Il pioniere del metal italiano Mario Di Donato torna a farsi sentire con il suo progetto The Black.
È in uscita l’attesissimo album “Ars Metal Mentis” su CD e LP per la Black Widow Records.
Queste di seguito la track-list e la copertina del disco:
I – PRAESAGIUM 1:09
II – MARIUS DONATI 4:08
III – ARS METAL MENTIS 6:11
IV – F. P. TOSTI 4:50
V – MUSEUM 4:10
VI – LUPI FORTES 4:24
VII -MALA TEMPORA 5:09
VIII – DECAMERON 4:21
IX – CASTRUM PESCULUM 3:52
X – IMMOTA MANET 5:51
XI – CERBERO 6:32
XII – ATERNUM 4:32
The Black sono:
Mario “The Black” Di Donato: Chitarra, voce
Gianluca Bracciale: Batteria
Cristiano Lo Medico: Basso
Special guest: Tony Pagliuca (Tastiere Intro ed Outro )
Precedente intervista: https://kultunderground.org/art/18781/
Intervista
Davide
Ciao Mario e ben ritrovato sulle pagine di Kult Underground. Innanzi tutto cos’è la Ars Metal Mentis?
Mario
L’ “Ars Metal Mentis” è un nuovo ramo dell’heavy metal internazionale da me proposto già dal 1985 con il mio gruppo “Requiem” sotto il nome di “Metal mentis” (metallo dell’anima), ma quando nel 1988 ho formato i The Black ho aggiunto Ars ( arte ) per focalizzare la fusione tra il doom metal e l’arte in genere visto che la mia vita di pittore e quella di musicista Rock si presentavano alla fine come un’unica creatura. Per rendere tutto ciò più personale e originale ho aggiunto il cantato in latino, lingua madre prettamente italiana, che indubbiamente da più credibilità sia al progetto The Black che al nuovo genere “Ars Metal Mentis”, che spero possa convincere tutto il mondo dell’heavy Metal e che venga così storicizzato e considerato da tutti come unicità contemporanea del metal.
Davide
A parte alcune re-issues di cui parlammo due anni fa, una presenza in “Metallvum Italicvm” nel 2015, se non sbaglio, il tuo ultimo album è “Gorgoni” e risale a dieci anni fa. Come mai questo lungo silenzio?
Mario
Sì, Gorgoni è uscito circa 10 anni fa e questo lungo periodo di tempo è passato molto velocemente tra pezzi da riarrangiare, tempo speso per le mie mostre di pittura, concerti e l’entrata del nuovo bassista Cristiano medico il quale ha dovuto risuonare per mesi il nostro repertorio per i live, che non è stato facile. Comunque nel 2016 è uscito per la Black Widow un vinile di sei brani a tiratura limitata dal titolo “Requiem” dedicato da me e Massimo Gasperini alla memoria del nostro amico in comune di Genova, Carlo Nardi, venuto a mancare nel 2015. Anche in altre interviste questo lavoro non è stato citato, ma uscito come “The Black” questo Miserere (solo suonato) va considerato come il nono lavoro della band che con l’ultimo “Ars Metal Mentis” la discografia di studio di The Black arriva a 10 pubblicazioni, non a 9 come alcuni affermano.
Davide
Cosa continua e si riconsolida o cosa cambia rispetto ai tuoi lavori precedenti? Cosa affronta in particolare “Ars Metal Mentis”, quali sono le idee fondanti e i temi che vi hai sviluppato?
Mario
“Ars Metal Mentis” vuole essere un riepilogo di tutte le tematiche che dal 1989, con il primo vinile “Reliquarium”, ho cercato di mettere a fuoco: il fascino delle opere d’arte, le paure del post mortem, la rivisitazione di opere letterarie storiche dell’Italia e del mio Abruzzo. Per esempio in questo ultimo “Ars Metal Mentis” ho voluto fare un omaggio al grande musicista Francesco Paolo Tosti, nato a Ortona in Abruzzo nel 1846, amico e compositore di corte della regina inglese e del poeta Gabriele D’Annunzio, oppure con “Museum” a tutte le famose opere d’arte in essi esposte, volevo omaggiare la cultura universale della loro funzione e della loro proposta, poi con “Lupi Fortes” ho rivisto la mia infanzia a Pescosansonesco (Pescara) quando i grossi i lupi affamati per abbondanti nevicate scendevano la sera sotto la mia casa e io li guardavo affascinato dalla finestra della mia cameretta, poi l’omaggio all”Ars Metal Mentis”, me stesso !!! con “Marius Donati” e altro ancora…
Davide
C’è stato qualche cambiamento nella line up della band?
