KULT Underground

una della più "antiche" e-zine italiane – attiva dal 1994

Sanctum

7 min read

gioco per 2-4 persone

Autore: Filip Neduk

Editore: Czech Games Edition (www.czechgames.com)

Nonostante il titolo non sia qualcosa di noto, l’immagine sulla scatola e la trama di questo gioco da tavolo (assieme alla presenza di due sfere, una rossa e una blu, nelle plance dei giocatori) risulterà sicuramente familiare agli appassionati di videogiochi, infatti leggendo la trama scopriamo che il demone Malghazar è stato liberato dalla prigione in cui era rinchiuso da millenni, e un gruppo di avventurieri dovrà cercare di distruggerlo, dopo aver affrontato orde di mostri a difesa della cattedrale in cui si annida (nella città costruita sulla sua prigione, dal nome di Sanctum). E sì, il gioco si ispira proprio a Diablo, anche se non ne utilizza il nome ufficiale.
Nonostante la vastità di contenuti del videogioco, per questa trasposizione si è preferito puntare sulla semplicità, e infatti non c’è una vera e propria esplorazione del sotterraneo, dato che si procede in una semplice linea retta, mentre il gioco è costituito sostanzialmente dal combattimento, prima contro le schiere di demoni, per ottenere oggetti e potenziamenti per poter poi affrontare Malghazar nello scontro finale. Si tratta di un gioco competitivo, ma con poca interazione tra i giocatori; stranamente non ci sono le regole per il gioco in solitario, e quindi per poterlo fare bisogna provare le varianti proposte su BoardGameGeek. Ma vediamo il gioco nel dettaglio…

La scatola è di dimensioni standard (rettangolare, bassa), e contiene:

– tre plance a doppia faccia per il mondo,

– due piccole plance per posizionare le carte,

– quattro plance per i giocatori,

– quattro miniature di plastica,

– vari mazzi di carte,

– dadi a sei facce standard,

– segnalini di cartoncino,

– segnalini di plastica in vari colori,

– il regolamento e quattro fogli di riferimento.

I materiali, come da tradizione CGE, sono ottimi: plance, tessere e carte robuste e ben illustrate, con immagini in colori molto vivaci (che ricordano l’origine videoludica), mentre i segnalini sono di una plastica traslucida molto piacevole da vedere e maneggiare, e anche i dadi danno un’ottima impressione, di colore nero con i pallini oro e argento. Ci sono alcune scritte sulle carte, e anche se non ci sono elementi segreti, per non rallentare troppo lo scorrere della partita se ci sono giocatori che non masticano molto l’inglese conviene puntare all’edizione in italiano, pubblicata dalla Cranio Creations.
Per la preparazione, ogni giocatore sceglie un personaggio, e ne riceve la plancia, la miniatura, e i segnalini indicati nella sfera rossa (per la resistenza) e nella sfera blu (per la concentrazione); nella zona di destra vengono piazzate tutte le carte e i segnalini che rappresentano le abilità che si potranno sbloccare durante la partita, piazzando su di esse tutti i gettoni bianchi, rossi e verdi che vi sono indicati; ogni giocatore riceve due dadi, più un terzo che si sbloccherà al primo oggetto equipaggiato. Si piazzano sul tavolo le prime due plance (su ognuna c’è una via lineare che i personaggi dovranno percorrere). Si mischiano le carte con i demoni, separandoli in tre mazzi a seconda del loro livello, e si piazzano su una delle plance piccole, mentre sull’altra ci vanno i segnalini obiettivo; infine, a seconda dell’ordine del turno si potranno ottenere carte bonus (che sbloccano le abilità) o pozioni (da conservare), e si può iniziare.
Ad ogni turno i giocatori possono eseguire un’azione tra Avanzare, Combattere, o Riposarsi:

– Avanzare (obbligatoria il primo turno): si muovere la propria miniatura in testa alla fila (oppure avanti di uno spazio se è già davanti), poi vengono pescate e rivelate tante carte demoni quante indicate nello spazio, e infine si sceglie una carta demone (o un gruppo di carte) e le si posiziona sulla propria plancia (nel gioco, sono i demoni che stanno inseguendo il personaggio). Se un giocatore si muove sull’ultimo spazio di una plancia, tutti i demoni rimasti vengono girati dal lato tesoro, e ogni giocatore ne prende uno, dopodiché la plancia viene rimossa e quella successiva viene piazzata sul tavolo.

