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Intervista con Aleco

8 min read

ALECO – L’ULTIMA GENERAZIONE FELICE

Music Force, 2020

Nota di Aleco dal booklet

È la storia di Sabina. Ed è come tutto sospeso nel tempo. Sarebbe bello pensare ad un pallone arancione, ad una corsa in bicicletta sperando che quei giorni non finiscano mai, è come tutto sospeso nel tempo.
Le generazioni passano, sono felici, sono immortali.
Sabina si trova a vivere e ricordare questa immortalità con una tale leggerezza da non rendersene conto, mai. O forse sì, a distanza di anni se ne rende conto e si bea di tutto ciò che è stato, della bellezza di tutto ciò che è stato, ma che è pronta a vivere anche successivamente.
Ed è per questo che basta una bicicletta, basta mettersi d’accordo per incontrarsi, basta veramente poco per mettersi d’accordo. E così una serie di ragazzi vive in maniera davvero spensierata tutto ciò che accade, senza problemi, né preoccupazioni. È una generazione felice, forse l’ultima.
Ma basta poco a volte per far sì che tutto accada di nuovo, anche quando ci si rituffa nella realtà quotidiana. Appuntamenti per cena che vengono travisati, obbligati, spiegati, attesi e disattesi, ma Sabina sa che basta poco per rendere tutto bello. Basta un pizzico di sogno, da non tramutare in realtà, per accorgersi che arrivare vicino alla concretizzazione di un sogno forse è davvero più bello che realizzare il sogno.
Ma passa un altro anno, il sole splende di nuovo, il pallone ha cambiato colore, o forse no, e alla radio passano diverse canzoni che sappiamo riconoscere, ma non del tutto… e allora improvvisiamo. Si improvvisa perché è stupendo essere spensierati, improvvisare la vita, goderla appieno.
E per viverla pienamente c’è anche bisogno di cantare, di guardarsi negli occhi, di capire che il mondo reale di quel momento è il mondo sempre desiderato e mai dimenticato. Basterebbe anche poco per sognare di essere qualcuno che è impossibile essere, qualcuno che possa parlare con Nettuno per spiegargli che le distanze andrebbero annullate, possibilmente anche placando le maree. 
Sabina sa di essere dall’altra parte del mare, ma sa di avere tanti angeli al suo fianco che possono farla sentire importante e serena. Non tutti gli angeli però riescono a parlare con lei, ma lei capisce ugualmente, guarda, impara, continua a sognare.
Ed è proprio in quel momento che pensa di scappare, di scappare da qualcosa o da qualcuno, scappare perché non viene più considerata. L’amore vince sempre, o perlomeno dovrebbe, e, anche se tentenna, porta con sé quell’immenso magnetismo capace di riavvicinare un qualcosa che credevamo perso.
Sabina tenta quasi ogni sera, suda, si sbraccia, ma è proprio quella voglia di tornare che rende il percorso meno intricato di quello che si possa pensare.
Qui, mentre la luna fa uno sforzo immenso prima di sparire definitivamente per qualche ora, rinasce la vita.
Cambiano le ottiche, le prospettive, le generazioni con tutti gli sbagli che potranno e dovranno fare, alle quali, con l’esperienza maturata in sette punti, dovrà per forza di cose, spiegare come un piede si mette davanti all’altro, come si canta, come si balla, come ci si mette d’accordo per incontrarsi tante volte e tornare ogni anno ad essere la generazione più felice che ci sia.
Sabina trova qualcosa di nuovo, insegna qualcosa di nuovo, ma a volte perde anche se stessa acquisendo la consapevolezza che il tempo è ingannatore. Il tempo inganna, vince sempre, il tempo non è alleato, è sempre un nemico, se si parla di vita vissuta.
Allora tutto ciò che rimane è un pallone, una bicicletta, il sole, un incontro e il tempo fermato in ogni singolo attimo che ricordiamo; più sono i bei ricordi, meno il tempo è nemico.
Io sono Sabina. (Aleco)

