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Il regno di Olinto e altri racconti – Sonia Gardini

3 min read

Fara Editore
Narrativa
Pagg. 96
ISBN 978-88-9293-081-0
Prezzo Euro 10,00

Olinto “ad Baracaun”

Ogni anno l’editore Fara, più specializzato per la poesia che per la narrativa, indice un paio di concorsi letterari dedicati a entrambi i generi; è questo il caso di Narrabilando le cui risultanze, frutto del lavoro dei giurati, hanno premiato questa raccolta, scritta da Sonia Gardini e intitolata Il regno di Olinto e altri racconti. Altri potrebbe far pensare a chissà quanti e invece, in tutto e certamente non brevi, sono quattro. I primi due, Il regno di Olinto e Il giardino di mia madre, sono ambientati in terra romagnola negli anni immediatamente successivi alla fine della seconda guerra mondiale  e danno l’impressione che parlino di vita vissuta, che sia effettivamente esistito, anche come padre dell’autore, questo Olinto chiamato “ad Baracaun”, cioè uomo scherzoso.

Personaggi reali o immaginati contano relativamente nella dinamica di questi due racconti, perché il pregio maggiore è di parlarci di un’Italia certamente lontana nel tempo, uscita da poco da una guerra distruttiva, in un ambiente rurale in cui ancora vigeva una millenaria civiltà contadina, poi cancellata da un progresso insensibile che ha trasformato il coltivatore della terra in un imprenditore agricolo, con l’attività svolta con l’aiuto preponderante delle macchine. Questo mondo, per certi aspetti arcaico, è il palcoscenico su cui svolgono le trame dei due racconti, e la descrizione riesce, pur senza eccellere, ad appassionare il lettore, o curioso di sapere come era, oppure desideroso di ricordarlo. 

La terza prosa, intitolata I segreti bevitori, è una specie di giallo che si svolge nella canonica di una parrocchia, con una investigatrice dilettante e dove non ci sono morti ammazzati, ma misteriose sparizioni di vino e alcolici. Si lascia leggere, senza entusiasmare.

Il quarto racconto, in prima persona, come i primi due, intitolato Vacanze parla di un viaggio, con relativa villeggiatura, con partenza da Milano e arrivo in Calabria. E’ la prima volta che nella trama l’io narrante vola e in tal senso cerca di spiegare le sue impressioni, e anche i suoi timori, senza però convincere del tutto. Arrivata a destinazione, la parte migliore è quella di una gita sulla Sila che risulta ben descritta e con una certa abilità nel creare l’atmosfera. Una possibile storia d’amore con un avvocato locale potrebbe essere la ciliegina sulla torta, ma la vicenda resta in sospeso, perché, a fronte di un evidente interesse dell’uomo, la donna, pur colpita e lusingata, respinge le prime manifestazioni di affetto. Il tutto finisce con il ritorno a Milano, negando perfino un’ultimo saluto all’ormai deluso spasimante. Si legge, sperando in un lieto fine, che non arriverà però.

Lo stile della narratrice è apprezzabilmente semplice, con il ricorso a un italiano corretto, anche se non particolarmente ricercato. La mia preferenza va ai primi due racconti  che hanno anche un  certo pregio per il tema trattato e per come è stata disposta la trama. Gli altri due sono indubbiamente inferiori, ma non disprezzabili.

In conclusione, la lettura consente di trascorre con piacere qualche ora senza che tuttavia si possa apprezzare un accrescimento culturale.
Sonia Gardini  è nata a Savignano sul Rubicone. È vissuta a Sant’Angelo di Gatteo (FC). Dopo la laurea, si è trasferita a Brescia, dove ha operato quale insegnante di Materie letterarie e, successivamente, come insegnante di sostegno nella scuola media. Nel 2006 ha pubblicato con Fara Editore una raccolta poetica dal titolo Dove allunata? Nel maggio del 2020 è uscita la raccolta di versi intitolata Haiku, III al concorso Narrapoetando.

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