(traduzione di Carlo Valenti – Alberto Gaffi editore in Roma – www.gaffi.it)
Cosa si nasconde dietro il Potere dell’Informazione nella propaganda politica? Quali sono le sue subdole armi?
Michael Zezima, giornalista di Village Voice, Anarchy e Poets & Writers, descrive e analizza con accurata perizia storiografica e giornalistica le sette menzogne attraverso cui lo Stato conquista e controlla le masse.
Nel raffigurare se stesso come il principale sostenitore della pace nel mondo mentre perpetrava, sponsorizzava o ignorava efferati crimini di guerra, il “governo invisibile” d’America ha elevato la pratica della deformazione della notizia a forma d’arte.
L’autore ci spiega che le Sette Menzogne Capitali sono un’astuta forma di oppressione psicologica usata internamente per occultare una più palese oppressione presente da un’altra parte. Servono a scoraggiare il dissenso collettivo.
Seguendo gli episodi più significativi e tragici della Storia, Zezima espone le pagine più vergognose degli Stati Uniti, definiti come il Gigante Addormentato sempre pronto a risvegliarsi per colpire famelicamente Paesi in difficoltà socio-economiche (ma ufficialmente per aiutare i popoli oppressi…).
Una componente critica della menzogna del gigante addormentato è l’impressione che, come un ingenuo bonaccione, gli Stati Uniti pensano ai propri affari finché non vengono provocati.
Una volta che la bandiera dell’altruismo comincia a sventolare può servire a mascherare-temporaneamente-il più orrendo dei crimini.
L’obiettivo dell’autore è mostrare come il potere possa deformare, manipolare in qualsiasi momento l’informazione per asservire le masse, occultare la verità e promuovere la vendita del consenso. Tutto ciò naturalmente senza alcuno scrupolo o freno morale.
Zezima tenta di correggere le molte mistificazioni storiografiche e giornalistiche utilizzate per giustificare le guerre che hanno coinvolto gli Stati Uniti (da Cuba alle Filippine, dalla Corea al Vietnam e all’Iraq passando per Somalia ed ex Jugoslavia).
“L’arma più potente dell’oppressore è la mente dell’oppresso“. Questa frase di Steven Biko, attivista sudafricano ucciso dal regime dell’apartheid, esprime in modo chiaro e diretto il pensiero essenziale contenuto nell’importante saggio, che si chiude con il grido “Vi rendete conto?“.
Di certo solo quando la massa sarà riuscita a scrollarsi di dosso le catene invisibili della propaganda e dei suoi infiniti, melliflui servitori, potrà iniziare a ragionare in modo critico e, soprattutto, libero.