Raccolta da AntonioCadoni
Stampa Alternativa– Pag.160 GRANDE FORMATO – Euro 20
La mia generazione (1960) ha conosciuto BenitoJacovitti sulle colonne del Corriere dei Piccoli, che mentre crescevamosi trasformava nel Corriere dei Ragazzi, ma soprattutto nei diariscolastici che hanno accompagnato la formazione culturale di tanti giovaniitaliani. Chi non ha posseduto una copia del Diario Vitt con leavventure di Cip l’Arcipoliziotto, Pippo Pertica e Palla e subitodopo Cocco Bill e Zorry Kid? Il Mago – rivista benemeritaedita da Mondadori nei mitici anni Settanta – ha contribuito a far conoscere algrande pubblico il Jacovitti storico, quello con le avventure dei Tre P,soprattutto un fumetto imperdibile come Pippo e il dittatore cheironizzava sulla Germania nazista inventando – prima di Chaplin! – una sorta dibuffo dittatore che andava salutato facendo il gesto delle corna (“Ahi,Flitt!”, dicevano i cittadini pestandosi i piedi e provando grande dolore). Neglianni Settanta – Ottanta Jacovitti imperversava su Linus (ma non ebbe maiun grande rapporto con le riviste troppo politicizzate), Il Giorno, IlMessaggero, persino in televisione, dove non faceva animazioni ma silimitava a cedere i personaggi. Il vero Cocco Bill non è quello cheancora oggi si può apprezzare nei cartoni prodotti dallo Studio Bozzetto, usatoper reclamizzare i gelati Eldorado e per serie autonome da passare in TV. Ilvero Cocco Bill è il cow-boy dal pugno facile che sorseggia camomilla e conversacon il cavallo Trattalemme, mentre intorno a lui gli indiani si esprimono indialetto marchigiano, i nordisti parlano milanese e i sudisti napoletano. Latelevisione banalizza il personaggio, rende funzionali alla rapida fruizioneanche le cose più importanti, quindi non è consigliata per approfondire laconoscenza di Jacovitti. Per noi ragazzi degli anni Settanta quel signoreintroverso con gli occhialoni e il sigarone in bocca era un mito, lo vedevamocome un esse immortale, padre di fantastici personaggi nati per farci sognare. Attendevamol’uscita del Corrierino solo per leggere le sue storie zeppe di trovateassurde e di strampalate invenzioni. Jacovitti era l’equivalente fumettisticodelle pellicole interpretate da Franco Franchi e Ciccio Ingrassia che passavanoogni domenica al cinema di seconda visione. Un concentrato di battute ingenuee popolari, fatte di doppi sensi e di elementi surreali, l’orrore per la paginabianca, i salami e le lische di pesce a piè di pagina, i personaggi che eranoun inno al nonsense. Jacovitti come Alto Gradimento diArbore e Boncompagni, per fare un paragone radiofonico, perché l’umorismo cherasentava l’assurdo era molto simile.
Antonio Cadoni compie un’operazionebenemerita scrivendo un’autobiografia autentica ricavata dalle stesse parole diJacovitti e da un’incredibile conoscenza del personaggio e dei suoi fumetti.Stampa Alternativa si pone ancora una volta all’attenzione del pubblico come ungrande editore capace di importanti scelte culturali, perché se non ci fossestata la coraggiosa casa editrice di Marcello Baraghini l’opera del nostro piùgrande fumettista sarebbe andata perduta. Il volume comprende un’antologia di introvabilistorie a fumetti: Peppino il paladino (1942 – 43), l’esilarante BobbyCianuro (uscito su Il Travaso nel 1957), il comico PasqualinoRififì (Il Travaso, 1958), il prezioso inedito Sandocanritrovato dalla figlia Silvia tra le carte del padre, per finire con il mitico CoccoBeach (tratto da Il Messaggero Estate, 1986) e le tavole di Jacomele(anni Novanta). Preziosa è anche una minuziosa cronologia delle opere diJacovitti, una vera manna per il collezionista e per chi è interessato adapprofondire la materia. Il volume è di grande formato, a colori, possiedemolte riproduzioni di copertine e manifesti d’epoca, contiene persino lepubblicità elettorali che Jacovitti fece su commissione per la DemocraziaCristiana. Imperdibile.