KULT Underground

una della più "antiche" e-zine italiane – attiva dal 1994

Intervista con Ingranaggi Della Valle

7 min read
WARM SPACED BLUE
Black Widow Records
 
Mattia Liberati (tastiere e voce), Flavio Gonnellini (chitarra e voce), Davide Noè Savarese (voce), Shanti Colucci (batteria e percussioni), Antonio Coronato (basso elettrico), Marco Gennarini (violino e voce), Alessandro Di Sciullo (chitarre, tastiere, basso, voci) danno vita ad atmosfere mistiche, che rispecchiano i sentimenti e le percezioni dei compositori.
Ogni canzone ruota intorno ad un tema principale presentato sotto diverse forme e vesti in base ad ogni specifico momento della composizione.
La band ha mantenuto la sua unità stilistica senza porsi limiti nell’arrangiamento, utilizzando una grande varietà di strumenti: dai più classici, come Mellotron, Moog, Hammond, chitarre e violini, ai meno usuali per il genere, come le drum machine Roland o i sampler Akai MPC.
Pur mantenendo l’approccio jazzistico nella scrittura delle armonie la band ha maturato un sound rock articolato che ha portato all’introduzione della lingue inglese nelle parti cantate.
L’album si apre con “Call for Cthulhu”, prima parte di una suite di 3 canzoni dedicate ai Miti di Cthulhu di H.P. Lovecraft. Cthulhu, una divinità aliena che viene dallo spazio, rappresenta l’archetipo dell’ombra secondo l’interpretazione junghiana dei racconti di Lovecraft. In questo brano i devoti del culto dedicano un’orazione al Dio (Cthulhu) che è confinato negli abissi, augurandosi il suo ritorno.
“Inntal” è basata sulle leggende popolari della valle dell’Inn (Innsbruck, Austria). Racconta di un giovane forestiero che viene spinto dagli abitanti della valle alla ricerca del fantasma di una giovane vergine che ogni anno riemerge dalle acque del fiume Inn. Realizza troppo tardi di essere la vittima del sacrificio che ogni anno viene fatto in onore della ragazza.
Con “Call for Cthulhu: Through the Stars” si inaugura la seconda parte della suite. È una traccia strumentale che descrive la visione onirica di R’Lyeh, la città sommersa in cui Cthulhu aspetta sognante di poter tornare sulla terra.
“Lada Niva” descrive con toni nostalgici l’incapacità dell’anziano fantasma di affrontare l’aldilà. Rimane legato alla sua vita terrestre pensando alla sua vecchia auto, una Lada Niva, l’ultima cosa capace di ricordargli i momenti più belli della sua vita.
“Aiyda Wedo” è la seconda traccia strumentale dell’album. Racconta la rinascita di un uomo che ricostruisce la sua vita affrontando i suoi mostri interiori.
“Call for Cthulhu”, l’ultima canzone dell’album, chiude il concept sui Miti di Cthulhu. Il brano narra di un prigioniero tenuto in isolamento che identifica la sua condizione con quella della divinità sommersa. Così come Cthulhu risorgerà dagli abissi, così il prigioniero promette che quando la società sarà pronta (“…the stars are right…”) lui avrà la sua vendetta.
 
 
Intervista
 
Davide
Ciao. Insieme dal 2010, debuttate nel 2013 con “In Hoc Signo” cui segue “Warmed space blue”.  Cosa ferma e fotografa in particolare “Warmed Space Blue” della vostra storia attuale? In che modo segue o non segue i primi e precedenti lavori?
 
Ingranaggi della Valle
Warm Spaced Blue nasce dall’esigenza di condividere al massimo il nostro pensiero musicale. L’ingresso nella band di Alessandro Di Sciullo, Antonio Coronato e Davide Savarese ha dettato una svolta stilistica, che rispetta il passato, ma guarda al futuro.
 
Davide
Posso chiedere il significato del nome dato al vostro gruppo?
 
Ingranaggi della Valle
Roberto Ingravalle era un professore del liceo di Flavio e Mattia al quale loro erano molto legati. Mettendo il cognome in mano a loro due si è arrivati al nome della band; è un gioco di parole alla fine.
 
Davide
Il rock, specialmente il metal e il progressive, da sempre amano i generi horror e fantascienza. Lovecraft è forse stato il primo scrittore a immaginare stirpi di extraterrestri dagli Chtuli ai Grandi Antichi agli Antichi Antartidei e ai Mi-Go, tutti che giunsero quando la Terra era molto giovane,  la quale si contesero milioni di anni prima dell’avvento dell’umanità. Una visione molto moderna di quella che da Von Däniken e la sua “teoria degli antichi astronauti” oggi molto diffusa, un caposaldo dell’ufologia. Cosa rappresenta per voi l’immaginario horror sci-fi?
 
