Storia della conquista dell’impero
Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.
Saggistica storica
Pagg. 237
ISBN 9788804547617
Prezzo Euro 10,50
Un Petacco ondivago
Mi corre l’obbligo di un’opportuna premessa e cioè che il miglior storico in tema di impero coloniale italiano è, non solo a mio parere, Angelo Del Boca. Ciò non toglie che altri studiosi abbiano cercato di approfondire l’argomento, scrivendo dei saggi nel complesso accettabili. Mi spiace, pertanto, dover parlare non positivamente di questo Faccetta nera di Arrigo Petacco, autore che peraltro stimo per non poche riuscite biografie. E quel che forse meno mi è garbato in questo libro non è tanto l’approssimazione, il liquidare fatti importanti in due parole, ma un atteggiamento ondivago, tanto che a tratti, soprattutto a proposito della conquista dell’Etiopia, Petacco potrebbe essere considerato un fascista, mentre in altre pagine c’è uno smarcamento e ritroviamo il saggista antifascista. Comprendo che, sebbene uno storico dovrebbe essere apolitico, tuttavia non gli si può impedire di avere un atteggiamento politico, ma almeno che questo sia continuo e non come ho precisato prima, tanto che ho ricavato l’impressione che Petacco, nel timore di scontentare qualcuno, ha finito con lo scontentare tutti. Avevo già notato questo strano comportamento leggendo L’uomo della provvidenza e mi ero stupito, perché là a voler considerare Mussolini un grande statista almeno fino alla guerra d’Etiopia vuol dire mettersi i paraocchi, visto che uno dei motivi, non secondario, che spinsero il duce a conquistare quel paese era un diffuso malcontento popolare di un regime che ogni giorno che trascorreva si rivelava sempre più mendace e incapace di condurre un paese sia sotto l’aspetto politico che quello economico. Cosa c’è di meglio di una guerra per ricompattare un popolo accanto al suo capo? E se poi l’avversario, almeno sulla carta, è facile da sconfiggere, si ottiene la quadratura del cerchio, coronata dal pomposo nome dell’Impero, che inorgoglisce, ma non riempie la pancia.
Ecco, dopo aver letto questo libro, di primo acchito l’impressione è che la nostra esperienza coloniale sia stata motivo di vanto, soprattutto con la guerra d’Etiopia, ben condotta, magari con qualche eccesso (basti pensare ai gas utilizzati conto la popolazione inerme), insomma ancora una volta rifulge l’immagine degli italiani eroici, bravi e buoni, ma è falsa, e se questo lo scrive il regime è logico, meno logico è invece se lo si evince da mezze frasi buttate qua e là da uno storico che continuo a stimare, anche se non mi sarei aspettato che nel corso del tempo il suo modo di pensare dovesse cambiare, e non di certo in meglio.
Arrigo Petacco è nato a Castelnuovo Magra (La Spezia) e vive a Portovenere. Giornalista, inviato speciale, è stato direttore della «Nazione» e di «Storia illustrata », ha sceneggiato film e realizzato programmi televisivi di successo. Nei suoi libri affronta i grandi misteri della storia, ribaltando spesso verità giudicate incontestabili. Fra gli altri ricordiamo, pubblicati da Mondadori:Dear Benito, caro Winston, I ragazzi del ’44, La regina del Sud, Il Prefetto di ferro, La principessa del Nord, La Signora della Vandea, La nostra guerra. 1940-1945, Il comunista in camicia nera, L’archivio segreto di Mussolini, Regina. La vita e i segreti di Maria José, Il Superfascista, L’armata scomparsa, L’esodo, L’anarchico che venne dall’America, L’amante dell’imperatore, Joe Petrosino, L’armata nel deserto, Ammazzate quel fascista!, Il Cristo dell’Amiata, Faccetta nera, L’uomo della Provvidenza, La Croce e la Mezzaluna, ¡Viva la muerte!, L’ultima crociata, La strana guerra, Il Regno del Nord, O Roma o morte, Quelli che dissero no, Eva e Claretta, A Mosca, solo andata, Nazisti in fuga, La storia ci ha mentito e Ho sparato a Garibaldi.