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Intervista con Bridgend

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Post rock con influenze progressive e psychedelic per un concept album diviso in tre atti che racconta, attraverso musica e dialoghi, il viaggio di un uomo in bilico tra passione e conoscenza verso l’isola di Rebis.
 
 
Bridgend è un gruppo post rock con influenze progressive e psychedelic. Il progetto prende il nome dall’omonima cittadina gallese dove il chitarrista e fondatore della band, Andrea Zacchia, era impegnato a comporre e incidere le prime preproduzioni di quello che sarebbe in seguito diventato il concept album Rebis. Proveniente dalla scena rock underground di Roma, Andrea è stato fortemente ispirato nella composizione e nella scrittura da band rock progressive degli anni ’70/’80, Marillion, Pink Floyd solo per citarne alcune. Con queste premesse Rebis non poteva che essere quindi un concept album, diviso in tre atti, nel quale i brani confluiscono l’uno nell’altro e attraverso i dialoghi tra i tre personaggi (curati dallo scrittore Lorenzo Polonio) viene raccontato il viaggio di un uomo, Rajas, verso l’isola di Rebis. Nel suo viaggio sarà accompagnato dal mentore, Sattva, e dal suo vecchio amico, Tamas, ai quali spesso chiederà aiuto per sciogliere i legami che lo trattengono a Ys, il suo mondo. A dare voce ai tre personaggi sono stati gli attori teatrali Roberto Bonfantini, Lodovico Zago e Gioele Barone. Zacchia ha cercato di fondere il “wall of sound”, tipico delle formazioni post rock come Mogwai e Caspian, con quello più sognante e viaggiatore delle band psichedeliche anni ’70. Per ottenere questo risultato lo studio di registrazione scelto è stato il PoliStudio Recording di Roma, con le esperte mani dell’ingegnere del suono Andrea Saponara a lasciare la loro impronta sul sound generale dell’album. Durante le registrazioni, durate circa tre mesi, è stato fatto larghissimo uso di macchine analogiche, le riprese hanno previsto l’uso di microfoni ambientali affinché il disco avesse ampio respiro, spesso sfruttando proprio le riflessioni del suono sui vari materiali che componevano la sala di registrazione. Il singolo scelto per presentare l’album è la traccia Zain, di cui è disponibile il video su YouTube. Un crescendo in stile post rock con chitarre ossessionanti che si fondono a synth solenni per accompagnare Rajas nelle fasi finali del suo onirico viaggio verso Rebis. Il video è stato realizzato da Michele Montini (Drop-c art) con la tecnica del “Compositing” utilizzando Adobe Photoshop cs6 e Adobe After Effect cc 2015. “Zain è il brano che rappresenta e riassume l’intero disco.” – afferma Zacchia – “Al suo interno racchiude i principali temi trattati nell’album, curiosità, stupore, superamento dei limiti.”
 
 
Tracklist
Act I
01 Path to Ys
02 The Sunken Cathedral
03 Ys
04 Rendezvous
05 Rebis
06 Threshold Act II
07 Tetracedron Planus Vacuus
08 Binah
09 Return to Ys
10 Zain Act III
11 Black Sun
12 Archè
 
 
Biografia
Bridgend è il nome del progetto post rock con influenze progressive e psichedeliche di Andrea Zacchia (chitarre e synth). Al progetto collaborano Lorenzo Sirani Fornasini (basso) e Denis Kokomani (batterie). In collaborazione con Orange Park Records realizzano “Rebis”, concept album da cui viene estratto nel 2017 il primo singolo “Zain”. Attualmente la band si sta preparando al tour che la vedrà impegnata sui palchi di tutta Italia.
 
 
Streaming
 
Intervista (con Andrea Zacchia)
 
Davide
Ciao Andrea. Cominciamo dalla band, trio composto da Andrea Zacchia (chitarre e synth), Gabriele Petrillo (basso e fretless), Daniele Naticchioni (batteria). Come nasce questa collaborazione che oggi ha il nome di una comunità del Galles, Bridgend?
 
Bridgend
Ciao Davide. Gabriele e Daniele sono due validi musicisti della scena romana, al mio ritorno in Italia dal Galles avevo già ben chiaro di affidare le parti di basso e batteria al loro talento e professionalità. E il risultato ha soddisfatto le mie aspettative.
 
Davide
Come sono nate invece la collaborazione e la stessa idea di affidare a Lorenzo Polonio il testo di questo racconto musicale?
 
Bridgend
Con Lorenzo avevo già collaborato alla stesura dei testi per un precedente progetto musicale con reciproca soddisfazione. È stato quindi spontaneo affidargli il delicato e complesso compito di far trasparire, attraverso i dialoghi, la storia di Rebis e la natura dei suoi personaggi.
 