Ingranaggi della Valle
Mattia è un grande appassionato del genere. Per noi Warm Spaced Blue rappresenta il giusto mix tra horror e fantascienza che ci affascina perché “probabile”. L’universo è ancora troppo inesplorato per marcare una linea netta tra possibile ed impossibile, e l’ignoto di per sé ci incuriosisce.
 
Davide
Lovecraft, come poi sarà per autori quali Burroughs e Ballard, si può anche inserire in un filone fantascientifico che usa lo spazio interno dell’uomo raggiunto da forze occulte, intrapsichiche. Quali “spazi interni” umani pensate che possa raggiungere, risvegliare o potenziare la musica?
 
Ingranaggi della Valle
Di sicuro i più genuini. La musica non conosce filtri o ostacoli, può toccare le corde più autentiche dell’anima, scavalcare le facciate e colpire dove fa più male (o più bene).
 
Davide
Quali sono le vostre band o quali autori e musicisti o dischi avete avuto come principale riferimento per sviluppare la vostra attuale cifra musicale e stilistica?
 
Ingranaggi della Valle
Ci piace ispirarci ai grandi del passato, ma anche confrontarci con gli artisti del presente. Genesis, Gentle Giant, PFM e King Crimson restano capisaldi del nostro sound, ma l’evoluzione che hanno apportato Motorpsycho, Laterath, Tame Impala, Boards of Canada, DPG e altri artisti contemporanei ci affascina e ci fornisce un margine di confronto che ci piace analizzare.
 
Davide
Che significato ha per voi oggi il termine “progressive” cinquant’anni dopo il suo nascere e così in bilico tra conservazione e innovazione? Si può descrivere la parole “progressive” prima ancora come una attitudine, un approccio, prima ancora che un genere?
 
Ingranaggi della Valle
Certo che sì. Progressive non è un genere, ma una filosofia, secondo noi; vuol dire “innovazione”, “sperimentazione”, “apertura”. Certo, le sonorità musicali che lo caratterizzano sono forti, ma non immutabili. Chi dice che il Prog si faccia in un determinato modo è l’anti-prog per eccellenza!
 
Davide
In “Aiyda Wedo” avete preso a preso in prestito il nome di un loa del vudù haitiano che nella religione cattolica corrisponde alla Madonna dell’Immacolata Concezione. Anche “Inntal” parla del fantasma del grande fiume Inn, il fantasma cioè di una giovane vergine. Scriveva Émile Zola che la verginità è sorella degli angeli, è il possesso di ogni bene, è la sconfitta del diavolo, è la forza della fede, dà la grazia, essa è la perfezione, che vince col solo presentarsi. Perché dunque è così presente e qual è il concetto di verginità in “Wam spaced blue”?
 
Ingranaggi della Valle
Durante la lavorazione dell’album abbiamo deciso di prendere dei temi, delle immagini, dei colori, e come in preda ad una forte sinestesia, trasformarli in musica. Il tema della verginità per noi non è centrale in quanto tale, sono le immagini legate al loa e alla vergine nella valle dell’Inn che hanno mosso la scelta dei temi.
 
Davide
La più antica e potente emozione umana è la paura, e la paura più antica e potente è la paura dell’ignoto, scrisse H.P. Lovecraft. Qual è per voi l’emozione più potente che possa suscitare la musica? Quale ricercate soprattutto di suscitare e perché?
 
Ingranaggi della Valle
Le emozioni che suscita la musica sono soggettive, e nella soggettività non esiste una cosa più potente dell’altra. Noi cerchiamo di suscitare stupore, ci divertiamo nel farlo e abbiamo scritto l’album per sfogare la nostra necessità di comporre musica.
 
Davide
Mastroianni ne “La Dolce Vita” diceva Roma piacergli moltissimo, perché una specie di giungla, tiepida, tranquilla, dove ci si può nascondere bene. Qual è o cos’è la vostra Roma?
 
Ingranaggi della Valle
Sicuramente “La Magica”. Scherzi e calcio a parte, probabilmente Roma in questo momento non è la città migliore in cui vivere o lavorare e in parte questa giungla si avvicina di più alla scomodità, alla sensazione di non trovarsi nel posto giusto. In parte questo sentimento traspare anche nei toni cupi dell’album.
 
Davide
Cosa seguirà?
 
Ingranaggi della Valle
Stiamo scrivendo materiale nuovo. Abbiamo qualcosa nel calderone, ma bisogna dargli ancora una forma. Si spera il prima possibile, ma senza affrettare i tempi.
 
Davide
Grazie e à suivre…

Commenta