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Nell’angolo di quiete – Eduard von Keyserling

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L’Orma Editore
Narrativa
Pagg. 128
ISBN  9788899793555 
Prezzo Euro 14,00

Un delicato acquerello di un’epoca crepuscolare

Eduard von Keyserling è l’autore di opere definite “le novelle del castello”, romanzi di notevole eleganza in cui si descrive la vita della nobiltà baltica, di cui lui era parte, nelle loro tenute, ambienti elitari, chiusi e protettivi, in cui  l’esistenza era di una monotonia stucchevole e tutto si svolgeva nella inconsapevole attesa di un evento che potesse cambiar tutto, il che ricorda non poco l’atmosfera e i personaggi di quel capolavoro di Dino Buzzati che è Il deserto dei tartari. Da un romanziere che si potrebbe definire senza infamia e senza lode mai ci sarebbe potuto attendere un lavoro come Nell’angolo di quiete, che pur presentando le caratteristiche classiche delle sue opere riesce a rappresentare, attraverso gli occhi di un bimbo, la fine di un mondo, il cui inizio è dato proprio dall’avvio della prima guerra mondiale e non a caso l’epoca della vicenda è quello. Nella residenza estiva, nelle Alpi bavaresi, della famiglia von der Ost si consuma una tragedia greca attraverso la quale si spegne un mondo di apparente normalità, in cui i rapporti, e anche le passioni, sono regolati da convenienze. Agli occhi di un bambino malaticcio, Paul von delr Ost, si squarcia poco a poco il sipario sull’esistenza, tramite atteggiamenti a lui al momento incomprensibili, ma che lo colpiscono. Così è per la corte alla madre del signor Hugo von Wirden, dipendente della banca di cui il signor Bruno von der Ost è direttore, come pure per l’attrazione che prova per una bimbetta figlia di agricoltori che si accompagna sempre con il rampollo del maggiore Welker, che guida un rapporto con lei quasi sadomaso. C’è ancora la pace, ma è di attese per l’imminente guerra, che poi inevitabilmente scoppia con il signor von der Ost che si arruola  e che poi cadrà sui campi di Francia lasciando una consolabile vedova che rinuncia alle profferte amorose di von Wirden solo perché le regole di casata le impongono ora una vita nel ricordo del marito defunto. Tutto procederebbe secondo i crismi che caratterizzano una nobiltà avulsa dal scorrere del tempo con i suoi progressi, se il bimbo, volendo dimostrare ai suoi due amichetti di non essere un pusillanime, non volesse dimostrare il suo coraggio partendo con lo scopo di arruolarsi, ma data l’età per lui il fronte non può essere che dopo la montagna che sovrasta il paese e verso cui si incammina. Il romanzo è breve e non aggiungo altro perché le ultime pagine sono un dono prezioso, qualcosa che si scolpisce in modo indelebile nell’animo del lettore e che lo induce a pensare, non a torto, di essere in presenza di un autentico gioiello, al cui giudizio contribuiscono, oltre alla trama, l’eleganza dello stile, la rara sensibilità dell’autore nello sfumare situazioni che in altre mani potrebbero definirsi scabrose, la descrizione poetica dei paesaggi e della natura, la fine analisi psicologica, grazie alla quale si è in grado di immergersi in un’atmosfera perfettamente ideata.

Eduard von Keyserling (Paddern, Curlandia, 1858 – Monaco 1918) scrittore tedesco. Nei racconti (La signorina Rosa Herz, Fräulein Rosa Herz, 1887; Beata e Mariella, Beate und Mareile, 1903; Giornate afose, Schwüle Tage, 1906) e nei romanzi (La terza scala, Die dritte Stiege, 1892; Onde, Wellen, 1911) rappresentò con dolente rassegnazione e raffinato impressionismo i conflitti di un’aristocrazia in lenta decadenza.

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