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Intervista con Alberto Nemo

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Alberto Nemo – 6×0 (Dimora Records) – il nuovo album dell’artista veneziano, tra voci liriche, drone, ambient ed elettronica – dal 23 marzo 2018 in cd limited edition e digitale.
 
 
Luci e ombre sono spesso parole ricorrenti nella cultura musicale, soprattutto di chi vuol giocare anche con il sacro e il profano, il bene e il male. Alberto Nemo sembra aver vissuto e poi riportato nel suo secondo album un mondo a parte. In questo secondo disco la musica si fa ancora più essenziale rispetto al primo lavoro pubblicato nel 2017. I suoni si intrecciano ulteriormente e il legame tra strumenti, voci e ritmo, fino a rimescolarsi e riformarsi tra di loro in una maniera sempre più inedita e inaspettata. Un disco intimista e sperimentale composto da 6 brani dalle sonorità palindrome, ovvero composti per essere poi registrati al contrario, un esercizio in cui minimalismo e rigore coincidono. La memoria può portare alla celebre colonna sonora del film di Stanley Kubrick, Eyes Wide Shut, composta dalla compositrice britannica Jocelyn Pook, ma anche ai molti sperimentatori attivi nelle scene elettroniche sotterranee, dai Coil o ancora Dead Can Dance e alle colonne sonore contemporanee. Esteticamente in bilico tra musica classica, musica sacra e suggestioni dark il disco ha la capacità di immortalare un mood in cui si vaga nel buio e a tratti si viene abbagliati e accecati, grazie alle sferzate dell’affascinante voce di Alberto.
L’intonazione degli strumenti segue l’accordatura aurea, il “la” centrale è a 432 Hz.
 
Tracks
Avon Repus – Risveglio – Iamaes – Otium – 31/6  – Emama
 
 
 
Intervista
 
Davide
Ciao Alberto. Secondo lavoro, segue un omonimo 6X0 (live) del 2017. Non si tratta però dello stesso materiale precedentemente uscito in versione live, giusto?
 
Alberto
Ciao Davide, non si tratta ovviamente dello stesso materiale.
 
Davide
Perché dunque un titolo ripetuto e perché 6X0?
 
Alberto
Entrambi sono lavori dello stesso periodo, uno live ed uno in studio. Uno contiene qualche brano dell’altro in tape-reverse. Sono due gemelli siamesi inseparabili. Ho scelto quindi di dare un solo nome ad un’unica creatura con due teste. Il 6 invece è un numero che m’accompagna da tutta la vita ed molto importante per  me. Moltiplicato per 0 torna a diventare 0.
 
Davide
Una copertina completamente bianca e un segno nero simile a un taglio. Personalmente ho pensato subito a Lucio Fontana, ai suoi tagli o alle sue “ferite” sulla tela che aprono la luce al buio e il buio alla luce. Ci spieghi come nasce e il perché di una copertina così minimale?
 
Alberto
Il segno nero è il sopracciglio d’un volto che inizialmente doveva essere la copertina. Non convincendomi ho iniziato a eliminare un po’ alla volta gli elementi che lo componevano finché non è rimasto solo “un segno nero”. Ho tirato un sospiro di sollievo e mi son sentito in pace.
 
Davide
Prima di addentrarci nella musica, c’è una frase scritta all’interno delle edizioni limitate in dvd case: “etsise non ehc otrebla nu otama oh”. Non è una lingua artificiale tipo kobaian o ithkuil o che altro, ma il contrario di “ho amato un Alberto che non esiste”… Cioè?
 
Alberto
È la frase con la quale una persona con cui sono stato m’ha lasciato.
 
Davide
Quando e come “nasci” alla musica?
 
Alberto
È cominciato tutto una decina d’anni fa suonando durante le cerimonie funebri. Solo da quel momento ho capito l’importanza della musica.
 
Davide
Perché l’accordatura pitagorica cosiddetta aurea? Per altro, stando a una suddivisione scientifica del temperamento equabile con il Do centrale a 256 Hz (invece che a 261 del La a 440 Hz), il La intonato e intonante risulterebbe a 430,5 Hz.
 
Alberto
Infatti è un riferimento approssimativo. Ho passato molto tempo negli anni passati a fare field-recording ed a campionare suoni in natura. Molto spesso poi mentre li riascoltavo in studio ci suonavo e ci cantavo sopra. Mi rendevo conto che non era per niente armonioso. Quindi ho iniziato a scordare pianoforti e chitarre accorgendomi che calando un po’ dall’accordatura standard tutto suonava più naturale. Solo in seguito praticando musicoterapia ho approfondito lo studio.
 
Davide
Quali sono i temi e le impressioni che hanno accompagnato le tue nuove sei composizioni?
 
Alberto
I temi sono tanti, troppi. O forse nessuno. A te impressiona? Cosa ci vedi dentro?
 
Davide
Perché il reverse? Qual è il tuo metodo di composizione e registrazione tra il verso normale e il suo inverso?
 
Alberto
Alcune parti dei brani le avevo scritte originalmente al contrario pensando di rigirarle per renderle “dritte”. In passato avevo composto anche una piccola suite di musica palindroma. In ordine cronologico questo lavoro viene prima del primo disco. Quando abbiamo riversato sul nastro il master finale mi vergognavo tantissimo di me. Volevo buttar via tutto. Ho deciso di nascondermi. Ed il giochino inverso che avevo fatto all’inizio in fase compositiva ha fatto sì che i brani continuassero ad avere una vita indipendente.
 
Davide
Vocalmente ho sentito affinità con il vibrato baritonale e il timbro di Antony. Cos’è per te la voce?
 
Alberto
La voce è lo strumento primordiale che (quasi) tutti noi abbiamo a disposizione e possiamo suonare sin dalla nascita. Io non ho un bel rapporto con me in generale e di conseguenza nemmeno con la mia voce. Ma questo è un altro discorso. Per me la musica senza la voce è come un cielo senza stelle.
 
Davide
Delle sue funzioni individuali e di quelle sociali, quali ami e persegui di più della musica?
 
Alberto
Mi piacerebbe non perseguire nessuna funzione. Ma la strada è ancora lunga. Intanto creare intrattenimento con una musica non d’intrattenimento è il primo passo.
 
Davide
Àriuges asoc?
 
Alberto
Etrom al è atrec asoc acinu’l
 
Davide
Grazie e à suivre…
 
Alberto
Grazie di cuore a te. A presto

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