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Intervista con Artura

8 min read

Gli Artura ritornano a poco più di un anno di distanza da “Drone” con un nuovo album che prosegue il discorso di ricerca e sperimentazione ma con nuovi spunti.
Il primo disco degli Artura è caratterizzato dall’uso compulsivo dello Space Echo della Roland, attraverso il quale sono state processate singolarmente tutte le tracce, nel secondo troviamo protagonisti gli scratch multilingue registrati in presa diretta dal nuovo membro della band Dj Cic.1, come già annuncia il titolo dell’album “Massive Scratch Scenario”. Durante questo nuovo capitolo sonoro il groove funky kraut anni ’70 della batteria de il Cane e del basso di Tommaso Casasola aka Mercì Mercì, vengono cullati e contaminati dal vivo dai rumori e suoni elettronici di Deison e dai campionamenti vocali presi da vecchi vinili ed elaborati da Dj Cic.1. La ricerca spontanea di registrare campioni vocali in svariate lingue, poi rielaborati e scratchati dal vivo, mette a fuoco un’ulteriore libertà nel modo di scrivere e suonare live degli Artura.
Non mancano gli ospiti che sono passati per La Cuccia studio, lasciando un segno indelebile: tra questi, Mirko Cisilino ai fiati in “Eco Gae”, Simone Sant al Fender Rhodes in “Nada Màs” e Richard Warfare in “Zigniti Spomladi”.
Un elemento importante di questo progetto e collettivo è quello legato ai video con una ricerca sull’immagine in continuo sviluppo; il “drone” protagonista assoluto del primo disco, viene sostituito da una GoPro e dai piani sequenza psichedelici de Il Cane affiancato da Enrico Qualizza, mentre la copertina è uno scatto del fotografo danese Thomas Appel, contaminata dalle grafiche della giovane Sille Tødten, la ragazza ritratta nell’immagine.
Il disco è ancora una volta animato dalla voglia di mettersi in gioco, sia nelle “canzoni” sia nei video e nelle foto, cercando di fare convivere nello stesso contesto, immaginari solo all’apparenza distanti.

Tracklist: 

Smell / Nada Màs / Zgniti Spomladi / Eco Gae / Cluster / Dottor VM / Loreto / Plastic Bottle / Jaja… / Koko


Formazione: 

Matteo Dainese aka Il Cane – batteria, elettronica
Deison – elettronica, rumori
Tommaso Casasola – basso
Dj cic.1 – scratch

Registrato e mixato a La Cuccia studio, Udine da Matteo Dainese
Mastering Marco Lega

Precedente intervista: https://kultunderground.org/art/18682/

Intervista

Davide

Ciao. “Massive Scratch Scenario”, dal mio punto di vista, è un ottimo lavoro, di quelli – e non sono molti di questi tempi – che viene voglia di riascoltare. Il primo pensiero, con questo lavoro, è stato di collocarvi mentalmente dalle parti della easytronica degli Air. Come nascono gli Artura, da quali idee e riferimenti e intorno a quali obiettivi fondamentali, e come si stanno evolvendo dopo l’esordio con “Drone”? 

Artura
Il Cane: Ciao Davide, prima di tutto mi fa molto piacere che consideri “Massive Scratch Scenario” un ottimo lavoro, ti ringrazio. Gli Artura sono un progetto in continuo movimento o meglio sviluppo! Scrivere uno disco all’anno ti permette di sfogarti senza necessariamente impazzire e perdere troppo tempo nel cercare una direzione o un’estetica dichiarata. Di base parto dalla scrittura e registrazione della batteria, appoggiandomi sul metronomo, ogni tanto, ma molto di rado, anche a qualche tema di piano o ukulele scritto precedentemente. Portati a casa i tamburi, non li edito, li lascio come sono e incomincio a scriverci il brano attorno, concludendo infine il processo creativo con il supporto dei miei super colleghi, rispettivamente Tommaso Casasola al basso, Deison ai droni e all’effettistica e Dj Cic1. agli scratch. La grande differenza e novità rispetto a “Drone” è stata quella di voler scrivere un disco più ballabile, groovy senza necessariamente suonare in 4/4 e soprattutto scrivere dei testi, farli tradurre e leggere in varie lingue da colleghi e amici sparsi per il globo, per poi fargli scratchare dal vivo da DJ Cic1. A detta del Deison, la narrazione di questo nuovo disco è diventata decisamente più piacevole, anche dal vivo, magari un pochino meno anni ‘70, ma comunque libera e spontanea. 

