United 93 di Paul Greengrass è un film brutto e falso. Un film in malafede, disturbante e irritante. Sciatto e girato male. Il regista è lo stesso di Bloody Sunday, documento coraggioso e duro di qualche tempo fa. Un regista, si potrebbe dire, al di sopra di ogni sospetto. Peccato, che occasione mancata. Gli attori sono non professionisti: Lewis Alsamari, Trish Gates, Cheyenne Jackson, David Alan Basche Denny Dillon, Peter Hermann. Genere Drammatico, colore, 90 minuti. Produzione Gran Bretagna. Aspettavo con ansia questo film. In qualche modo mi auguravo che contribuisse a chiarire, o almeno a presentare qualche ipotesi sul grande enigma costituito dal “Quarto Aereo” fra quelli che, l’11 settembre 2001 hanno abbattuto il World Trade Center, e un’ala del Pentagono. Ci sono molti dubbi su quello che realmente accadde. Non voglio fare della dietrologia, o richiamare complotti o “autoattacchi”. Però dubbi forti serpeggiano fra gli stessi parenti delle vittime della tragedia dell’11 settembre, parenti che si sono uniti per chiedere alle autorità americane qualche chiarimento rispetto a verità ufficiali considerate non più credibili. Non del tutto almeno.
Per questo vi rimando al sito www.whatreallyhappened.com ma anche a questo sito http://www.911truth.org/ o a questo reportage molto completo http://www.cooperativeresearch.org/timeline.jsp?timeline=complete_911_timeline.
Sul tema sono usciti libri anche molto seri come questo http://ourworld.compuserve.com/homepages/PZarembka/volume23.htm o questo http://www.globalresearch.ca/globaloutlook/truth911.html o questo http://www.internetbookshop.it/ser/serdsp.asp?shop=1&c=UGE39UQ92GRGV uscito forse per primo, L’incredibile menzogna, disponibile in italiano.
Poi, si può credere o non credere, trovare assurde le tesi presentate (che però sono supportate da documentazioni che vale la pena analizzare) ma questi testi e questi siti mettono in discussione quello che le autorità hanno affermato con immagini, con analisi e sottolineando palesi incongruenze Date un’occhiata agli articoli, anche di firme molto importanti, che trovate qui http://www.disinformazione.it/11settembre2001.htm e in particolare a questo http://www.disinformazione.it/11settembremisteri.htm apparso nel 2003 sul Manifesto. Poi ognuno conservi il suo punto di vista. Ma la completezza dell’informazione va pretesa e occorre cercare di ragionare al di fuori dagli stereotipi costantemente veicolati da certi mezzi d’informazione. Sono comodi gli stereotipo, fanno riposare la mente. Ma non ci permettono di investigare davvero, di comprendere… Il film sul “Quarto aereo” mi interessava molto perché ricordo già allora versioni contrastanti. Lo stesso vicepresidente Cheney affermò che l’aereo era stato abbattuto. A caldo, poco dopo. Lo ricordo, non sarò la sola. Poi questa versione lentamente svanì, lasciando spazio a una versione romantica, romanzata, diversa, che sottolineava l’eroica restistenza dei passeggeri di quel volo, (veramente molto pochi, una casualità?) che avevano lottato per impedire il compimento del terribile proposito dei kamikaze, preferendo il sacrificio al possibile abbattimento di altri obiettivi. Vero? Suggestivo, emotivamente coinvolgente. Speravo che il film, nel rispetto naturalmente della memoria delle vittime, lasciasse qualche feritoia, qualche spiraglio. Perché , anche se i media ufficiali negano e negheranno, analizzando con attenzione qualche contraddizione c’è. Sulla vicenda del volo 93 poi, si può parlare di vero e proprio mistero, e il contenuto delle scatole nere non è mai stato rivelato. Sui misteri relativi al Quarto aereo ecco un link http://web.archive.org/web/20011116231719/www.flight93crash.com/ molto importante, difficilmente reperibile attraverso i motori di ricerca.
Questo, per una maggiore completezza di informazione. Poi ognuno è libero di trarre le conclusioni che crede. Non mi interessa trovare possibili oscuri complotti a ogni tragico evento, ma credo occorra andare oltre la superficie. Approfondire. E’ un dovere.
Questo film decide di raccontarci l’eroismo dei passeggeri, di “drammatizzare” e farsi, necessariamente, (come viene dichiarato anche nei titoli di coda) fiction, almeno in parte; va bene ma è comunque un bruttissimo film. Ho cominciato a guardarlo con curiosità, poi, ho deciso di guardarlo come se si trattasse di una versione aggiornata di del mitico Airiport 77 o dei film fantastici sui disastri aerei che sono seguiti al primo. In confronto a United 93 erano dei capolavori. Il film di Greengrass è veramente noioso, i kamikaze sono talmente stereotipati che sembrano una macchietta, uno si mette anche una fascia rossa nei capelli tipo fumetto manga, sono ridicoli mentre si depilano, preparandosi meticolosamente, ridicoli mentre urlano come forsennati leggendo il Corano, sono esattamente la “rappresentazione” fanatica e cattiva di quello che l’America e tutti i media “mainstream” (di regime, verrebbe da tradurre) intendono e vogliono veicolare per popolare gli incubi dell’Americano medio e potendo anche degli europei in modo da lasciar serpeggiare la paura e giustificare guerre, aggressioni, razzismo, campi di concentramento come Guantanamo. Sono stereotipati anche i personaggi, i cosiddetti “eroi” che reagiscono diventando feroci quanto i carnefici e rendendo il film disturbante e macabro, sono ridicoli e impotenti i vertici militari, gli uomini radar. E’ un film malfatto. Sciatto e senz’anima. E’ una semplice operazione voluta per spargere ulteriori semi di disinformazione fingendo di celebrare chi su quel volo perse la vita (ma in questo modo non si celebrano di sicuro quelle persone, credetemi) Mi ha profondamente meravigliato scorrere le recensioni in rete e trovare un trionfo di retorica, una quasi unanime esaltazione. Sono ancora incredula, provate a leggere qui http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=43869 oppure qui http://cinema.castlerock.it/film.php/id=5222 o qui http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=57854 dove Pasquale Colizzi avanza qualche dubbio ma parla di una ricostruzione “verosimile… e condotta con pulizia”. Io credo esattamente il contrario: E’ un film sporco negli intenti e sporco nel risultato… Finalmente ho trovato una recensione di Lietta Tornabuoni qui http://www.lastampa.it/cmstp/rubriche/girata.asp?ID_blog=33&ID_articolo=112&ID_sezione=46&sezione=I+film+del+weekend che lo definisce “finto e disonesto” ed è la recensione più lucida e intelligente, perché sottolinea anche come il film sia privo di vero impatto emotivo. Nei titoli di coda si legge che è stato girato con l’avvallo delle autorità militari americane, mentre c’è un distinguo che mi è sfuggito, della United Airlines. Proprio in coda, scorre rapido, quando si esce dal senso di torpore e di fastidio procurato da una serie inutile di immagini che riportano solo scene di confusione, ferocia, unite a stereotipi, banalità e follia. Senza niente di più. Peccato davvero.
una della più "antiche" e-zine italiane – attiva dal 1994