– Combattere: innanzitutto si possono spendere pozioni rosse e blu per far tornare un gettone nelle rispettive sfere, poi il giocatore lancia i propri dadi e li usa per attaccare i demoni sulla propria plancia (ogni demone ha indicato i valori dei dadi necessari per ucciderli). Ogni giocatore può usare le abilità a sua disposizione (attivandole con i gettoni rossi e blu) per modificare o rilanciare i propri dadi. Se un demone non è stato eliminato, allora infliggerà i danni indicati al personaggio (che diminuirà i propri punti ferita), a meno che non vengano parati (attivando le abilità scudo). Le carte dei demoni sconfitti vengono girate, e diventano oggetti che potranno essere equipaggiati nel prossimo riposo, mentre i danni inflitti sui demoni non eliminati vengono conservati utilizzando i gettoni neri. Quando si eliminano i demoni si ottengono anche delle gemme che permettono di spostare quelle presenti sulle abilità, se una di queste non ha più gemme, si attiva e rimarrà a disposizione del giocatore per il resto della partita (oltre alle abilità, possono contenere gettoni rossi e blu che si posizionano nelle sfere).

– Riposare: tutti i gettoni rossi e blu ritornano nelle rispettive sfere, poi il giocatore può piazzare (o riposizionare) sulla propria plancia gli oggetti che intende utilizzare, si possono anche acquistare pozioni scartando degli oggetti; infine il giocatore controlla se ha raggiunto determinati obiettivi, ottenendo il relativo segnalino.

La partita procede in questo modo fino a quando un giocatore non raggiunge la quinta plancia (ricordo che il numero di plance da affrontare cambia in base al numero dei giocatori), che rappresenta le mura della cattedrale dove risiede il demone finale, vengono piazzate cinque coppie di demoni e si prosegue con i normali turni fino a quando non vengono tutti assegnati (ed eventualmente combattuti). Quando un giocatore non ha più demoni sulla propria plancia può decidere di abbattere le mura, e quindi passare nella sesta plancia.
Quando si entra nella cattedrale si piazzano due carte Signore dei Demoni, gli altri giocatori possono aspettare ancora due turni prima di entrare (ma ogni turno di attesa aggiunge un’altra carta, fino ad un massimo di quattro). Tutti i demoni rimasti vengono eliminati, ogni giocatore può riposarsi (per l’ultima volta nella partita), dopodiché vengono applicati gli effetti di tutte le carte Signore dei Demoni; fatto questo, si può iniziare lo scontro finale:
Ogni giocatore piazza sulla propria plancia cinque carte Signore dei Demoni e quattro carte Furia, alternandole in una fila, poi piazza la propria miniatura sulla prima carta; ogni giocatore dovrà affrontare tutte queste carte in un combattimento, infliggendo danni solo sulla carta in cui si trova la propria miniatura, e ricevendo danni da tutte le carte non sconfitte (le carte Furia si attivano solo quando la miniatura vi arriva sopra). Quando si completa il primo round di combattimento si scoprono due carte Signore dei Demoni e i loro effetti vengono applicati a tutti i giocatori, mentre alla fine del secondo round se ne scopre solo una. Se un giocatore perde l’ultimo punto ferita viene sconfitto, mentre chi elimina l’ultima carta sulla propria plancia sconfigge il demone finale e sopravvive. Se tutti vengono sconfitti, si assegna la vittoria a chi ha eliminato più carte (i pareggi vengono risolti controllando chi ha inflitto più danni sull’ultima carta), altrimenti la vittoria va a chi ha conservato più punti ferita (i pareggi vengono risolti controllando chi ha sbloccato più abilità).
Alla prova del tavolo Sanctum si rivela un gioco abbastanza semplice da spiegare e giocare (in sostanza si lanciano dadi), dai tempi contenuti (al massimo si arriva alle due ore), e molto piacevole da vedere (oltre che divertente, dato che è sempre divertente lanciare dei dadi). La strategia necessaria si riduce alla scelta dei mostri da affrontare (per puntare ad avere gli oggetti necessari), mentre l’interazione minima con gli altri giocatori (al massimo ci si ruba i mostri) rende il gioco accettabile a chi non apprezza il confronto diretto. Difetti? Il movimento non è molto ispirato (e diminuisce l’utilità delle bellissime plance), e la variabilità delle partite deve basarsi tutta sull’ordine casuale di uscita dei demoni, e per questo sarebbe stato apprezzabile avere anche qualche personaggio aggiuntivo, per diversificare la composizione del party (giocando in quattro li si schiera sempre tutti). E anche se è quasi impossibile essere eliminati prima dello scontro finale, in quest’ultimo Diab… ehm, Malghazar si rivela un osso duro; e anche in questo caso, un paio di alternative come avversario finale sarebbe stata un’opzione molto apprezzata. Un’espansione potrebbe risolvere tutti i problemi di questo gioco, del resto, anche il “cugino” Diablo è migliorato versione dopo versione.

Commenta

Nel caso ti siano sfuggiti