Endecasillabi narranti
Prefazione di Vincenzo Guarracino
Postfazione di Federico Migliorati
Di Felice Edizioni
Poesia
Pagg. 232
ISBN 978-88-94860-79-5
Prezzo Euro 20,00
Un messaggio senza tempo
In tutta sincerità il mio incontro con la poesia di Francesco Belluomini è stato del tutto fortuito, allorché lo scorso anno, in piena iniziale pandemia del Covid, Alessandro Canzian, titolare della Casa Editrice Samuele, onde lenire gli effetti claustrofobici degli italiani forzatamente rinchiusi in casa ha messo a disposizione gratuita la quasi totalità dei volumi da lui pubblicati e scaricabili senza limiti a proprio piacimento. Fra questi mi hanno colpito tre raccolte poetiche, una delle quali, Ultima vela, era uscita postuma nel 2018, un anno dopo la scomparsa dell’autore. Non sto a spiegare il motivo per il quale questa silloge tematica mi ha colpito da subito, perché, per brevità, è possibile leggere qui la mia recensione scritta nella circostanza, e anche perché mi sembra giusto mi debba occupare di questo poema in endecasillabi, uscito pure lui postumo, il che mi fa pensare che Francesco Belluomini abbia scritto tanto da non riuscire a pubblicare tutto in vita.
Qualsiasi poeta traspone in versi le sue esperienze, arrivando assai sovente a scrivere sprazzi di una autobiografia e Francesco Belluomini è un poeta che sa parlare di sé, parlando della vita, oppure viceversa, come qualcuno non di certo sbagliando potrebbe pensare. Sarebbe stato indubbiamente bello poter porre qualche domanda all’autore, soprattutto in ordine agli scopi prefissati per la sua produzione, ma purtroppo non è possibile; in verità la lettura delle sue opere, in particolare di questa, ci svela la risposta al quesito che non abbiamo potuto porre.
In ogni uomo è presente un intimo, a volte inconsapevole, desiderio di lasciare una traccia di sé, un fil rouge nella speranza così di sconfiggere la morte, di ritagliarsi un posto nell’eternità e così, per esempio, Belluomini intende rendere partecipe chi legge delle esperienze maturate nella vita dell’uomo di mare, durante le ore di navigazione, nel corso dei tanti approdi e nei contatti con gli svariati popoli conosciuti; il tutto è ovviamente proposto in versi, ognuno di canoniche undici sillabe, una notevole capacità che però non va a discapito dei contenuti, tanto che le tematiche più varie afferenti la nostra contemporaneità vengono esposte alla luce di un filtro intimistico che propone, dispone, enuncia i risultati di osservazioni e di riflessioni non di rado permeate di una sana, per quanto appena percettibile, ironia.
Risulta così un poema per nulla epico, e del resto cosa ci può essere di epico nell’epoca attuale, se non – e non è un’astrazione e nemmeno una forzatura – lo sguardo disincantato di un uomo che ha trovato una ragione superiore per vivere con la poesia. Non so se ci sono altre raccolte nel cassetto che attendono la pubblicazione, ma questa è a mio parere il commiato ideale, il saluto denso di significati di un uomo che ha chiuso il corso della sua esistenza proiettando il suo pensiero oltre i confini del presente, e così rendendolo immortale.
Francesco Belluomini (Viareggio 1941 – Camaiore 2017) inizia la sua attività poetica nel 1975 e nel 1977 entra nella cinquina dei libri finalisti del Premio Viareggio con la sua opera prima L’altro io (ed. Campobasso). La sua vena poetica lo porta a dare alle stampe altri libri, risultando una delle penne più incisive nel panorama letterario del secondo Novecento italiano. Nel 1981 è ideatore e fondatore del prestigioso Premio Letterario Canaiore. Nel suo viaggio letterario ha ricevuto molti riconoscimenti nazionali e internazionali.Alcune sue opere sono state tradotte in diverse lingue.