, Irina Viktorovskaya ai violini; Rosaria Milici e Manuela Caserta alle viole; Teresa Raffaella Suriano e Chiara D’Aparo ai violoncelli; Maria Patrizia Privitera al contrabbasso.
Davide
Hai scritto le liriche in inglese (la cui padronanza è perfetta in “Coiled in a bondage”, tutt’altro che facile da cantare suppongo, uno dei miei pezzi preferiti), ma altresì in italiano (Rosa), anche se vagamente medievaleggiante (i primi verso mi hanno fatto rievocare la Candida Rosa di Dante), e in turco, ispirandoti a una poesia di Hikmet (Yasam). In che modo per te la parola si fa canto? E in che modo la musica si fa parola? Qual è o quando per te avviene il loro incontro ideale?
Daniela
Per formazione e attitudine, non sono una fondamentalista del “canto parlato”, non trovo che necessariamente il canto debba intrecciarsi a una lirica per poter essere espresso, tutt’altro. Tant’è che il canto lirico nella mia esperienza è avvenuto in un momento successivo al canto puro e sperimentale. Ma quando, unicamente per necessità espressive, la voce artistica si esprime attraverso un testo poetico, lì accade qualcosa che trascende l’uno e l’altro e diventa un mutante: il canto non è più solo canto, la parola non è più solo parola. Quindi ritengo che canto e liriche si incontrino idealmente nella autenticità dell’esigenza espressiva.
Davide
“Flamen” ovvero il flamine, colui che accendeva e manteneva soffiando il fuoco sull’ara dei sacrifici. La voce e il canto sono del resto anche un soffio, aria che si inspira ed espira… E il respiro vitale è anche l’anima, la psiche dei greci fino alla mente di oggi. Qual è il “fuoco sacro” che l’arte ha il compito di mantenere vivo tra gli uomini?
Daniela
Nella mia esperienza, musica e spiritualità sono sempre state molto intrecciate fra loro, e questa dimensione metafisica, a tratti esoterica, si è molto rafforzata negli ultimi anni. A proposito di flamine, a mio parere, la musica e l’arte insufflano nell’essere umano il desiderio dell’infinito, rendendo chiara la sua certezza.
Davide
Come componi, a quale strumento, e come procedi per gli arrangiamenti? Li scrivi tu stessa o nascono insieme agli altri musicisti? Quando per te un pezzo ha raggiunto il giusto equilibrio tra tutte le parti?
Daniela
Compongo al piano, lo strumento che dà forma e contenuto alle mie intuizioni musicali, spesso legate a idee che “visualizzo” attraverso la mia voce. Non ho, fino ad ora, mai composto o arrangiato a 4 o più mani, o insieme ad altre persone; sono per indole una persona piuttosto solitaria e questa tendenza all’isolamento, nella composizione, almeno finora, è l’unica dimensione che permette alle mie idee di trovare uno sbocco. La ricerca dell’equilibrio nella composizione e nell’arrangiamento è, davvero, una della parti più delicate del processo creativo. È necessario spogliarsi del superfluo, purificare, staccarsi da cliché a cui, inconsapevolmente, ci si affeziona, insomma, rendere la creatura libera di aprirsi a quel soffio di cui parlavi, darle fiducia, renderla capace di prendere lo spazio e la forma a se stessa congeniali. In realtà, tutto questo è metafora della vita.
Davide
A volte mi sembra di cogliere un certo uso della politonalità. Qual è il tuo approccio alla tonalità?
Daniela
Abbastanza labile, direi. La musica contemporanea, attraverso cui mi sono principalmente formata e verso cui tendenzialmente mi oriento, ha da molto tempo forzato, quando non del tutto abbattuto, i concetti legati alla tonalità. Nondimeno, talvolta amo comporre sforzandomi di rimanere dentro il recinto di una tonalità, esercizio, questo, tutt’altro che semplice.
Davide
Cosa insegni innanzi tutto, al di là della tecnica, quando insegni il canto?
Daniela
Secondo me il canto è fra le poche arti o discipline umane attraverso cui poter sviluppare l’esercizio della verità. Spesso, per convenzione, opportunità o viltà, possiamo essere portati a mentire. Nel canto ciò non è possibile, perché si è immediatamente smascherati e il re diviene improvvisamente nudo. Cerco di rendere questa consapevolezza il più rapidamente necessaria e chiara ai cantanti che incontro nel mio ruolo di insegnante.
Davide
“Per Aspera ad Astra” chiude il disco. Non avessi saputo, avrei – soprattutto all’inizio – pensato trattarsi di un nuovo pezzo di Bjork. È stato un omaggio?
Daniela
Che onore, grazie Davide! Bjork è una Donna e un’Artista a cui la musica e l’arte devono moltissimo. Non amo particolarmente gli omaggi, ma certamente lei è una fonte di ispirazione. Per Aspera ad Astra è uno di quei brani in cui ho scoperto parti di me meno conosciute ed esplorate. La musica, a volte, fa certi miracoli inaspettati, dà chiavi che aprono porte o ferite, come guardarsi nudi allo specchio; o, forse, più un lasciarsi andare, un farsi cullare.
Davide
Cosa seguirà?
Daniela
Lo scoprirò, lo scopriremo!
Davide
Grazie e à suivre…