L’intemperanza degli intemperanti, perdonatemi il gioco di parole, che cosa produce? Chiarisco. GLI INTEMPERANTI è una collana della casa editrice MERIDIANO ZERO diretta da Giulia Belloni. Interessante, da seguire. Ho appena terminato il volume più recente, da pochissimo in libreria, Effetti Collaterali di Marta Pastrorino. Questi volumi sono brevi e costano solo 6 euro. Sono perfino troppo brevi. Alla fine ho rallentato il gesto dello sfogliare.Questa storia avrei voluto che continuasse, anche se, in realtà, nella brevità di questa narrazione, nella tragicità contenuta che offre, nel lento svelarsi di quello che si trova DIETRO un incontro amoroso, necessario, sconnesso, impossibile all’apparenza, difficile e con attimi di pura meraviglia, nel ritmo di tutto questo c’è una perfezione scolpita. Una perfezione concisa. C’è un passato terribile che riveste ogni centimetro della pelle violata della protagonista. C’è un passato meno terribile alle spalle dell’uomo che lei incontra, fatto però di cose che sembrano meno ENORMI, che non sono burrasche e maremoti del cuore, come nel caso di lei. Alle spalle dell’uomo ci convenzioni, attenzioni soffocanti, foto, tante foto indiscrete che guardano e giudicano, ci sono solitudini. Ci sono, a tenerli uniti, per un istante impercettibile di tempo, per un attimo che non si sa quanto dura in realtà, ma è un tempo drammatico eppure di consistenza impalpabile, ci sono le medicine. In maniere diverse. Per azzerare drammi e inquietudini. Per mestiere. Per una bulimia incontenibile con le radici che può avere una pianta cattiva. Una pianta che fa male quando dovrebbe nutrire e proteggere. Tutto questo viene raccontato, anzi sussurrato di notte:” ..mi svegliavo nel mezzo della notte. Tu eri steso al mio fianco. Era buio fra le pieghe del tuo viso, nell’incavo del collo. Emettevi respiri lunghi e rumorosi. Avvicinavo la bocca al tuo orecchio. Come se volessi mettermi a parlare, a raccontarti sottovoce anch’io le storie di quando ero bambina. I miei ricordi. Come se dicendoli diventassero più veri..” L’intemperanza, per tornare al gioco di parole iniziale, nell’accezione del termine più comune, è svanita. C’è una perfezione classica in questa narrazione di Marta Pastorino. Un dramma contemporaneo che si svela con la stessa tragica grazia con cui uno scultore sa che la pietra GIA’ contiene quello che deve scolpire. Effetti collaterali è una storia che inghiotte adagio, che cattura riga dopo riga come se le righe dei brevi capoversi fossero le note di una sinfonia. Di una musica della quale aspetti, all’istante, l’urlo, l’affondo. Dall’inizio lo aspetti: ” Mi sono tolta la giacca, ho infilato la mano nella maglietta rossa, mi sono grattata intorno al seno, scendendo fino alla bocca dello stomaco, dove c’è la pelle secca, dove ci sono le squame. Mi sono appoggiata al muro. Mi sono girata, ho aperto il cofanetto. Foille, Zovirax, Plasil, Mictasol blue, Diclofenac, Vaselina..” Ma l’urlo, quello non arriva. Ci sono urla strozzate e dettagli di grande poesia descritti da una scrittrice che sa narrare il disamore, il senso di colpa, il lento declino di corpo e mente, l’alienazione, con un tocco rispettoso, pieno di garbo misurato. E’ come una villa con le tapparelle abbassate. Un tragico romanzo breve. Dove l’incompiuto è l’unico risultato a cui possono approdare i corpi lesionati. Nella memoria, nel cuore, nelle mani, nel viso. I corpi lesionati da antichissimi meccanismi di colpe e punizioni autoinflitte: “Non è colpa tua, non è vero che lo pensano tutti. Sono io, nonna. La mamma sta male da quando sono nata io.”