Mario
Sì, certo, al posto dello storico bassista dei The Black Enio Nicolini entrato nella band nel 1990 insieme al batterista Emilio Chella, è subentrato Cristiano Domenico già negli “AllCost” e negli “Zem trio”. Io conoscevo già dagli anni settanta Suo padre Erminio, un bravo bassista dell’area pescarese. A mio avviso Cristiano è un ottimo bassista (questo non lo dico solo io) e l’esperienza quadriennale con i The Black ha ,secondo me, completato il suono e la tecnica rendendo tutto ciò molto professionale e collocabile sicuramente per il genere, in una proiezione internazionale
Davide
Rilevante la collaborazione alle tastiere di Tony Pagliuca. Come è nato questo suo contributo?
Mario
Essendo Tony Pagliuca di Pescara, logicamente andavo spesso i concerti delle Orme, gruppo che all’epoca adoravo. Ma alcuni anni fa Tony venne in vacanza nel mio paese natio Pescosansonesco e qui, in quei giorni, si rafforzo’ la stima reciproca. Allora più avanti pensai che per “Ars Metal Mentis” ci voleva un ospite illustre storicizzato, quindi presi accordi con la mia casa discografica Black Widow; il progetto si realizzo’ in breve tempo e… magnificamente, con “Presagium” e “Aternum” che, non è altro che l’Antico nome della nostra città Pescara.
Davide
Hai ancora una volta scelto di usare il latino per i testi. Perché?
Mario
Come ti accennavo nella tua prima domanda, non è una scelta cantare in latino sui lavori di The Black, ma questa lingua è la forza principale del mio progetto che ho usato in tutti i miei lavori discografici e lo farò per sempre. Già quando formai gli “UT” (1981-1984), avevo in mente il latino (UT è latino), poi nei REQUIEM è qui da me nel 1985 e fino al 1993, usai tutti i titoli dei miei pezzi in lingua latina per la band. Nei The Black, oltre ai titoli, anche il cantato è rigorosamente in lingua latina, che secondo me è proprio questa caratteristica a rendere The Black un progetto unico al mondo.
Davide
C’è un brano intitolato a Francesco Paolo Tosti, celebre autore di romanze da solotto. Come mai questa rievocazione, questo omaggio?
Mario
Come ti dicevo prima, Francesco Paolo Tosti è più grande musicista di musica classica e romanze dell’Abruzzo e merita questa mia devozione nei suoi confronti. Dice in un suo scritto Matilde Serao: “Io ho udito cantare al pianoforte colui che le grandi dame inglesi chiamano “l’usignolo”, colui che l’Inghilterra trattiene da 20 anni, Francesco Paolo Tosti” (Nizza 1898). Nei ricordi di Gabriele D’Annunzio in un concerto a Roma nella sala “Palestrina”, dice: “la sua voce è di una inimitabile finezza, lui canta le sue romanze più belle con vere e limpide melodie di una freschezza natia della sua terra e della Patria così limpide e melodiose, fra le sottili fioriture accompagnante” (Roma 12 gennaio 1888)… è tutto.
Davide
Registrato negli studi Bess Recording di Montesilvano a febbraio, “Ars Metal Mentis” suppongo che poi sia rimasto fermo per tutto questo tempo a causa di questi lunghi mesi di restrizioni. Come lo hai vissuto tu e su cosa hai maggiormente riflettuto in merito e per il futuro?
Mario
Diciamo che per far uscire “Ars Metal Mentis” sul mercato discografico la stessa Black Widow ha dovuto lavorare sodo, viste le restrizioni imposte per il coronavirus, ma alla fine il lavoro è in circolazione già dal mese di dicembre. Personalmente non mi preoccupavo tanto per la puntualità di uscita dell’album, ma di tutto quello che è successo; di questo inquietante cambiamento, della nostra gente che ha sofferto e ha visto morire parenti amici in un momento, e la costante paura di prendere la malattia. Personalmente ho sfogato questa rabbia dipingendo una ventina di opere sul covid-19, a mio parere rappresentato (in modo figurativo) come un mostro che trasforma i visi e corpi umani in forme paurose e blasfeme, come i nostri sogni più orribili e inimmaginabili. Il nostro futuro lo vedo “pesante”, noi uomini abbiamo creato un caos incredibile tra esperimenti chimici, contaminazioni terrestri ed esperimenti nucleari che non fanno altro che alimentare i maledetti virus, magari pronti già per future malattie di maggiore gravità per gli esseri umani.
