Marchetti Editore – Euro 13 – Pag. 263
Una casa di vento è un romanzo che profuma di mare e di vento, quel maestrale che sconvolge la costa livornese, ma anche il libeccio di Fattori e il grecale pungente degli inverni maremmani. Patrizia Poli racconta la storia di una famiglia, narra di sentimenti che si vanno stemperando con l’incedere del tempo e con l’avvicendarsi di momenti tristi, tra dolorosi rimpianti. La voce dei protagonisti costruisce il romanzo a capitoli alterni: Francesco (il marito), Michela (la moglie), Loris (il figlio), Rosanna (la zia), mentre sull’intera narrazione aleggia il ricordo di nonno Amedeo, morto da poco, seppellito al cimitero dei Lupi. Luca non è meno importante, perché è l’amante in comune, che fa sesso con pochi coinvolgimenti sentimentali e nel finale ammette di scoparsi due sorelle troie. Livorno con il suo mare e le sue strade, il palio marinaro, la partita di calcio con la sciarpa amaranto stretta al collo, è un’altra protagonista del romanzo, anche se l’autrice opta per non citare la città labronica, preferisce nominare i luoghi e le strade, ricordare abitudini alimentari (il cinque e cinque; anticamente: cinque soldi di pane e cinque soldi di torta di ceci) e inserire poche espressioni vernacolari (ti fa venire i fortori). E poi ci sono le lettere, la parte epistolare che riporta al passato, che ricorda le cose non dette, non fatte, le occasioni perdute. La parte più commovente del romanzo tocca a Loris, il figlio morente, che sa di dover lasciare la vita prima degli altri, comprende che non vedrà mai la morte del gatto, si stringe forte a un padre che ama profondamente, spera di rivedere il nonno e di vivere nel ricordo di chi resta. Una casa di vento è romanzo dall’andamento dolente e languido, ricco di dialoghi, di eventi raccontati con dolcezza e partecipazione. Patrizia Poli racconta la storia di un amore che sta finendo, di un rapporto coniugale che diventa ogni giorno più arido mentre un figlio deve salutare per sempre chi l’ha messo al mondo mentre si chiede quale sia il senso della vita. Il marito ha un’amante, la moglie approfitta di aridi rapporti extraconiugali, tutto va a rotoli, solo la malattia del figlio, l’amore che lega i genitori a un bambino, riesce a tenerli insieme. Un romanzo che a un certo punto assume il tono di una sceneggiatura da lacrima movie, di un melodramma familiare intenso e coinvolgente. Non possiamo fare a meno di commuoverci, anche se l’autrice è brava ad alternare al cupo dramma parti più crude ad altre erotiche e leggere. Da leggere, se amate il genere romantico e le storie d’amore più vere, quelle non necessariamente a lieto fine.