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Maigret si sbaglia – Georges Simenon

3 min read

Edizioni Adelphi

Narrativa

Pagg. 162

ISBN 9788845918506 

Prezzo Euro 10,00

L’uomo che credeva che tutto gli fosse dovuto

E’ indubbia la capacità di Simenon di proporre un’approfondita analisi psicologica dei suoi personaggi, spesso ricorrendo ai contrasti per dare corpo alla trama o per meglio evidenziare le differenze caratteriali. E’ anche questo il caso di Maigret si sbaglia, dove una mantenuta, che prima faceva la prostituta, viene trovata assassinata nel suo appartamento sito in un edificio dei quartieri nobili di Parigi; il suo amante, noto chirurgo e coniugato, abita nell’appartamento sovrastante quello della vittima che aveva da tempo una relazione con un giovane musicista squattrinato. Etienne Gouin, questo è il nome dell’illustre medico, è un personaggio del tutto particolare; venuto dal nulla, studiando e dandosi da fare, è diventato un luminare della chirurgia, forte anche della sua convinzione di essere superiore a tutti e a tutto, tanto dal presentare la caratteristica di una disarmante sincerità. Per lui le donne sono solo l’occasione di uno sfogo sessuale e come una farfalla, che svolazza da un fiore all’altro, lui passa da una femmina all’altra, per avventure brevissime, tranne quella con la donna assassinata. Non fa mistero di queste sue relazioni, tanto che ne parla alla moglie, convinto che debbano essere un suo diritto. La donna è apparentemente consenziente, ma in effetti lo detesta profondamente per questo suo carattere contraddistinto da una superbia che non si sfoga in una soddisfazione personale, ma che è il risultato di questo concetto di essere unico e il migliore. Fra lui e Maigret si instaura un sottile gioco volto da un lato alla massima franchezza e dall’altro al tentativo di incastrarlo, ma il commissario si accorgerà di sbagliare e nel momento in cui ne prende coscienza capirà chi è veramente l’omicida.

Maigret si sbaglia è un poliziesco molto bello che si eleva chiaramente dal livello medio delle opere del romanziere belga con protagonista Maigret.  In un’atmosfera rilassata più che la suspense contra il duello psicologico e verbale fra il grande uomo e il commissario, una trama che è senz’altro originale e che, oltre che avvincere il lettore, finisce con l’insegnargli molto sul comportamento umano. Ed è anche per questo che mi sembra meritevole di lettura.   

Georges Simenon, nato a Liegi nel 1903, morto a Losanna nel 1989, ha lasciato centonovantatre romanzi pubblicati sotto il suo nome e un numero imprecisato di romanzi e racconti pubblicati sotto pseudonimi, oltre a volumi di «dettature» e memorie. Il commissario Maigret è protagonista di 75 romanzi e 28 racconti, tutti pubblicati fra il 1931 e il 1972. Celebre in tutto il mondo, innanzitutto per le storie di Maigret, Simenon è anche, paradossalmente, un caso di «scrittore per scrittori». Da Henry Miller a Jean Pauhlan, da Faulkner a Cocteau, molti e disparati sono infatti gli autori che hanno riconosciuto in lui un maestro. Tra questi, André Gide: «Considero Simenon un grande romanziere, forse il più grande e il più autentico che la letteratura francese abbia oggi»; Walter Benjamin: «… leggo ogni nuovo romanzo di Simenon»; Louis-Ferdinand Céline: «Ci sono scrittori che ammiro moltissimo: il Simenon dei Pitard, per esempio, bisognerebbe parlarne tutti i giorni».

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