Davide
Tuoi i dipinti e i ritratti della copertina e del booklet. Quali sono i tuoi pittori più amati?
Mario
Già da quando frequentavo il liceo artistico, il pittore che mi piaceva su tutti e lo studiavo più di tutti era Hieronimus Bosch, di cui ho scritto anche un ampio articolo sulla mia rubrica “Shockin Paint” su Metal shock numero 457 del primo luglio 2006. Bosch aveva un animo tormentato, le sue rappresentazioni mistiche/demoniache affollate sempre da innumerevoli figure allucinanti e distorte come del resto era il tempo in cui operava (1475 -1480), pieno di credenze fantastiche e stregonesche. Altro artista che adoro e’ Pieter Bruegel, pittore fiammingo operante già nel 1541 in Olanda, i suoi quadri affollati non evocano dolci musiche ma odore di sterco e sudore, Canti popolari e imprecazioni e grida di sofferenza (mio articolo su Metal shock numero 455 del 2006). Poi mi piace Grunwald, pittore tedesco della fine del 1400; i suoi dipinti rappresentano in modo inquietante la solenne e straziante tragicità dell’orrore, della sofferenza e dell’angoscia, una spietata espressione pittorica che però nasconde una desolata è forte religiosità (mio articolo su Metal shock numero 460 ottobre 2006). Dei pittori moderni adoro Picasso, Dalì e Mario Schifano, innovatore dell’arte ricavata dal computer.
Davide
Per Balthus dipingere era uscire da se stessi, dimenticare se stessi, preferire l’anonimato a ogni cosa e rischiare talvolta di non essere in accordo con il proprio secolo e con i contemporanei. Cos’è per te dipingere? Quando preferisci esprimerti attraverso la pittura, quando invece con la musica?
Mario
Per me suonare o dipingere non fa differenza, credo ciecamente che l’arte sia la maggiore espressione Democratica e comunicatrice per tutta l’umanità, per far conoscere il proprio pensiero e dare valore alla cultura, quindi non sono affatto d’accordo con Balthus che preferisce l’anonimato, secondo me oggi l’artista ha facoltà maggiori di comunicazione e di messaggi personali, e per questo deve sfruttare a fondo il canale necessario per completare il suo estro e il suo credo in qualsiasi espressione d’arte che egli propone. Lo studio della storia dell’arte non sarebbe possibile se tutto ciò verrebbe occultato o addirittura manomesso.
Davide
David Foster Wallace, in “Infinite Jest” ha scritto: “Io sono decisamente antimorte. Dio sembra essere sotto ogni profilo promorte. Non potremmo andare d’accordo sulla questione, lui e io”. Qual è la tua visione, personale e artistica, della morte e di Dio?
Mario
La morte è qualcosa che bisogna accettare se questa viene in modo naturale; è praticamente immaginabile pensare all’immortalità: il nostro pianeta oggi sarebbe talmente popolato che tra insetti, animali, uomini, pesci e piante, la morte arriverebbe comunque in modo irreale e di massa. Dio ha ragionato bene prima del servizio della “Dama Mors”; è per questo che noi uomini, durante la nostra esistenza, dovremmo godere a fondo tutte le cose più belle e non pensare di usare tutti i mezzi più criminali e infami possibili, per rovinare la nostra vita e quella degli altri.
Davide
Cosa seguirà?
Mario
Come nel caso di The Black, tutti i musicisti sperano che tutto torni come prima e si possono organizzare concerti live che sono la vera “linfa” del metallo e di altre realtà musicali. Intanto per quello che riguarda proprio Mario Di Donato, c’è l’imminente uscita del mio secondo libro di poesie “Liriche” per SG edizioni di Marco Refe.
Davide
Grazie e… à suivre.
Mario
Grazie a te Davide. Approfitto per salutare tutti i metallari che non hanno mai tradito la fede. Come richiesta di tanti fan voglio ricordare tutte le band che ho fondato dal lontano 1966:
I picchiati (1966-1967)
I perfetti (1967-1970)
New Generation (1970- 1971)
Un caso di follia (1971-1972)
Respiro di cane (1972-1974)
UT (1980-1984)
Unreal Terror (1984-1985)
Requiem (1985-1993)
The Black (1988-ancora attivi nel 2021)
Laudis Honòres (Onore al Trionfo)
Mario “The Black” Di Donato.