Davide

Perché questo lavoro è particolarmente centrato sullo scratching, per altro usato in modo molto equilibrato e contenuto, creativo e (passatemi i termini) “contenutistico”, laddove in genere lo scratch è più una esibizione spettacolarizzata delle abilità del turntablist?

Artura
Il Cane: Anche se DJ Cic.1 viene dall’hip hop, contesto solo “apparentemente diverso”…Carlo è un musicista a tutti gli effetti, che ascolta un sacco gli altri in sala, dunque oltre che dal vivo, anche durante le jam del disco ha trovato un suo incastro fra i colori di Deison, i bassi di Tommy e il delirio di percussioni passate rigorosamente nello space echo dal sottoscritto.

Davide

I titoli hanno una prima funzione esplicativa molto importante per la musica strumentale. Intorno a quali temi avete lavorato traccia per traccia e quali dischi parlati avete usati in particolare (fantastico quello del metodo psicofonico di Vincenzo Mastrangeli per vincere la balbuzie)?

Artura:
Il Cane: Dunque, su una serie di brani come appunto il corso psicofonico in vinile del dottor Vincenzo Mastrangeli, Plastic Bottle, Cluster, Cic da buon collezionista ha dato sfogo alla sua ricerca suonando decine e decine di vinili comprati negli ultimi 20 anni alle fiere. Su Nada Mas ho registrato un campione vocale dalla serie televisiva di El Chapo, sul resto dei brani (come spiegavo prima), sono dei veri e propri testi scritti dal sottoscritto e dunque i titoli nascono di conseguenza come in un normale pezzo “Pop”. 

Davide

C’è un punto in cui un sintetizzatore rievoca un suono che io ho subito associato ai Kraftwerk di  Radio Activity. “Cluster” mi ricorda poi il gruppo tedesco seminale dell’ambient e dell’elettronica popolare di Moebius e Roedelius… In che modo guardate alla incredibile esperienza e avventura del krautrock?

Artura
Il Cane: 

Se in generale senti un suono di synth è il classico Moog lasciato in comodato d’uso a la Cuccia Studio da Mirko Cisilino, trombettista e super musicista, il quale tra l’altro suona i fiati in Eco Gae. Con quello splendido oggetto, assieme al piano Rhodes e l’ukulele ho scritto tutti i temi base dei brani! Niente plug in, mi piace la pasta organica vera di queste macchine passate successivamente nel delay. Mi piace cogliere la pasta del suono della musica Kraut, e anche se non abbiamo chitarre (a parte rare eccezioni), suonando con queste macchine anche su dei groove apparentemente semplici, per quello mi piace dire che facciamo kraut disco! “Cluster” nasce proprio da un brano di Cluster + Eno, non mi ricordo neppure più quale, ho suonato una batteria su un loro brano e successivamente ho scritto un altro brano totalmente diverso.


DEISON: L’ascolto di quelle musiche ha avuto un’influenza che spazia più che sulla tecnica compositiva sulla libertà della composizione stessa che inglobava direzioni musicali diverse (dalla proto new wave alla techno fino a derive rock freak apocalittiche). Anche noi agiamo in totale libertà in varie direzioni, in un viaggio in cui il suono rimane al centro dell’ascolto.

