Di tutti gli episodi che vedono protagonista il commissario Salvo Montalbano questo, ultimo come pubblicazione, è a mio avviso il migliore.
Si ritrova, infatti, quella verve dialettica e anche creativa che era venuta un po’ a mancare ne “La luna di carta”.
Soprattutto quello che colpisce, al di là della trama, misteriosa e interessante, è la capacità di Camilleri di dipingere con acuta bonomia i protagonisti, ora non più in ombra rispetto alla figura del celebre commissario, ma essi stessi dotati di propria forza autonoma che li rende spalle ineguagliabili di un Salvo Montalbano in lotta fra l’incipiente vecchiaia e morbosi desideri di carattere sessuale.
I lettori, comunque, non hanno di che preoccuparsi, perché il declino fisico non impedirà di certo la nascita di successivi episodi e anche se Camilleri ha raccontato in un’intervista di aver già scritto quello con la fine della sua creatura resta ferma la convinzione che potremo ancora goderci delle nuove avventure.
Questa volta tutto è in perfetto equilibrio, con l’inizio divertente, lo svolgimento successivo scorrevole e appagante, la logica conclusione, prevedibile solo nelle ultime battute.
Ne La vampa d’agosto l’unico difetto, forse, di una trama ben congegnata è proprio la fine, troppo veloce e che lascia un po’ spiazzati, ma forse è solo il dispiacere di non poter continuare una così gradevole lettura.
L’autore
Andrea Camilleri è nato a Porto Empedocle (Agrigento) il 6 settembre 1925. Ha iniziato a lavorare come regista teatrale nel 1942, mettendo in scena, da allora, più di cento opere. Ha esordito come romanziere nel 1978 con “Il corso delle cose”, primo dei romanzi storici (La strage dimenticata, Il birraio di Preston, La connessione del telefono, per ricordarne solo alcuni). La fortunata serie che ha come protagonista il commissario Montalbano vede i natali assai più tardi, nel 1994, con “La forma dell’acqua”.