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Intervista con La Stanza Delle Maschere

7 min read

La stanza delle maschere è una stanza di sensazioni, fascinazioni, tensioni dal profondo. Luogo permeato da suggestioni che, dalle bande sonore di film oscuri e occulti, approdano nelle singole tracce dopo un processo di rilettura e rivisitazione che dimostra come quello musicale, in fondo, possa (e debba) essere anche strumento dell’inquietudine.
Alchemiche note in nero da finestre spalancate che ridono, quelle de La stanza delle maschere sono incisioni che diventano graffi, capaci di far male e penetrare nelle carni come i proiettili di Ugo Piazza (Milano Calibro 9), i pugnali delle sorelle Legnani (La Casa dalle Finestre che Ridono) o i morsi di Luigi Costa (Zeder). Ascoltare e tremare. A luci rigorosamente fioche.

Domenico “The Psychic” Lotito – Chitarre elettriche/acustiche, basso elettrico e synth
Angelo “Blood” Sposito – Narrazione e cori
Tiziana Radis – Voce e cori
Roby Tav – Tastiere
Davide Caragnano – Batteria
Special guest: Alexander Scardavian – Lead guitar (Milano Calibro 9)

Queste, la tracklist e la copertina del debut album:

01. Introduzione (Ritorno dal Passato)
02. L’alchimista Scultore
03. La Casa Dalle Finestre Che Ridono
04. Il Vecchio Teatro
05. Sette Note In Nero (in memory of Lucio and Camilla Fulci)
06. Presenza
07. Venerificio Lunare
08. Milano Calibro 9 (Medley) (in memory of Fernando Di Leo, Gastone Moschin and Luis Bacalov)
09. Zeder
10. La Stanza Delle Maschere

Black Widow Records – 2020

Intervista

Davide

Ciao. Due parole di presentazione sul gruppo. Da dove venite, come nasce il vostro progetto, con quali obiettivi?

La Stanza delle Maschere

Domenico ed Angelo:

La Stanza delle Maschere nasce per tributare i nostri Maestri letterali ( Lovecfraft , E.A Poe, A.Artaud ) e Cinematografici. La nostra passione genuina per il genere ci ha portato ad esprimerci attraverso il Dark Sound italiano che tanto amiamo. Ci sembrava giusto e doveroso esprimerci in questa maniera poiché troviamo sia giusto ringraziare e tributare, alla nostra maniera, i genii del nostro passato. L’Horror unito con il rock ha il grande potere di svegliare le coscienze…

Davide

È maschera tutto ciò che non è la morte scrisse Emil Cioran. Cos’è la vostra “stanza delle maschere”?

La Stanza delle Maschere  

Angelo: La maschera è antica quanto l’uomo stesso,è sempre stata utilizzata per svariati motivi, dal teatro ai film, dai rituali al misticismo, io penso che una maschera inespressiva non serve a nascondersi, ma ad essere se stessi in una maniera molto più profonda, dietro maschere possono esserci personalità multiple che riflettono i loro aspetti in un’unica immagine, la vita stessa. La stanza in mondo, le maschere le persone.

Davide

Insolita la scelta di narrare o declamare i testi invece del cantarli, il che mi ha riportato a Emidio Clementi dei Massimo Volume. Perché questa scelta?

La Stanza delle Maschere

Angelo:

La peculiarità del narrato possiamo definirla in questa maniera: trasportare gli ascoltatori attraverso i meandri pericolosi e carichi di tensione dello svolgimento dei testi e racconti, coinvolgere quasi in maniera ipnotica ed inquietante nelle trame sempre più contorte, fino alle conclusioni, cariche di colpi di scena!

Davide

In particolare avete scelto una narrazione che attraversa un certo cinema italiano noir, horror e splatter, omaggiando il Pupi Avati de “La casa dalle finestre che ridono” e di “Zeder” o registi come il terrorista dei generi Lucio Fulci (ma anche sua figlia Camilla e il film “Sette note in nero”) e Fernando Di Leo (insieme al Gastone Moschini e al Luis Bacalov di “Milano Calibro 9”). Perché questa scelta e perché in particolare questi registi e questi film appena citati?

La Stanza delle Maschere.

Domenico:

Il nostro album di debutto vuole affrontare, ovviamente prendendo spunto dai Maestri del passato, la tematica della “Vita e della Morte”. Ci sembrava giusto omaggiare dei capolavori cinematografici che si riconducessero al profondo significato del nostro progetto: Le Maschere e il profondo significato dell’esistenza; infatti senza  Vita non c’è Morte e senza Morte non c’è Vita.
La Maschera di Don Orsi e quella di Luigi Costa non sono cosiì tanto diverse, seppur in ambientazioni e logiche diverse , da quelle di Ugo Piazza e di Francesco Ducci.
Questi personaggi nascondono tutti qualcosa… celano un loro “oscuro” passato e tramano nell’ombra per qualcosa. Siamo dei grandi estimatori del Cinema di Pupi Avati, Lucio Fulci e Fernando Di Leo. 
Tutti Registi che hanno affrontato generi diversi e con film che, dopo tanti anni e giustamente, sono diventato dei Cult. Amiamo le “magiche “atmosfere dei film di Pupi ( anche i film fantastici e le commedie ) e adoriamo l’azione del grande Di Leo ( tra l’altro sono originario di un paese molto vicino a quello del Regista ). 
Su Lucio Fulci potrei parlare per ore. Un grande intellettuale che ha dato tanto all’Arte italiana e ci sembrava giusto omaggiarlo con, almeno per noi, il suo capolavoro “Sette Note in nero “. Abbiamo scelto questo film per distinguerci da scelte già ampiamente sfruttate .
Lucio non era solo lo “Splatter” o il “Gore “… era molto di più. 
Credo sia enormemente sbagliato limitare gli Artisti. Molto sbagliato.
Siamo veramente contento ed orgogliosi che sua figlia Antonella abbia apprezzato la nostra “vera” passione verso le opere di suo Padre ed ogni volta che leggiamo la sua prefazione… la lacrima scende.

Angelo: La scelta di omaggiare capolavori creati da menti brillanti come Avati, Di Leo e Fulci nasce in primis dalla passione che abbiamo verso questo genere di cinema, dal fascino che trasmettono questi film carichi di storie oltre l’immaginazione e molto avvincenti, il rispetto che portiamo per i nostri geniali registi ed ottimi attori, il recitato enfatizza ed accresce la potenzialità  sia scenica che strutturale di questi film.

Davide

Le altre storie narrate (come L’alchimista scultore e Il vecchio teatro) sono invece frutto della vostra fantasia? Se “La stanza delle maschere” fosse una colonna sonora, cosa racconterebbe esattamente questo vostro film?

La Stanza delle Maschere/Angelo 

Angelo :

Le storie che non sono tratte dai film sono dei racconti che ho scritto in passato, ispirato principalmente da Lovecraft e Poe, i signori della tensione e della letteratura macabra e folle, L’ispirazione che mi hanno trasmesso e le loro opere mi hanno stregato…. Se il nostro progetto fosse un film, sicuramente racconterebbe in modo velato ma palese lo stato della globalità malsana in cui viviamo, a volte mi pare vedere manichini mascherati da esseri umani vagare verso il nulla

Davide

Naturalmente la memoria va innanzi tutto a certe musiche da film degli anni ’70, quelle dei Goblin di Claudio Simonetti per Dario Argento o i genovesi “Il Segno del Comando” di Diego Banchero, band vocata al recupero delle radici di certa cultura italiana sotterranea e oscura degli anni Settanta. Ma anche a certo doom metal italiano come quello di Paul Chain/Death SS. Quali sono stati i vostri riferimenti musicali in questo lavoro? 

La Stanza delle Maschere:

Domenico:

Siamo dei grandissimi ascoltatori e collezionisti delle magnifiche colonne sonore degli anni 70; Goblin, Fabio Frizzi, Nora Orlandi, Ritz Ortolani, Libra, Stevio Cipriani e tanti altri. La nostra passione per il Segno del Comando, Jacula, Malombra ci ha portato, con grande naturalezza, in quella direzione. I Death SS, soprattutto i primissimi , erano una band molto avanti ai tempi e molto d’avanguardia. Il Doom è stato molto importante e devo ringraziare Alexander Scardavian ( per tantissimi anni collaboratore del Maestro Paul Chain ) che, tanti anni fa, mi portò in questo mondo ancestrale. Musicalmente parlando abbiamo ricercato di ricreare delle melodie che potessero incastrarsi nelle parti più oscure e malsane. Oltre al Dark sound sono un grande ascoltatore di rock progressivo ( Osanna, New Trolls, Rush, Genesis, Black Widow) e abbiamo cercato, in maniera ovviamente diversa, di prendere ispirazione anche da questi Maestri.

Davide

In Edmund Burke è sublime “tutto ciò che può destare idee di dolore e di pericolo, ossia tutto ciò che è in un certo senso terribile o che riguarda oggetti terribili, o che agisce in modo analogo al terrore”. Perché l’orrendo che affascina dal vostro punto di vista?

La Stanza delle Maschere

Angelo 

Effettivamente l’uomo è attratto ma impaurito da ciò che non conosce, forte è il piacere di addentrarsi in sentieri dove bestie pericolose potrebbero sbucare da ogni angolo; tutti cerchiamo il pericolo per sentirci sempre forti, vivi… Quindi anche visioni orrende ed incubi angoscianti affascinano in maniera inconscia.

Davide

Cosa seguirà?

La Stanza delle Maschere

Non lo sappiamo ancora… ma sicuramente la nostra voglia di sperimentare e di progredire è tantissima. Scavare nella follia più totale per cercare di comunicare un senso di libertà che, purtroppo, si sta perdendo. L’Horror e il Gotico, letterario e cinematografico, sono le massime espressione di questa libertà che vanno, giustamente, tributate e portare avanti. In questo periodo storico è “Fondamentale “riscoprire la nostra cultura… lo dobbiamo a chi non c’è più, a tutti voi che ci  ascoltate/supportate, alla Black Widow Records e a noi stessi.

Davide

Grazie e à suivre…

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