Davide

Lavorate in parallelo anche sul versante delle immagini e dei video. Potreste indicarci (e linkarci) alcuni vostri video? Che tipo di ricerca state facendo  nell’ambito videomusicale? Come nel vostro lavoro si incontrano i due diversi linguaggi, quello filmico e visivo e quello sonoro appunto?

Artura
Il Cane: 

Nel primo disco i video sono stati tre:

Estranei
https://www.youtube.com/watch?v=VvKLvWMGP_g

Artengo
https://www.youtube.com/watch?v=yxGBpeyifuk

Rojo
https://www.youtube.com/watch?v=r7RwdXnoiTs&t=78s


tutti girati con un drone in piano sequenza (a parte Estranei), da Mara Masarotti. Nel secondo disco abbiamo mantenuto il piano sequenza come regola, ma li ho girati con una Go Pro fra Berlino e Palma di Maiorca affiancato dall’addetto ai lavori Enrico Qualizza, ascoltando reciprocamente la canzone in cuffia. Per il momento è uscito solo quello di:

Smell

https://www.youtube.com/watch?v=MdLvQXVKte8

girato a Berlino, anche se proprio in questi giorni abbiamo deciso che il prossimo video sarà “Koko”, che registreremo dal vivo sia audio che video. La voglia nasce dalla regola che dal vivo sia  Deison che Cic suonano i campioni specifici brano per brano, ma improvvisano, facendo sì che i concerti non siano mai uguali! Catturare questa sfumatura sarà un’impresa emozionante che ci affascina e stimola un sacco. 

Davide

A proposito di immagini, perché avete scelto le fotografie di Thomas Appel che ritraggono Sille Tødten con uno skateboard?


Artura
Il Cane:

Thomas è un fotografo danese talentuoso con il quale collaboro dal ‘98, ha già fatto le foto e le copertine del mio primo disco de Il Cane “Metodo di danza” e quello di Honeychild Coleman “Halo inside” etc. 
Io avevo voglia di avere una figura femminile in copertina e Thomas aveva voglia di fotografare questa giovane skater danese residente a Berlino. A lavoro iniziato Thomas mi fa notare che nel nuovo disco degli Artura sente un sacco la contaminazione di vari generi, una specie di crossover, e mi propone di far disegnare a Sille sulle foto, in modo da contaminare anche il suo lavoro come il nuovo disco. 

Davide

La vostra musica si associa facilmente a un’idea di musica ambient nordica. Edvard Grieg scrisse  di sé e della sua musica: “Artisti come Bach e Beethoven eressero cattedrali e templi sulle vette. Io ho voluto, come dice Ibsen in un suo dramma, costruire dimore per gli uomini, dimore in cui essi possano sentirsi felici e a proprio agio”. Che tipo di funzione personale e nondimeno sociale ricercate voi nella vostra musica?

Artura
Il Cane: 

Personalmente dopo anni a scrivere vincolato dalla voce e dalla “classica” struttura canzone, ho creato gli Artura proprio per sganciarmi, almeno in questo caso, da questo metodo di lavoro. La funzione sociale potrebbe essere quella alla “Freedom Run” dei Kyuss, ovvero correre… senza pensare troppo, lasciarsi andare, suonando il più precisi possibile, ma senza troppe regole, lasciando che sia la dinamica a guidare sia noi dietro gli strumenti che l’ ascoltatore dentro. 


DEISON: L’idea è quella di proporre delle musiche che provengono da quattro individui con personalità musicali distinte e diverse fra loro, musiche slegate da qualsiasi moda e “trend” del momento che possano spaziare in direzione diverse.

Davide

Cosa seguirà?

Artura
IlCane:
Nei prossimi giorni registreremo il video performance live di “Koko”, poi potremmo fare anche un nuovo disco, se saremo emotivamente pronti. 

Davide

Grazie e à suivre…

1 thought on “Intervista con Artura

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