Tracklist

L’ultima generazione felice / Arrivo per cena / Quel pizzico (Intervallo) / Ma che bella l’estate / Almost jazz / Alessandro smettila (Mezzovallo) / E così nacque Roma / Tutti i tuoi sbagli / Tutto finisce così (Finevallo) / Una panchina di montagna

Intervista

Davide

Ciao Alessandro. Diciamo subito che Aleco è il nome d’arte di Alessandro Carletti Orsini e che ad oggi sei più noto come produttore discografico per Music Force. Quando hai cominciato a scrivere canzoni e queste in particolare, a cominciare da quali stimoli? 

Aleco

Caro Davide,
Il tutto è nato per fare una sorpresa per i 70 anni di mamma compiuti il 12.01.2020.
Pensavo a qualcosa di originale, oltre alla festa a sorpresa e allora nell’anno e mezzo precedente ho iniziato a comporre, in primis il brano “L’ultima generazione felice”, successivamente gli altri nove pezzi.
Il titolo del singolo e dell’album sono tratti da una frase estrapolata dal film “Giochi d’estate” del 1984.

Davide

Sabina c’entra qualcosa con il sentirsi “sabino”, “latino”, quindi l’amore per la città di Roma?

Aleco

Sabina siamo tutti noi. Sabina è chi ama la propria terra, le proprie origini. Sabina è chi vorrebbe fuggire dai propri luoghi, ma l’amore per il proprio posto alla fine prevale sempre su tutto. Quindi lei potrebbe essere indistintamente meneghina, partenopea o sabauda perché rappresenta ciò che la maggior parte della gente pensa della propria terra.

Davide

La nostra generazione fu a suo tempo definita X e seguiva quella forse ancora più “felice” o quanto meno ottimistica del baby boom. La “X” ci connotava piuttosto (se non del tutto) negativamente come “generazione invisibile”, mancante di un’identità sociale definita, guadagnando la reputazione stereotipata di apatici, cinici, senza valori o affetti. Oggi, come ne scrive Francesco Florenzano nel suo libro “Generazione L” ossia “50” (perciò dei cinquantenni), viene perfino incolpata di dominare, occupando ora tutti i posti chiave della politica e dell’economia, tutte le altre generazioni, generando una lunga serie di mali attuali della società pur di conservare per sé sola il proprio potere. La tua visione invece mi pare diversa. In ogni caso, d’accordo o meno con l’analisi di Florenzano, se la nuova generazione, quella dei cosiddetti millennials, ci pare meno felice, non è anche responsabilità nostra?

Aleco

La responsabilità, per forza di cose, è sempre di chi precede gli altri a livello temporale. Responsabilità o merito che sia. Diciamo che la mia visione è più incentrata sulla spensieratezza e sul fatto di essere meno ingobbiti e riuscire a guardare le stelle rispetto alle generazioni attuali.
È sia un discorso nostalgico, ma anche di speranza. Il tutto condito sempre dal sorriso e la solarità.

Davide

Ma torniamo alla musica. Andy Micarelli è coautore e suona tutti gli strumenti. Com’è nata questa collaborazione e come avete lavorato insieme?

Aleco

Andy è da sempre un artista Music Force, quindi la collaborazione con lui risale all’alba dei tempi. Avendo praticamente io e lui gli stessi gusti musicali, l’affinità per gli arrangiamenti è stata perfetta. Portavo un’idea e lui riusciva a tramutarla quasi istantaneamente in un brano compiuto, esattamente come l’avevo in mente io. Chapeau.

Davide

Trapela tra i testi e nel video de “L’ultima generazione felice” (con la cassetta di “Troppo forte”), il tuo omaggio ad Antonello Venditti. Cosa ha rappresentato per te la sua produzione musicale?