Davide
Un’opera molto particolare, dove non c’è canto, ma solo narrazione di attori su brani di musica strumentale. Perché questa scelta?
 
Bridgend
Volevo che la natura dei tre protagonisti risaltasse per quella che è, senza i vincoli espressivi di una linea melodica cantata. La musica, composta come se fosse una sorta di colonna sonora, rispecchia i vari stati d’animo del protagonista, Rajas, durante le diverse fasi del suo viaggio da Ys verso Rebis.
 
Davide
Cosa rappresenta il viaggio da Ys, comel’isola mitica di Bretagna da cui originò la leggenda della bella Dahud ingannata dal demonio e trasformata infine in una sirena, a Rebis, che ricorda il rebis alchemico, la pietra filosofale derivante dalla perfetta unione degli opposti, l’androgino a due teste?
 
Bridgend
La leggenda di Ys è servita da sfondo per rappresentare un mondo sospeso tra reale e immaginario nel quale Rajas vive una sorta di limbo. Il viaggio da questo mondo sospeso verso Rebis, simbolo appunto di unione degli opposti, è lo scopo ultimo, la conciliazione della dimensione mentale e materiale, l’arrivo ma anche la partenza. L’intero album comincia dove finisce e viceversa, un Ouroboros, un inno alla natura ciclica delle cose.
 
Davide
Lo stesso protagonista viaggiatore ha un nome che credo non casuale nel racconto: Rajas, come una delle tre qualità o Guṇas della filosofia dualista induista Sāmkhya, che penso si possa tradurre come “passione”. Le altre due sono Sattva (bontà, equilibrio) e Tamas (distruzione e caos)…
 
Bridgend
Si esatto, i tre protagonisti altro non sono che la rappresentazione dei tre componenti ultimi della materia. Sattva appartiene alla dimensione mentale, Tamas a quella materiale e Rajas si trova in bilico tra le due dimensioni. Le vite dei tre si intrecciano come fili della stessa corda e come tali si muovono per raggiungere l’isola.
 
Davide
In copertina sembra esserci lontana una sorta di futuristica Torre d’Avorio… O Atlantide… Cosa rappresenta questo prescelto lavoro grafico di Gabriele Ciufo?
 
Bridgend
Hai colto in pieno l’intenzione, è una rappresentazione della Torre d’Avorio. Volevo che la copertina trasmettesse le sensazioni di stupore, di ricerca, di mistero e di bellezza che si proverebbero trovandosi al suo cospetto. Gabriele ha dedicato davvero molta cura e ricerca alla realizzazione delle grafiche per Rebis, con cui ha dipinto fedelmente l’atmosfera in cui è ambientata la vicenda dando un volto ai luoghi raccontati.
 
Davide
Per un periodo hai vissuto per un periodo a Bridgend. Qualche anno fa in quella comunità si è verificata una lunga e funesta sequela di suicidi (79 in un periodo di 5 anni tra il 2007 e il 2012), un cosiddetto “cluster suicide”, tra ragazzi e ragazze tra i 15 e i 28 anni. Credo che il fenomeno sia rimasto a tutt’oggi senza spiegazione. Si stava indagando sull’esistenza eventuale di un “internet cult”, ma anche sul mal di vivere in un cosiddetto “backwards place”, una zona depressa (o depressiva) e isolata culturalmente a cui i giovani fanno fronte con usi e abusi di alcolici e anti-depressivi. Come hai vissuto tu a Bridgend e in che modo i paesaggi e le atmosfere nordiche di Bridgend e del Galles hanno influito sulle composizioni?
 
Bridgend
Bridgend è una cittadina plumbea, vicino Cardiff, nella quale vivono persone ironiche e genuine quali sono i gallesi. Ma l’ispirazione è venuta principalmente dalla natura incontaminata, dalle spiagge immense e dalle scogliere mozzafiato a pochi chilometri da lì. In particolare la penisola di Gower è stata lo scenario perfetto in cui ambientare Rebis.
 
Davide
Prevedete di portare “Rebis” dal vivo, magari in teatro?
 
Bridgend
Si stiamo sperimentando varie formule per portare Rebis sui palchi, sia dei club e delle piazze sia dei teatri. Sulla pagina Facebook ci sono tutti gli aggiornamenti in merito alla dimensione live.
 
Davide
Il poeta Paul Claudel disse che la “musica è l’anima della geometria”. Cos’è per voi?
 
Bridgend
Sicuramente una costante ricerca.
 
Davide
Cosa seguirà?
 
Bridgend
Speriamo un secondo concept album. Ma molto dipenderà dalle future collaborazioni.
 
Davide
Grazie e à suivre…

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