Aleco

Beh, ci sono due sfaccettature nel videoclip. La prima riguarda la presenza di Bruno Bilotta, attore che adoro, che passa le vacanze estive a Terracina come me. Appena gli ho proposto questa cosa, pur non conoscendoci (ci siamo conosciuti nell’estate 2019 pochi giorni prima di girare il video), si è reso subito disponibile. Il primo film in cui lui ha recitato è stato “Troppo forte” e io, avendo tutti i dischi di Venditti, ho ritrovato la fatidica cassetta che era la colonna sonora del film, quindi davvero una casualità che si è concatenata benissimo!
Per quanto riguarda Venditti, per me è stato (e lo è ancora) punto di riferimento musicale fondamentale. Mi ricordo che quando andavo alle superiori, spesso non utilizzavo i soldi che mi lasciavano i miei per comprare la pizza durante la ricreazione e mettevo da parte 400-500 lire al giorno. Accumulando questi spicci, arrivavo alla cifra (che allora poteva essere tra le 12.000 e 15.000 lire) per acquistare al negozio le cassette di Venditti. Tranne ovviamente quando ero invaso dalla fame e a scuola riempivo il mio stomaco!

Davide

“L’ultima generazione felice” esiste solo materialmente in formato cd e non è in vendita sui digital stores. Una scelta che deve avere un significato ben preciso in quest’epoca di generale smaterializzazione…

Aleco

Il significato è importantissimo. Avendo un’etichetta discografica, mi sono reso conto che mettere i dischi sui vari Spotify, Itunes, etc., per gli artisti non conosciuti, non porta vantaggi. Anzi, semmai il contrario. Perché effettivamente quelle poche persone che potrebbero comprare il disco, dare una mano all’artista, dare un mano al settore, preferiscono ascoltarlo gratis. Non è un discorso veniale, assolutamente, ma è un discorso che vorrei portasse a far abituare nuovamente la gente ad avere il disco fisico in mano. A tutti piace di più avere qualcosa tra le mani da sfogliare, leggere, inserire in uno stereo o autoradio che sia, manca l’abitudine a farlo. Vorrei che i genitori attuali regalassero ai figli uno stereo, non al posto del cellulare, ma magari assieme al cellulare. Invece di spendere 1.000 euro per un telefono, potrebbero acquistare modelli molto meno costosi e lo stesso efficaci e abbinare anche altre cose tipo un bell’Hi-Fi con inclusa piastra per il vinile… Secondo me farebbero innamorare i propri figli.

Davide

Ha scritto Venditti nel suo libro: «Si chiama gioventù quella cosa che quando la vivi è un inferno e quando la ricordi è un paradiso» (L’importante è che tu sia infelice). Cosa ti rendeva ieri e cosa ti rende oggi più felice e cosa infelice?

Aleco

Ovviamente io ho quel libro. A me rende felice sempre la musica, sia ieri che oggi. Gli stati d’animo che crea, sono costantemente fantastici. Oggi mi rende felice mia figlia Chiara che a fine aprile compirà 4 anni.
Ciò che mi rende infelice è che attualmente ogni cosa che qualcuno fa debba per forza essere etichettata. Esempio: uno ruba? La prima cosa che si chiedono tutti: ”È di destra o di sinistra?”
Qualcuno odia qualcun altro? E stessa domanda. Qualcuno ammazza? E stessa domanda.
Quando invece, secondo me, l’essere coglioni prescinde da tutti i colori, fazioni e sotterfugi. 

Davide

Cosa seguirà?

Aleco 

Bella domanda. Per scelta, anche se me li hanno già chiesti, non faccio live. Non ne ho le capacità.
Però quest’esperienza, che tra l’altro sta anche andando molto bene, mi è piaciuta. Quasi quasi…
Intanto seguitemi sia su Fb alla pagina ALECO, sia sul sito http://www.musicforce.it/catalogo-produzioni/2308-aleco-l-ultima-generazione-felice

Davide

Grazie e à suivre…

1 thought on “Intervista con Aleco

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